E fu quella notte gelida a cambiare la mia vita fino ad oggi. Seduto e avvolto nel mio mantello ripensando a questi due anni passati al convento con Frà Tommaso, mi guardo intorno nell'oscurità di quest'umile riparo offerto dai benedettini. Altre persone avevano approfittato della loro bontà e in due anni erano aumentate le famiglie in viaggio alla ricerca di un impiego. Mi ritrovai così in quella stanza, in compagnia di sconosciuti; alcuni di loro assopiti, altri guardinghi e ben accorti alle movenze altrui. Potevo vedere i corpi di alcune coppie sotto i loro mantelli muoversi ritmicamente, un sorriso malizioso sfiorò per un attimo il mio sguardo che distolsi poco dopo. In due anni avevo imparato a comprendere una persona dall'aspetto. Alla mia destra vi era seduto un uomo barbuto di circa 30 anni, alto e robusto, indossava diversi stracci coperti da un vestito di tela, portava una cinta con un martello, appresi che era un costruttore e ne avrei avuto conferma la mattina dopo. Ogni notte avevo difficoltà a cadere nel sonno e mi crugiolavo tra i miei pensieri e le mie fantasie. Continuando a guardarmi intorno vidi una figura poco distinguibile, completamente avvolta nel suo mantello, m'incuriosiva assai, ma non v'era alcun posto che potessi occupare vicino al misterioso sconosciuto. Costui sembrava riposare beatamente, a differenza mia. Decisi di alzarmi e recarmi all'esterno. Aprii la porta il più silenziosamente possibile lasciando entrare la frescura della stagione che bussava alla porta già da tempo. Proseguii di qualche passo e mi fermai poco distante dal rifugio, era così che lo indicavano i frati, me lo lasciai alle spalle e mirai per qualche istante l'oscurità che sovrastava il villaggio; alzai lo sguardo incontrando la luna accompagnata da qualche stella che sembrava gareggiare con le altre per apparire come la più luccicante. Stetti ancora per un pò con la testa inclinata all'indietro per poter guardare il cielo...ed eccola lì: la vincitrice, la più bella e splendente di tutte. Ripetei per un paio di volte quelle parole nella mia mente provando a rammentare l'evento che mi spinse a pronunciarle in passato.
Fu come un lampo, mi tornò alla mente in pochi attimi e ve ne rimase il ricordo. La fanciulla dagli occhi verdi, era lei la mia stella. Chiusi gli occhi come per assaporare la sua immagine mentre il silenzio della notte mi assordava ed il vento m'intimava di tornare al caldo. Pensavo al suo candido viso descritto dai candidi lineamenti e dalla pelle chiara che contrastava con l'intenso verde dei suoi occhi. La mia mente correva su di lei deliziandosi delle sue labbra rosse e carnose; potevo quasi sentirne il calore sulle mie, potevo sentire il suo respiro, potevo sentirla accanto a me. Realizzai tutto in un attimo e mi apparve così reale che aprii gli occhi di scatto per accertarmene. La sorpresa mi rallegrò a tal punto, non potevo sbagliarmi: era lei!
Nonappena me ne resi conto, risposi al bacio. Per due anni, alcuna fanciulla aveva saputo donarmi quella sensazione di completezza che sapeva donarmi Gisella. Era un bacio innocente, semplice. Distaccò lentamente le sue labbra dalle mie. La guardai come se non ci fossimo mai divisi, come se per due anni fossimo sempre stati l'uno al fianco dell'altra. Arrosì, mi avvicinai a lei e poggiai la mia mano sul suo viso accarezzandola con il pollice. Aveva quasi timore di guardarmi e così, con l'altra mano, le presi il mento per incoraggiarla ad alzare lo sguardo. Finalmente potei reincontrare i suoi occhi perdendomi nell'infinito dei suoi pensieri, come se potessi davvero leggerle l'anima risposi ad un interrogativo che non mi aveva posto con poche semplici parole:-«Non ti ho mai dimenticata»
«Ti prego parlami»
Mormorò qualche parola che non compresi. Rimasi in silenzio. Prese le mie mani per allontanarle da sè.
-«Non dovrei essere qui.»
Mi allarmai pensando che fosse in pericolo.
-«Perchè? Cos' è accaduto?»
Mi guardò sorpresa della mia preoccupazione.
-«Non posso, non di nuovo»
Feci per avvicinarmi ancor più, ma lei indietreggiava scuotendo lentamente la testa e guardandomi costantemente negli occhi.