Capitolo 23

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"Come sta procedendo il vostro viaggio di nozze?" Chiedo spostando il telefono da un orecchio all'altro e posizionando un cuscino con la mano libera dietro la mia schiena.

"Una meraviglia! Sydney è davvero una città stupenda!" Risponde dall'altro capo del telefono con un tono di voce più allegro del solito.

"Mi fa davvero piacere per voi." Affermo con sincerità.

"Fa molto piacere anche a me. Proprio ieri siamo stati al Taronga Zoo, dove Brian si è divertito davvero tantissimo tra tutti quegli animali."

"Non si è spaventato?" Chiedo quasi stupita da quel comportamento.

"Al contrario, si è divertito davvero tantissimo! In realtà anche io avevo paura di una sua reazione negativa alla vista di tutti quegli animali, ma una volta lì si è divertito come un matto e non ha fatto altro che piacere sia a me che a Benjamin."

"Poi? Dove siete stati?" Continuo a chiedere con la curiosità che trapela dalla mia voce.

"L'altro giorno siamo stati al Sydney Opera House, abbiamo guardato uno spettacolo musicale e poi abbiamo fatto un giro turistico dietro le quinte, ma Brian ha dormito tutto il tempo, era ancora stanco dal giro allo zoo del giorno precedente." Pronuncia le ultime parole ridendo. "La sera Benjamin ha sorpreso entrambi e ci ha portato a cena fuori al Quay, con una splendida vista.
È stata il momento più bello di tutta la vacanza." La sento sospirare gioiosamente dall'altro capo del telefono e sono sicura che in questo momento ha dipinta sul volto una delle sue tante espressioni sognanti, quelle che tante volte le ho visto.

Questo pensiero fa scattare in me vecchie emozioni, così come i vecchi ricordi ritornano a galla e mi pizzicano gli occhi.

"A quando è previsto il ritorno?" Le chiedo cercando di non farmi tradire dalla mia voce.

"È previsto tra due giorni. Ma sei sicura che va tutto bene? Mi è sembrato di sentirti un po' strana" La sua voce si affievolisce leggermente sull'ultima parte della frase, facendomi rendere conto di non essere stata abbastanza brava a tenere a bada le mie emozioni.

"Sì, tutto benissimo." Il mio tono di voce sembra essere tornato quello dell'inizio della telefonata. "Sarà la linea telefonica che non prende molto bene e cambia la voce." Invento una scusa che può sembrare in qualche modo convincente.

"Già forse hai ragione." Fa una breve pausa. "Sarà meglio che vada, ci sentiamo più tardi." Termina la conversazione.

"D'accordo. A più tardi." La saluto a mia volta e chiudo la telefonata, appoggiando l'apparecchio telefonico al tavolo di fianco a me.

Mi avvio verso la libreria piena di libri posta di fronte a me, quando il suono del campanello attira la mia attenzione, costringendomi a cambiare direzione.

I miei muri emotivi crollano quando, aperta la porta di casa, mi ritrovo davanti una figura esile, l'unica che mi sarei aspettata di vedere.

Una lacrima più coraggiosa di altre sfugge al mio controllo, e tutto ciò che fuoriesce dalle mie labbra coperte dal palmo della mia mano è soltanto un: "Mamma."

You seth my heart on fire || Federico Rossi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora