Ecco che un'altra sera era calata,con il suo freddo e il suo silenzio, a ricoprire ogni persona o cosa che tentava di attraversarla. Mi stropicciai gli occhi e mi guardai intorno senza capire dove fossi, non ero più nella città della bambina che sussurrava amore, quella notte avrei aiutato qualcun altro senza nemmeno volerlo.
Mi avviai per le vie strette di quella cittadina sconosciuta, qui non c'erano lampioni, la luce era solo quella delle stelle, ero a mio agio, quasi troppo. Continuai a camminare lasciandomi guidare come al solito dal sussurro delle mie compagne di condanna, le stelle.
Senza rendermene conto mi trovai in una piazza, sconfinata, immensa. Il vento soffiava gelido, io mi sedetti al centro e inspirai profondamente. L'odore di pioggia mi riempì le narici, di li a poco sarebbe arrivato un temporale,sorrisi.
Ho sempre amato la pioggia e ho sempre rischiato sotto di essa solo per il gusto e l'adrenalina che mi provoca una sfida. Ma molto spesso perdevo le sfide con me stessa, infatti, quando le donne venivano messe al rogo perché ritenute streghe,venivano ritenute tali perché viste in nottate di pioggia vicino alla mia figura indistinta di cui le gocce segnavano il contorno ma non la figura, gli uomini avidi di fama e pieni di paura per le cose che non conoscevano, definivano queste mie rare apparizioni notturne come sortilegi che avrebbero minacciato l'intera comunità, perciò le donne sfortunate a cui io mi avvicinavo solo per studiarne gli occhi venivano condannate al rogo. Me ne sono sempre vergognata, ho tentato di salvarle ma gli uomini sono ottusi e non ci sono mai riuscita.
Mi rattristai al ricordo e mi alzai sotto le prime gocce di pioggia. Alzai lo sguardo verso il cielo e salutai le ultime stelle che andavano sparendo sotto le nuvole. Mi voltai di scatto quando sentii cantare, una voce melodica, idilliaca, ma bassa, era un uomo. Rimasi immobile ad ascoltare e mi girai nella direzione del suono, di li a poco un uomo usci da dietro una svolta, aveva una chitarra in mano e cantava.Camminava piano come se il ritmo della musica desse il ritmo anche alla sua camminata. Cantava di amore, di cavalieri e di guerre,rideva, era felice. Mi avvicinai a quell'uomo ma senza mostrarmi,iniziai a schizzarlo con le gocce di pioggia che ora iniziavano a battere insistenti, lui rise e alzò la voce della sua melodia,aumentò il ritmo e io iniziai a ballare, saltando, girando, ridendo di fronte a lui fino a quando le sue parole non mi fecero gelare le membra. Cantava di me.
"oh spirito della notte che ti prendi gioco di me, balla al mio ritmo e donami la vita insieme a te"
Mi bloccai davanti a lui e senza rendermene conto mi mostrai, lui si blocco di colpo interrompendo la sua canzone e mi guardò sorridendo sarcastico.
"non sono matto, sei tu la notte piccola ragazza?"
alzai lo sguardo che nel frattempo avevo fissato a terra. Prima d'ora, lungo tutta la mia vita, non avevo mai conosciuto un uomo che sapesse della mia esistenza prima che io mi mostrassi.
"si, sono la notte, mi chiamo Luna,ma come sapevi che esisto?"
chiesi incredula allontanandomi di qualche passo, lui sorrise come se avesse trovato un tesoro che cercava da molto tempo, quel sorriso mi pietrificò.
"mia nonna mi disse che quando era bambina lei non sapeva amare, poi incontrò te e tu le donasti metà del tuo cuore, fino a poco tempo fa credevo fosse solo una storia di un'anziana signora che ormai viveva nel proprio mondo, ma qualche giorno fa vidi due occhi nel cielo notturno, o per meglio dire due stelle e una scia luminosa che sembrava un corpo, eri tu vero?"
rimasi sconcertata, era vero ero io quella scia luminosa, ma come avrebbe potuto vedermi lui? Era passato già così tanto tempo? A volte davvero mi perdevo per troppo tempo nei miei pensieri, tra le notti di una generazione e l'altra. Lui poi, il nipote della bambina a cui io donai metà del mio cuore, lo guardai negli occhi e vidi riflesse le stelle del cielo notturno,aveva smesso di piovere, e in quegli occhi c'ero io, era lui forse colui che mi avrebbe amato tanto da donarmi l'anima e rendermi così mortale? Ancora non potevo saperlo.
"si ero io, tu sei un sognatore vero?"
feci questa domanda senza pensarci, ma lo vedevo lui era un sognatore, anche se non un sognatore comune. Lui annuì senza scomporsi sorridendo spontaneo
"sono il più grande dei sognatori,colui che sogna i sogni degli altri"
sorrisi e protesi le mani verso di lui senza staccare gli occhi dai suoi e lo tirai verso il centro della piazza, lui si fece guidare
"suona qualcosa, la notte è giovane e a me piace ballare"
non se lo fece ripetere due volte e iniziò a suonare un ritmo veloce e travolgente, io senza pensarci cantai la più bella canzone che conoscevo. Solo molto dopo che cantavo e ballavo mi accorsi che lui aveva smesso di suonare, mi voltai verso di lui, ma lui non c'era più, pensai di chiamarlo ma non sapevo il suo nome, ricordavo solo il suo volto e la sua voce. Mi guardai intorno sconsolata e poi mi guardai il petto. Era squarciato e al suo interno non c'era nulla. Si era preso la metà del cuore che era rimasto, e mi aveva lasciato solo le stelle che avevo visto nei suoi occhi. Caddi in ginocchio urlando di rabbia e frustrazione scatenando intorno a me una tempesta di neve e ghiaccio, giurai a me stessa che avrei vissuto ogni singola notte, da li in avanti, cercandolo ovunque. Lo avrei trovato e mi sarei ripresa ciò che era mio. Avevo commesso lo stesso errore secoli prima lasciando che uno uomo cattivo rubasse la mia mortalità e mi condannasse a vivere in una notte eterna, promisi a me stessa che non avrei vissuto senza amore per colpa della stoltezza degli uomini, ma loro dovevano pagare.
"Questa notte non finirà finché io non troverò la metà del mio cuore"
pronunciai queste parole guardando le stelle che concordarono con me e ricacciarono il sole, e la speranza degli uomini che portava con se, nelle tenebre più profonde. Così gli uomini avrebbero conosciuto la paura di una notte eterna e avrebbero pagato la stessa condanna che uno di loro mi aveva inflitto.
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*ANGOLO AUTRICE*
Salve a tutti! Ecco il nuovo capitolo! wow qui qualcuno è stato fregato eh. Beh vedrete i risultati solo se continuerete a leggere, se vi è piaciuto questo capitolo, stellina e commento con qualche suggerimento o le vostre opinioni magari, a presto!
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Quando il cielo diventa nero nascono le stelle.
AdventureUna ragazza condannata alla notte,una sognatrice ad occhi aperti, che guarda le stelle come se un giorno potesse andarci a vivere. Forse le sogna così tanto perché dentro brucia come loro.