ROMAN POV
Quando la vidi crollare in ginocchio urlando mi sentii gelare fino all'ultima goccia di sangue. Le corsi di fianco ma quando vidi il suo sguardo non la riconobbi, era come se al posto dei suoi occhi ci fosse solo vuoto e freddo. La vidi alzarsi e allontanarsi da me... feci per seguirla ma Tristan mi fermò e la sua voce mi pervase la mente stridendo nel mio cervello
"non sente più nulla, le ha spezzato il cuore e ora non prova più niente, mi dispiace Roman, forse è meglio se ora la lasci stare"
non volevo crederci, non poteva essere vero, da qualche parte la vera Luna ci doveva essere per forza e io l' avrei trovata.
Mi liberai dalla presa di Tristan e seguii a distanza Luna, fino alla grotta. Stava radunando le sue cose, quei pochi beni che possedeva, la osservai per qualche secondo: si muoveva risoluta, decisa e precisa, ma allo stesso tempo calma, era così bella... il corpo risultava rilassato ma pronto a scattare, nello stesso momento fragile e potente. La amo, mi ritrovai a pensare... scossi il capo per concentrarmi di nuovo su quello che dovevo fare, mossi qualche passo verso di lei e la chiamai piano
"Luna..."
lei si voltò a guardarmi ma in qualche modo non era più lei, mi avvicinai e le poggiai le mani sui fianchi mi abbassai e la baciai prima che lei potesse dire qualsiasi cosa, ma lei non ricambiò, era fredda e così i suoi gesti
"che hai? Perché sei... così?"
la sua risposta mi arrivò come una pugnalata, non provava più nulla, non sentiva niente. Non capii più niente, mi si offuscò la vista per la rabbia e la frustrazione e mi allontanai di scatto, vidi nel suo sguardo un lampo di vera lei, ma fu un attimo e pensai di essermelo sognato. Mi voltai e me ne andai dicendole addio con rabbia.
Appena fuori dalla grotta mi misi a correre fino a quella che, prima che gli spiriti la facessero esplodere era casa mia, entrai e spostai con rabbia i detriti fino ad arrivare in camera, le lenzuola erano ancora sporche a causa delle ferite di lei, una leggera polvere ricopriva tutto... mi voltai osservando la stanza per intero ripensai a tutto quello che era accaduto fino a quel momento in così poco tempo, la rabbia si appropriò di me e urlai di frustrazione colpendo il muro con un pugno. Presi a calci e pugni tutto quello che si trovava nella stanza fino a quando non fu tutto distrutto e mi ritrovai seduto per terra con la testa tra le mani, senza sapere che fare, Tristan apparve di colpo di fianco a me, lei sembrava terrorizzata dal suo stesso terrore. La sua voce era flebile nella mia testa quando parlò
"sto scomparendo! Scompariremo tutti se non facciamo qualcosa al più presto! Dobbiamo far ripartire il tempo, Luna ha già un piano ma è un suicidio! Devi fermarla! Ti prego fermala Roman, sbrigati!"
ad ogni parola, ogni frase, la sua immagine diventava sempre più flebile e così la sua voce, fino a quando non scomparì del tutto. Sgranai gli occhi e guardai me stesso in un coccio di specchio, per ora stavo ancora bene.
Presi a correre verso la grotta sperando che Luna fosse ancora li. Nel momento in cui irruppi all'entrata le gridai di fermarsi, vidi solo i suoi occhi voltarsi verso di me e poi una luce bianca mi investì e persi conoscenza.
Quando la ripresi, se così si può definire, potevo solo sentire le voci, non vedevo nulla, ne potevo sentire il mio copro, era come se solo la mia mente fosse trapassata in un altra dimensione.
Sentivo la voce di Luna e poi quella di un uomo, lui le stava gridando contro che era inutile, lei rispondeva con calma, chiedeva come salvare il mondo, lui era Il Tempo, lei l'assassina che era nata per essere eroina.
Cercai di concentrarmi per riavere il mio corpo, provai a radunare i miei pochi poteri... alla fine uno strappo lacerò il silenzio e io ripresi sentire il mio corpo insieme al dolore, mi ritrovai in ginocchio, davanti a me c'erano loro, gridai per il dolore ma il mio grido si mescolò a quello di Luna che gridava perché lui l'aveva colpita con uno schiaffo.
Il mio dolore si diradò all'istante e mi alzai correndo verso di lui, gridai ancora, questa volta per far capire al Tempo che lo avrei ucciso una seconda volta se fosse stato necessario, vidi solo per un secondo il suo sguardo passare dallo stupito al terrorizzato, poi gli fui sopra. Lo colpii al volto con rabbia e con tutta forza che avevo ancora e ancora. Poi mi fermai, ansimando, non ero sicuro che fosse ancora vivo, il suo viso era una maschera di sangue, mi alzai inorridendo per le mie azioni ma appena mi ricordai del motivo per cui lo avevo fatto il pentimento sparì e corsi da Luna.
Era riversa faccia a terra, un rivolo del " suo sangue" aveva formato una chiazza per terra vicino alla guancia, la voltai piano e le sollevai la testa e le spalle sorreggendola con le braccia. Col pollice le pulì la guancia dal "suo sangue", che scoprii provenire dal labbro rotto, le spostai i capelli dal viso e sussurrai il suo nome mentre cercavo di infonderle un po' della mia forza utilizzando i miei poteri
"Luna, ehy piccola, per favore svegliati, non me ne andrò mai più lo giuro, ti riporterò il tuo cuore e metteremo a posto tutto, ma per favore svegliati adesso..."
ad un certo punto, quando quasi avevo perso del tutto le speranze le sue palpebre sfarfallarono, la sollevai ancora di poco e lei aprì del tutto gli occhi tossendo un po' di sangue, il suo sguardo non era stupito né ferito o felice, era piatto, quando parlò la sua voce era priva di ogni emozione
"come sei arrivato qui? Devi aiutarmi a salvare il mondo."
la aiutai a mettersi seduta e le sfiorai il labbro ferito con il pollice ma lei si spostò e fece finta di niente, allora sospirai e le risposi
"sì ti aiuterò, ma non nel modo che hai in mente tu, il tuo piano è un suicidio, faremo a modo mio"
stava per ribattere ma alla fine alzò le spalle e annuì voltandosi a guardare il corpo del Tempo steso a terra immobile
"lo hai ucciso, andiamocene"
disse solamente alzandosi e iniziando mormorare le parole dell'incantesimo che ci avrebbe fatti tornare al nostro mondo.Da un momento all'altro il mio corpo venne trasportato in un limbo e ci rimase bloccato per un po'.
Delle immagini mi scorsero veloci una dopo l'altra davanti agli occhi, io ne colsi solo alcune. Luna, la vera Luna urlava e piangeva pregandomi di ridarle il suo cuore stavo per risponderle ma un'altra immagine si sovrappose, il Tempo mi minacciava, ci avrebbe cercati fino a quando non ci avrebbe uccisi entrambi, poi di colpo tutto svanì e io mi svegliai urlando tirandomi a sedere sul pavimento freddo della grotta, mi voltai e Luna era di fianco a me, dormiva tranquilla, mi calmai appena e promisi a me stesso che sarei morto per lei pur di ridarle ciò che le era stato portato via.
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*ANGOLO AUTRICE*
Salve a tutti, scusate il ritardo nella pubblicazione... Sembra che qualcuno qui abbia avuto qualche problemi nel controllo della rabbia... Evitiamo di fa arrabbiare Roman o potrebbe spaccarci la faccia ahahah.
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Quando il cielo diventa nero nascono le stelle.
AventuraUna ragazza condannata alla notte,una sognatrice ad occhi aperti, che guarda le stelle come se un giorno potesse andarci a vivere. Forse le sogna così tanto perché dentro brucia come loro.