"Allora Federico, hai detto che il signor Brown ti ha finalmente venduto lo studio." Esclama il moro.
"Proprio così. Devo solo arredarlo con tutta l'attrezzatura necessaria e poi finalmente potrò aprirlo."
"Tra quanto credi che sarà pronto?"
"Credo che per la settimana prossima sia completo, oggi ho ordinato un po' di attrezzatura che arriverà a giorni."
"Oh bene." Sorride. "E voi invece?" Chiede stavolta rivolgendo l'attenzione a me e Giulia. "Quando inizierete?"
Entrambe questa estate ci siamo iscritte a un corso per diventare insegnanti di scuola elementare.
Il corso comprendeva delle lezione serali tre volte a settimana per un mese, fino a quando, una volta terminato, tutti quelli che avevano partecipato dovevano sottoporsi a un test di valutazione.
Se lo superavi, avevi una qualifica, in questo caso quella di insegnante, se non lo superavi, eri costretto a ripeterlo o ad abbandonarlo.
"Credo la settimana prossima, quando inizierà la scuola." Schiaccio una patata nel piatto con una forchetta. "Tu invece? Ancora non hai trovato nulla?"
"Un ristorante non molto lontano da casa nostra cerca personale.
L'altro giorno quando ho letto l'annuncio ho subito mandato il curriculum.""E cosa ti hanno detto?"
"Mi faranno sapere."
"Beh, allora speriamo in bene." Gli sorrido sinceramente.
"Già, lo spero anche io."
Finiamo il resto del pranzo tra una chiacchiera e l'altra, per poi spostarci in soggiorno a vedere un film.
"Cavolo sono già le cinque! Il tempo è volato!" Esclama dando un'occhiata al suo orologio vicino al polso. "Credo che sia arrivata ora di andare." Continua rivolta verso Giulia seduta vicino a lui sul divano.
"Oh sì, certo."
"Se volete potete restare un altro po', per noi non c'è problema."
"Non preoccuparti, abbiamo dato fin troppo disturbo!"
"Nessun disturbo. Sapete che avervi qui è sempre un piacere." Aggiunge Federico.
Si alza dalla poltrona in tinta con il divano e io lo imito, avviandoci verso la porta.
"Grazie ragazzi, è stato un vero piacere stare con voi." Ringrazia entrambi Giulia.
"Il piacere è stato nostro, ormai sapete che per voi questa casa è sempre aperta."
Mi avvicino ad Giulia e la saluto con un rapido abbraccio.
"Mi raccomando." Le sussurro all'orecchio, certa che capirà cosa intendo dirle.
"Tranquilla." Mi rassicura con un sospiro e un piccolo sorriso quasi come per nascondere la tensione che prova dentro di sè.
Giulia.
"È stata davvero una bella giornata, non credi?" Afferma entrando in casa e chiudendo la porta dietro di sé.
"Già. Sono sempre molto gentili e ospitali con noi."
I suoi occhi sono incastrati nei miei, apre leggermente la bocca come per dire qualcosa ma un suono fastidioso interrompe questo momento.
Benjamin tasta le tasche dei suoi jeans fino a quando non lo trova.
Scorre il dito sullo schermo e si allontana nell'altra stanza, rispondendo alla chiamata.
Ne approfitto di quel momento per togliere la mia giacca e appenderla nell'armadio all'ingresso, ma non posso fare a meno di ammettere a me stessa di essere rimasta delusa da ciò che voleva dirmi.
Indosso un paio di scarpe più comode di quelle con il tacco che avevo prima e le poso nella scarpiera, situata vicino all'armadio.
Dall'altra stanza lo sento salutare e ringraziare la persona che si trova dall'altro capo del telefono e dal suo tono di voce capisco che si tratta di una buona notizia.
Tutti i miei dubbi vengono confermanti quando mi viene incontro con un grande sorriso sul viso.
"Chi era al telefono?"
"Il proprietario del ristorante. Ha valutato la mia proposta e l'ha accettata." Afferma con un grande sorriso.
"Dio, sono così contenta per te." Butto le braccia intorno al suo collo e lo bacio.
Da quello che dovrebbe essere un semplice bacio ci ritroviamo entrambi di sopra, nella camera da letto.
Continuiamo a baciarci con foga, come se ogni bacio non bastasse.
Sfila la mia maglia da sopra la stessa e lui fa lo stesso con la sua, per poi passare ai pantaloni.
Scende fino alla cerniera dei pantaloni e li slaccia, abbassandoli prima fino ai fianchi per poi toglierli del tutto.
Togliamo anche l'ultimo indumento che ci divide, fino a non avere nulla a coprirci.
Con una spinta si fa spazio dentro di me, facendomi perdere completamente il controllo del mio corpo.
Le sue mani finiscono sulla mia schiena e aumenta le spinte, insinuandosi dentro di me.
Le sue labbra si spostano sul mio collo, il suo respiro caldo che si infrange contro la mia pelle e io non posso fare a meno di ansimare come mai prima d'ora.
Entrambi raggiungiamo il limite, i corpi completamente sudati e i capelli appiccicati alla fronte.
Non posso fare a meno di guardarlo negli occhi in questo momento così delicato e intimo.
Gli scosto una ciocca di capelli dalla fronte, socchiude leggermente gli occhi e appoggia la sua testa sul mio petto.
Inizio ad accarezzargli i capelli e lo guardo bearsi di quel momento, abbandonandosi completamente al mio tocco delicato.
"Non sei la prima con cui faccio queste cose, ma sei la prima con cui lo faccio con vero amore."
"Voglio essere la prima e anche l'ultima per te.
Voglio che non ci sia nessun altro, voglio essere completamente tua e tu completamente mio, perché non riesco a sopportare l'idea che tu sia di qualcuno che non sia io."Mi lascia un segno ben visibile sul collo, marchiando la mia pelle.
"Mi appartieni, in ogni senso.
Sei completamente mia, e di nessun altro.
Ti amo alla follia."I nostri occhi non si perdono per un secondo, e quando le nostre labbra si ritrovano, li chiudo per godermi ogni singolo attimo di questo momento.
Buonasera a tutti ❤️
Scusate per l'orario e se questo capitolo non è molto lungo ma spero lo apprezziate lo stesso.
Buona lettura e come sempre se volete lasciate una stellina e un commento 😘
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You seth my heart on fire || Federico Rossi
Fanfiction-Sequel di Give me love like never before || Federico Rossi.- Sono passati due anni da quell'incidente, e le vite di entrambi sono completamente cambiate.