Il lettore mp3 mi propina una serie di canzoni che non si potrebbero definire propriamente allegre, e che ritengo essere perfette per una serata solitaria a base di alcool e quintali di farmaci, o anche di rasoi in grado di recidere le vene in un solo colpo, per personalità dai gusti decisi.
Mollo le cuffie distrattamente e mi alzo dal letto.
Oggi mi sento meglio, decisamente.
Oggi Ron non si è fatto sentire. Non so se questo possa essere catalogato come un fatto positivo o negativo.Oggi è il giorno in cui si celebra la mia partenza, che avverrà fra tre giorni.
Non sto più nella pelle! Non ho ancora iniziato questo lavoro, eppure occupa il 98 per cento della mia memoria a lungo termine. Il restante due per cento è dedicato a Ron, che occupa anche quasi tutta la memoria a breve termine e anche i miei sogni notturni in cui avvengono fatti non proprio casti. Quindi, nell'immediato, la mia memoria di lavoro rimanda irrimediabilmente a lui. Devo pensare al lavoro! Non posso concedermi il lusso di trasformarmi in mia sorella!
"Gabry!"
Per l'appunto, eccola arrivare. È proprio vero quel detto che dice "parli del diavolo e spuntano le corna".
"Dimmi" le rispondo svogliatamente.
"Non riesco a trovare quel tailleur blu. Per caso sai che fine abbia fatto?"
"Chi? Io? N-no" deglutisco e so che la mia faccia rivela quello che non vorrei.
"Gabry non dirmi bugie. Ogni volta che menti cominci a balbettare."
"M-ma n-n-no cosa v-vai blaterando!"
"Dimmi dov'è quel maledetto tailleur! Devo prestarlo a Gina questa sera!"
Quel capo mi piace molto per cederlo, così baratto il silenzio di Amy con gli ultimi sviluppi della mia vita sentimentale e cambio repentinamente discorso.
"Ron mi ha rubato un bacio!"
"Rubato? Oh, Gabry, non potresti utilizzare termini più...come dire? Attuali."
"Qui l'unica che necessita di un aggiornamento urgente è la tua materia grigia."
"La mia cosa?"
"Lascia perdere."
E così racconto ad Amy per filo e per segno quel che è accaduto, nella speranza che quel meraviglioso tailleur blu sia solo un lontano ricordo per lei.
"Se così stanno le cose, saresti folle a lasciartelo sfuggire!"
"Non so, Amy, c'è qualcosa dentro me che mi spinge a mantere le distanze da qualsiasi tipo di relazione. E poi, fra poco cambierò città, spero per sempre, e non voglio avere dei legami a distanza. E poi non so che tipo sia Ron. E poi, non mi ha mai detto di volersi impegnare seriamente. E poi..."
Amy alza gli occhi al cielo.
"E poi, e poi, e poi ancora "e poi".
Gabry, ti crei troppe paranoie quando dovresti agire d'impulso, almeno una volta nella tua vita!"
Sono confusa. "Quindi, cosa dovrei fare concretamente, secondo te?"
"Semplice. Fai ciò che ti va, non frenarti, non essere inibita. Se ti va di baciarlo, fallo, non pensare troppo alle conseguenze."
"E se dovesse esserci qualche problema?"
"Vedi? Mi riferisco proprio a questo, Gabry. Tu pensi troppo."
"Uhm..."
Sono le sette in punto di sera, credo sia giunto il momento di prepararmi.
Vestito rosso fuoco, lungo e aderente, con una scollatura vertiginosa.Non so perché ma mentre mi vesto penso a alle parole di Ron. Mi sono messa in ghingheri soltanto per lui.
Mi sento una stupida.Guardo il risultato complessivo allo specchio e penso: questa sera mi sento carina. Trucco leggero, labbra rosse e capelli sciolti.
Mi scatto una foto con il cellulare e, dal momento che è mediamente decente, decido di inviarla a Ron, insieme ad un piccolo messaggio:
Che ne dici? Sono abbastanza scollata per i tuoi gusti?
La risposta arriva fulminea e mi lascia un sorriso ebete sul volto:
Allora vuoi proprio farmi morire?
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New York, New York! #Wattys2016
ChickLitSolare, radiosa e bellissima: tre aggettivi che racchiudono la personalità di Gabry, o almeno è così nella sua testa. Perfezionista assoluta e diligente, dopo il conseguimento della laurea in psicologia della comunicazione decide di trasferirsi a...