10

163 13 12
                                    

Cos'è questo calore che sento insinuarsi in tutta la faccia? Mi guardo allo specchio per l'ennesima volta in questa giornata e quello che scorgo mi lascia alquanto basita: il mio viso è un tutt'uno con i miei capelli, rosso fuoco. Mi pento immediatamente della mia audacia e, accidenti a mia sorella Amy ed ai suoi consigli da posta del cuore, devo preservare il mio contegno in ogni modo. Non voglio diventare lo zimbello di questa città.

Dall'altro capo del telefono Ron non smette di bombardarmi di messaggi che non ho il coraggio di leggere.Ho già deciso che non risponderò. Anzi, darò la colpa ad Amy, fingerò che si sia impossessata del mio cellulare contro la mia volontà. In fondo, è davvero colpa di Amy se ho perso ogni freno.

Obiettivo della serata: mantenere il contegno, preservare la dignità e promuovere l'autostima propria di chi è padrone della sua vita e non si lascia trasportare dalla labilità emotiva che contrassegna gli eventi mondani.

Consigli per la serata: stare lontana anni luce da birra, cocktails, alcool in generale o qualsiasi altra cosa contenga al suo interno  principi attivi secondo i quali si possa perdere consapevolezza della propria mente. 

Cose da fare immediatamente per apportare migliorie alla serata: agire d'impulso ed insabbiare le stronzate precedentemente commesse a causa dell'impulsività. Lo so, è un controsenso, ma che mondo sarebbe se tutto filasse liscio come l'olio e non vi fossero piccoli, intricati concetti?

Mando un messaggio a Ron:

"Scusami tanto, questo scambio di messaggi mi sembra fuori luogo. Siamo semplici amici. Ti aspetto comunque questa sera." 

"Controllo, controllo, controllo" ripeto questo mantra all'infinito e suono pesante anche alle mie orecchie. Eppure non posso fare a meno di riprodurre questa parola compulsivamente.

"Gabryyyyyyy! Ci siamo! Ci siamo! Ci siamo! Andiamo! Hai preso tutto? Sei pronta? Ti sei truccata? Vestita? Pettinata? Oh, ma guardati! Sei un incanto!" mi dice Amy, che sopraggiunge  improvvisamente nella mia camera saltellando. Ha un tono di voce talmente stridulo che sento sanguinare copiosamente i timpani.

Non contenta, prosegue nei suoi elogi: "Gabry, davvero, sei bellissima. Ed io? C'è qualcosa in particolare che adori in me?"

Rispondo senza troppi preamboli: "adoro il rumore che fai quando stai zitta."

Ore 21:30. La festa è appena cominciata. La calca di persone che mi circonda l'ho vista soltanto ai grandi magazzini durante il periodo dei saldi. Nonostante ciò, questa festa è uno sballo! Il chiosco è stato addobbato a tema hawaiano (non so il comune denominatore che ricongiunge le Hawai con il mio lavoro. Poi penso che si tratta di una festa allestita da Amy ed il suo non avere senso acquista un senso), con tanto di palme, fiori e ghirlande di mille colori. Il centro del chiosco è stato adibito a discoteca, e quindi vi è un tripudio di suoni, colori e ballerini improvvisati.

La cosa più bella è che io mi stia divertendo senza ingurgitare nessun intruglio alcolico. Ballo, rido e canto, e intanto con lo sguardo cerco Ron, che non è ancora arrivato. Probabilmente non avrà finito di lavorare.

"Ehi Gabry! Prova questo cocktail alla banana! E' soltanto frutta." Una tizia a caso mi propina una bevanda deliziosa che mando giù in un unico sorso.  Mi piace talmente tanto che mi avvicino al bancone e ne mando giù altri due bicchieri. Scorgo Amy in lontananza intenta a strusciarsi e flirtare con un tipo biondo e palestrato e l'unica cosa che mi suscita sono i conati di vomito.

Il guaio è che non si tratta di una frase fatta: sento come se ci fosse una guerra in atto nel mio apparato gastrointestinale.

"Ehi bella! Stai male? Forza, dai un tiro a questa e ti sentirai subito meglio!"

Io non fumo. Però qualche volta ho fumato una sigaretta di nascosto, chiusa in bagno con Amy. Nonostante io non soffra il tanfo che emette, per non parlare del sapore amaro che lascia, oltre al fatto di tutti i rischi a cui si va incontro, quella che ho di fronte ha un odore diverso ed è incartata manualmente con una cartina trasparente. Ha un buon odore, così mi convinco a provarla, e devo ammettere che anche il sapore non è male! Mi sento subito meglio e ringrazio il mio salvatore con un bacio sulla guancia.

Un momento! Io non bacio chi non conosco. A dire il vero non bacio nessuno. Ma cosa mi sta succedendo? Resto interdetta al centro della pista, con il bicchiere di succo alla banana in mano. Forse ho bisogno di bere ancora, quindi cerco di vuotare in fretta il bicchiere. Vengo interrotta dall'arrivo di Ron, che mi impedisce di terminare il mio drink.

"Gabry, sei impazzita? Sei ubriaca come una scimmia." Il suo tono è vagamente alterato. Ecco scoperta la causa di tutti i miei malanni. Perché mi fido subito delle persone? Perché?

"Oh Ron!" gli rispondo, mentre butto a terra il bicchiere e gli getto le braccia al collo.

"Sapessi quanto ti ho pensato! Ti ho cercato ogni secondo ed in ogni angolo di questa stupidissima festa!" Mi accarezza dolcemente il volto, ma poi diventa serio.

"Lo dici solo perché sei brilla."

"In realtà lo penso davvero. E vorrei poterti resistere, ma credimi, il non pensarti mi risulta difficile. Penso più a te che al mio lavoro!" Questo forse non avrei dovuto dirlo, ma Ron abbozza un sorriso e sembra divertito.

"Oh, quale onore, signorina White!"

Lo guardo dritto negli occhi, non riesco a staccarmi da lui. E prima che possa ponderare le parole che non dovrei assolutamente dire, sento già la mia voce pronunciarle in maniera ammiccante:

"Ti va di andare in spiaggia e stare un po' da soli?" Gli dico all'orecchio, mentre mi stringo ancora più a lui.

"Gabry, tu non stai bene. Forse è meglio che ti porti a casa."

"Non se ne parla! C'è ancora la mega torta con i mega riflettori! Andiamo prima che sia troppo tardi" replico, mentre lo prendo per la mano e lo trascino verso i divanetti ai margini del chiosco, in spiaggia. Non c'è luce, non c'è nessuno, è il posto perfetto per restare isolati dal mondo.

Non so cosa mi prenda, ma non riesco a trattenermi, soprattutto non sono in grado di tenere a freno i miei ormoni. E' come se tutto ciò che ho rimosso in questi giorni venisse a galla più potente ed intenso di prima.

"Ron, baciami..." e prima che Ron possa proferire parola, mi trovo già sopra di lui, con le labbra incollate alle sue.

"Gabry, ci potrebbero ved.."

"Zitto!" gli sussurro, e con le mani lo incito a sdraiarsi sul divano. Acconsente perplesso, mentre accavallo le mie gambe sopra di lui e accarezzo con le dita la cerniera dei suoi jeans. Ad un tratto Ron sembra spaventato.

"Ehi! Ti stanno cercando per la torta!" Vedo delle luci che provengono dal chiosco, ma sono troppo occupata dal contemplare le grazie di Ron per poter prestare la giusta attenzione alla luce blu e rosa che si propaga dai riflettori.

"Non ci troveranno, penseranno che siamo nascosti nella mischia insieme a loro. Adesso continuiamo da dove abbiamo interrotto." Mi siedo ritta sulla schiena mentre ho ancora le gambe attorcigliate al bacino di Ron, e con un movimento sensuale mi abbasso la spallina destra del vestito.

Ron rimane pietrificato. Non pensavo di fargli questo effetto.

Poi rimango pietrificata anch'io.

Due riflettori, uno rosa ed uno blu, puntati in direzione del divanetto. Dietro quelle luci maledette c'è il corteo di tutti gli invitati capitanati da mia sorella Amy che tiene in mano una bottiglia di spumante.

"Buona partenza, Gabry!" pronunciano tutti all'unisono. 

E scende un silenzio di tomba. Sono rimasti tutti a bocca aperta mentre io con le mani paralizzate nell'atto di slacciare i jeans di Ron.

New York, New York! #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora