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"Forza, Gabry! Visitiamo il suo profilo".

"Ma a me non importa!"

"Oh, ma si che ti importa! Non vorrai fare la stessa fine delle zitelle!"

Clicco a malincuore su quel maledetto profilo. Do una scorsa veloce alla galleria delle immagini e l'unico pensiero che ronza nella mia testa è: però! È proprio un gran figo.
Ron Hackman 32 anni, single. Ok, non m'importa sapere nient'altro.

"Ehy, Gabry, che lavoro fa? Non puoi uscire con un morto di fame, ne va del tuo futuro."

Eccola che ricomincia con i soliti discorsi complottisti di fine ottocento. Se fosse per lei mi metterebbe al rogo senza la minima esitazione e solo per il semplice fatto di non voler entrare a far parte dei ranghi delle casalinghe disperate e fingere di essere felice.

"Comunque sia, Amy, è un bellissimo morto di fame."

"Una domanda mi sorge spontanea: come fai a conoscere un tipo del genere?"

"Che intendi con 'un tipo del genere'?"

"Oh, no, nulla!"

So benissimo cosa sta insinuando. Troppo bello per una come me.

"Ti avverto, potresti pentirti amaramente di ciò che hai pensato. Mamma e papà sarebbero distrutti nel perdere la loro figlioletta."

"Ok, ok! Ma come fai a conoscerlo?"

Come faccio a conoscerlo? Gran bella domanda.
Forse l'ho incrociato qualche volta al campus, nell'intervallo tra una lezione e un'altra.
Credo proprio di no.
Oppure durante l'estate, mentre ero solita fare delle lunghe passeggiate per sgombrare la mente e concentrarmi meglio sui libri.
Decisamente no.

Le esperienze ed i contatti che ho avuto con il genere maschile sono ai minimi termini, specialmente quando non si tratta dei miei fidanzati ma di ragazzi con cui scambio due parole in croce. Dovrei ricordarmi di lui, eppure non riesco a collocarlo nello spazio temporale della mia vita passata.
"In realtà non ho la più pallida idea di come faccio a conoscerlo."
Il volto di Amy si trasforma ad un tratto in un sorriso mastodontico e malizioso, presagio funesto per la mia vita sociale già fortemente compromessa.
"Gabry... fra poco partirai per New York..."
"Lo so meglio di te."
"E chissà quando potrai tornare a casa..."
"Quando avrò le ferie. Perché tutte queste affermazioni ovvie?"
"Beh, credo che dovresti fare qualche follia prima di trasferirti."
"Che genere di follia?"
"Una follia estrema per il tuo carattere da topo di biblioteca."
"Amy, sputa il rospo."
"Buttati! Fingi di ricordarti di lui e quando si conclude la serata... beh... diciamo che potresti fissare il suo ricordo nella memoria con qualche contatto fisico."
"Non se ne parla proprio!"
"Intanto potresti mandargli un messaggio, così, giusto per sondare il terreno."
Sono una frana in queste cose. Potete chiedermi del concetto di self-efficacy o di quali siano le migliori strategie di marketing per incentivare un cliente ad acquistare un determinato prodotto. O anche i processi decisionali che si nascondono dietro una scelta fra più opzioni.
Ma non chiedetemi dei ragazzi. Non chiedetemi come vivere o anche solo coesistere con degli esseri con un'evidente tara mentale destinata peraltro a deteriorarsi con il tempo. Funzionano come il vino, ma all'inverso: se il vino con il tempo migliora, gli uomini con il tempo peggiorano. E peggiorano talmente tanto da mandare in malora la tua soglia di sopportazione.
Però forse sono anch'io troppo prevenuta nei loro confronti.
"Amy, non sono brava in queste cose."
"Oh, ma insomma! Mi viene la desolazione solo a guardarti!"
Mia sorella mi toglie in fretta la tastiera dalle mani e comincia a digitare qualcosa che a me, francamente sembra troppo lungo.
"Stai per caso scrivendo un poema?"
"Si, quello che narra della rivincita del brutto anatroccolo."
"Quanto sei stronza!"
"Ecco fatto!"
Amy clicca in fretta sul tasto di invio. Non so nemmeno cos'abbia scritto, non ho avuto il coraggio di guardare.
"Forza, leggi!"
Osservo le parole che scorrono sul monitor e un brivido mi percorre la schiena. Mi viene da piangere.
"CHE COS'HAI FATTO?!" Urlo più forte che posso, ma Amy non è minimamente turbata. Se prima avevo almeno l'idea di avere una chance con questo tizio, Ron, adesso è completamente andata a farsi benedire insieme alla mia reputazione. Sono certa che non risponderà. Rileggo il messaggio per convincermi che si tratta soltanto di un brutto sogno.

Ciao, Ron. Ne è passato di tempo dall'ultima volta che ci siamo incontrati. Ti ricordo con il sorriso sulle labbra e, ad essere sinceri, non riesco affatto a non pensarti. Per questo motivo mi piacerebbe rivederti per un'altra volta ancora, magari stasera, magari sorseggiando un cocktail.
Un caldo bacio vicino alle tue magnifiche labbra.

"Amy, io ti rovino!"
"Non essere sciocca, mi ringrazierai!"
"Ma che ringraziare e ringraziare!"
Prendo la prima cosa che mi capita per mano e mi avvento su di lei.
"Gabry, no! Se mi tiri quel librone mi spacchi il cranio in due!"
"Tanto meglio, contempliamo il vuoto totale che si trova alla base di tutte le tue stronzate."
Prendo il libro con entrambe le mani e, mentre mi accingo a fargli fare il volo della speranza contro quella zucca vuota, sento un suono provenire dal pc. Una notifica di messaggio.

Ciao bellezza, mi fa piacere che mi ricordi con tanto ardore. Per me è lo stesso, non faccio altro che pensare a quella sera.
Ci vediamo alle 8:00 al Malibeach.
Un bacio, ma sulle labbra ;)

Resto di sasso. Ma cos'è successo con questo ragazzo?

New York, New York! #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora