Dove sei?

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Passo dopo passo mi avvicinavo sempre più alla mia abitazione. Con lo sguardo basso continuavo a calciare un sassolino mentre pensavo che non ero molto diversa da lui: lasciavo che gli altri mi dicessero cosa fare, dove andare, lasciavo che gli altri mi calciassero senza mai combattere per realizzare i miei sogni. Mi fermai, rivolsi lo sguardo al cielo e scorsi un uccello, un'aquila, forse. L'osservai per un pò e fu allora che decisi che non sarei mai più stata come il sassolino, sarei diventata come un'aquila che sfida i venti ottenendo ciò che vuole, libera di scegliere.

Mi voltai e proseguii per la strada opposta determinata a trovarlo, a ritrovare quel ragazzo: il trovatore dalle dolci parole.

Ero ancora sulla collina quando stavo pensando se continuare la mia ricerca. In fondo la conosco a malapena, per quanto ne so potrebbe avermi già dimenticato. Ripensai a lei: al suo viso dai delicati lineamenti, i suoi meravigliosi occhi verdi ed i suoi capelli bruni, il suo sorriso e il suo naso arricciato quando ride. Era come se la conoscessi da sempre. Non poteva essere una coincidenza, se Dio esiste sarebbe stato lui a farci incontrare, ne sono sicuro: io e quella fanciulla dobbiamo stare insieme ed io continuerò a cercarla. Mi alzai di scatto e,  considerando l'esperienza dei giorni precedenti, m'incamminai per la strada opposta.

Camminavo a testa alta fiera della mia decisione, non stavo scappando dalla mia vecchia vita, ero solo alla ricerca di una nuova.

Nessuno mi avrebbe più trattato come uno stupido e indifeso sassolino, sarebbero rimasti affascinanti dalla maestosità e dal rispetto dell'aquila che sarei diventata. Mentre questi pensieri affollavano la mia mente, udii un carro proveniente dal villaggio, il rumore si avvicinava e mi voltai verso la sua fonte. Il carro si fermò dinanzi a me ed il "cocchiere" proferì parola:« Una così bella fanciulla non dovrebbe andarsene in giro da sola.»

Io risposi:«Chiedete allo stesso modo compagnia a tutte le damigelle?»

Entrambi scoppiammo a ridere, dal retro del carro si affacciarono Isabella e i suoi tre figli che mi salutarono calorosamente.

Il padre, Matteo il fabbro, e mio caro amico, smise di ridere e mi chiese:« Dove ti aggiri? Questioni con Enrico?»

«Tu solo sai i miei problemi, ed oggi è giorno»

«Mi prendi per un allocco?»

«No, è deciso. Giammai tornerò al villaggio o, peggio ancora, da Enrico.»

«Me ne rallegro assai. Viaggia con noi, sali sul carro e quando vorrai lasciarci andrai per la tua strada.»

«Oh Matteo, sei sempre stato un animo gentile ma sarei solo un fastidio per te e la tua famiglia»

A quelle parole la famiglia si allarmò e mi convinse a trovare posto nel carro e seguirli fin quando non avrei trovato la mia strada.

Continuai a camminare con lo sguardo fisso sull'orizzonte sperando di scorgere un villaggio, dopo qualche metro scorsi un carro. Lo feci fermare e chiesi ad l' uomo robusto che era alla guida :«Dove porta il sentiero?»

«Andate avanti,buon uomo, e giungerete in un villaggio assai piccolo di cui io ero il fabbro. Non vi troverete un impiego, fate come me che mi reco altrove.»

«La ringrazio. Non è un impiego ciò che cerco bensì qualcosa di più importante,qualcosa che non ha prezzo e che voi avete già trovato. Buon viaggio,fabbro.» dissi riferendomi alla fanciulla di fianco a lui che doveva essere sua moglie.

«Buon viaggio anche a voi.» detto questo ripartì con il suo carico posteriore coperto da un tendone. Io,rallegrato dalla notizia di un vicino villaggio, mi rimisi in cammino sperando di poter avere il mio incontro tanto atteso.

Il sogno dei ricordiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora