I riflettori puntati addosso, mille occhi puntati addosso, io puntata addosso ad un ragazzo bellissimo e scoperta proprio sul più bello: devo trovarmi in un incubo della peggior specie.
Amy cerca di fare di tutto per distogliere l'attenzione da me e Ron, compresa una pessima danza hawaiana che a me sembra un tentativo mal riuscito di sincerarsi dell'efficienza delle proprie giunture articolari.
"RAGAZZI! LO SPETTACOLO è TERMINATO! TUTTI A CASA!" urla infine, cacciando via tutti gli invitati.
La folla che ci circonda si dirama a poco a poco verso altre direzioni, ed io finalmente mi concedo un respiro di sollievo.
"Grazie, Amy"
"Non c'è di che. Però mi piacerebbe che scendessi da quel ragazzo. Mi risulta alquanto difficile parlare con te mentre mi sembra di vederti nell'atto di cavalcare uno stallone da monta!"
"Oh, scusami Amy! E scusami tanto anche tu, Ron!"
Ron si rialza lentamente, chiudendo la cerniera dei pantaloni e dandosi una sistemata. Poi mi guarda perplesso.
"Hai visto cosa succede a non ascoltare il sottoscritto? Era una pessima idea, anche gli imbecilli l'avrebbero capito. Ma cosa ti passa per la testa? Prima fai tutta la schizzinosa e poi non vedi l'ora di saltarmi addosso!"
Lo guardo anch'io. Sembra un po' irritato per la figuraccia, e non lo biasimo. Però c'è anche qualcosa dentro me che sta montando velocemente: il fastidio.
Fastidio nei confronti di questa persona. Non ha fatto nulla di male, eppure la sua vista mi indispone come un barattolo di gelato semivuoto. A cosa serviva rimarcare il fatto di aver avuto una brutta idea? E poi, questa sua arroganza velata nel non averlo ascoltato! Gli uomini sono tutti uguali.
"Senti, Ron, purtroppo ormai è fatta. Inutile rimurginare oltre."
"Rimurginare? Rimurginare! Hai idea di quante persone mi abbiano visto?" mi risponde alterato. Il suo tono di voce sembra essersi alzato di qualche decibel.
"Ehi, eravamo in due! E poi, di che cosa avevi paura? Che Amber ti vedesse? Oppure che le ragazze ti considerassero come sentimentalmente occupato?"
"Gabry, ma cosa vai blaterando? La mia ira non aveva nulla a che fare con te." Il tono di Ron è incredulo, come se ciò che avesse appena detto fosse del tutto naturale e scontato. Beh, per me non lo è affatto. Lo vedo avvicinarsi mentre mi accarezza le braccia. Forse crede di potermi rassicurare, ma si sbaglia di grosso.
"Ron, non toccarmi. Lo odio."
"Cosa? Ma se fino a poco fa..."
Gli do una spinta per allontanarlo. "Non sopporto questi slanci di affetto ingiustificati. E poi, se ti serve qualcuno da accarezzare, prenditi un cucciolo."
"Tu sei proprio matta!"
"E tu sei un imbecille! E adesso scusami, ma credo che la festa sia finita anche per te."
Sto per andarmene, mentre sento Ron in lontananza imprecare e pronunciare il mio nome. Poi mi raggiunge e mi afferra per un braccio. Vado su tutte le furie.
"Ron, ti ho appena detto c..."
Mi bacia. E mi tiene ancora più stretta. Voglio allontanarmi, ma me lo impedisce, stringendomi ancora più forte.
"Gabry, tu mi piaci per davvero... anche e soprattutto per le tue stranezze."
Non riesco a dire nulla, mi ha proprio colta alla sprovvista.
"Non voglio costringerti a fare o dire nulla. Questo" dice, mentre mi sfiora le labbra con le sue "è soltanto il mio regalo per la tua partenza." Mi abbraccia forte.
"Ti auguro buon viaggio, Gabry. E ricordati di me, perché io lo farò sicuramente."
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New York, New York! #Wattys2016
ChickLitSolare, radiosa e bellissima: tre aggettivi che racchiudono la personalità di Gabry, o almeno è così nella sua testa. Perfezionista assoluta e diligente, dopo il conseguimento della laurea in psicologia della comunicazione decide di trasferirsi a...