NOITTON

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Camminai per un tempo che non seppi definire, ma quando alzai lo sguardo da terra mi resi conto di essere in una macchia d'erba simile a quella in cui gli spiriti ci avevano sorpresi, mi sedetti nel centro e mi presi la testa tra le mani. Le stelle continuavano a sussurrarmi una frase "è vivo, è vivo",ma questa volta si sbagliavano, mi stavano facendo impazzire, strinsi i pugni e gridai rivolta a loro

"L'HO UCCISO"

si zittirono all'istante e io tornai alla mia apatia fino a quando non sentii un grido, inconfondibile, mi alzai di scatto e mi misi in ascolto, di nuovo quel grido, ma non capivo cosa dicesse. Mi diressi nella direzione da cui proveniva il suono sperando di sentirlo ancora, di non essere diventata matta.Senza accorgermene presi a correre gridando il suo nome

"ROMAN!"

ritrovai la strada grazie alle stelle ma quando arrivai sulla sponda del fiume non c'era nessuno, lo avevo sentito, lui aveva urlato il mio nome, era vivo, non poteva essere lontano. Mi girai frustrata guardandomi intorno fino a quando un'idea non mi pietrificò, corsi fino al punto esatto in cui poco prima si doveva trovare il suo corpo, a pochi metri di distanza c'erano impronte nel fango che andavano verso il limitare del bosco ma poco prima dei primi alberi queste scomparivano, lo avevano preso, quindi era lui che cercavano... non me, ma perché?

Scossi il capo sopraffatta dalla paura e dai pensieri e cercai di schiarirmi le idee.

Dovevo trovarlo.

Ascoltai i sussurri delle stelle che mi indicavano la strada, corsi, corsi il più veloce possibile, poi mi fermai bruscamente e mi nascosi dietro un albero ansimando. Li vidi,gli avevano sicuramente fatto un incantesimo, ma era vivo! Rimasi a fissarli, erano cinque: quattro spiriti e lui. Gli si stavano avvicinando, tra le mani sfere luminose. Sapevo cosa facessero quelle sfere di luce ed energia, persi la ragione e corsi allo scoperto gridando e lanciando un incantesimo. Ne colpì solo due che si dissolsero, ma non feci in tempo a colpire gli altri che erano già spariti insieme a lui. Ora sapevo dove lo avrebbero portato. Il loro quartiere generale, il posto dove sarei potuta andare solo a morire.Il sole.

Dovevo salvarlo prima che lo uccidessero.

Mi sedetti nel centro della radura in cui mi trovavo e iniziai a pensare.

Per andare al Sole dovevo armarmi e non potevo andarci da sola. Mi vanne in mente l'unica persona che potesse essermi utile in entrambe le cose, Tristan, l'unico spirito del sole disertore, amava la notte più di me, era una vera e propria forza della natura. L'avevo conosciuta anni prima quando aveva appena disertato e venne da me a chiedermi di renderla la cosa più buia che potesse esistere nella notte, io con riluttanza esaudii il suo desiderio, la trasformai nel "terrore". C'era un unico modo per trovarla, ma avrei rischiato di farmi trovare anche da tutti gli spiriti in circolazione. Creare una spirale di buio può essere una cosa meravigliosa, ma vuol dire attirare tutti gli spiriti di luce nelle vicinanze, attratti dal bisogno di riportare la luce.

Per prima cosa dovevo lasciar andare quella notte eterna, mi nascosi tra delle radici sollevate di un grosso albero e lasciai andare la notte che mi teneva legata alla vita. Mi sentii svanire all'istante, persi la cognizione del tempo,ma non potevo passare troppo tempo in quel limbo o sarebbero potuti passere secoli e Roman sarebbe morto. Mi sbrigai a pronunciare le parole che avrebbero creato la spirale di buio ma appena prima che potessi dire l'ultima parola qualcosa mi tappò la bocca. Il respiro mi si bloccò e il battito del cuore accelerò, all'inizio cercai di divincolarmi, ma più mi muovevo più il cuore accelerava e il respiro si mozzava, poi capii. Chiusi gli occhi e mi rilassai, la presa svani all'istante e davanti a me apparve, in tutta la bellezza che il terrore gli aveva donato, Tristan. Sorrisi e senza che potesse dire nulla l'abbracciai per poi allontanarmi e assumere uno sguardo duro.

"mi stavi seguendo?!"

lei rise, con la sua risata che faceva pensare al rumore dei vetri rotti calpestati e mi mostrò i suoi ricordi, c'erano tutti dal momento in cui avevo perso la metà del mio cuore a quando lui era sparito con gli spiriti. Scossi la testa e con una mano feci sparire quei ricordi tremolanti da davanti la mia vista, poi sentii la sua voce nella mia testa, era l'unica cosa che non ero stata capace di ridarle, la voce. Il terrore era muto.

"io ti seguo sempre lo sai, ci sono sempre, in ogni istante della tua vita, perché ti stupisci ancora? E poi quest'ultima parte della tua vita è stata così eccitante, eri sempre così impaurita... oh per non parlare di lui... terroriz-"

"BASTA!"

le urlai contro, furiosa e la trascinai con me nel momento in cui sentii che il mio corpo stava riprendendo forma nel mondo dei mortali.

"non è per questo che mi sono fatta trovare da te. Ho bisogno del tuo aiuto, no che mi tu mi faccia ripensare a tutte le vicende che avuto fino ad ora! Allora ci stai o no?"

sapevo che non aveva bisogno che le spiegassi quale fosse la mia idea, sapeva già tutto.

"e me lo chiedi pure è ovvio che cisto. Qualsiasi cosa pur di umiliare quegli spiritelli brillantinati"

sorrisi compiaciuta e le illustrai il mio piano. Avremmo utilizzato i nostri poteri per arrivare al quartier generale e poi lei da li mi avrebbe fatto strada fino al posto in cui lei riteneva che avrebbero potuto rinchiudere Roman. Si trattava di una missione suicida, se ci avessero scoperti sarebbero stati in troppi per esseri battuti.

Saremmo partite la notte seguente.

Quella notte Tristan mi portò in uno dei migliori spacci di armi ancora in circolazione il "uccidi o vieni ucciso". Sorrisi nell'entrare ricordando che molti secoli prima passavo le mie notti al suo interno cercando le armi più adatte a me, fino a quando non trovai il mio stiletto, che però ora era andato perduto.

Girai per i corridoi pieni delle armi più disparate, fino a quando non ne vidi una che incatenò il mio sguardo, un grande arco di legno d'ebano, scuro come la notte, le sue frecce erano anchesse nere, se possibili più scure ma la loro punta era d'argento, luminosa come le stelle. Decisi di prendere quella,gli diedi un nome "Noitton" notte nella mia lingua originale.

Quando mi avvicinai all'uscita Tristan era già li, aveva in mano la sua spada, trasparente come l'aria, che appena si avvicinava ad una qualsiasi cosa ne assumeva il colore... mutevole come il terrore.

Alzai lo sguardo, stava per albeggiare;mi misi l'arco a tracolla e mi preparai a morire di nuovo, per lasciare alla luce la sua ultima futile vittoria.

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*ANGOLO AUTRICE*

Salve a tutti, come sta andando la prima settimana di scuola? Io sono già piena di verifiche, spero di riuscire ad aggiornare con la stessa frequenza con cui ho fatto fin ora. Tiratevi su il morale con questo capitolo. A presto, al prossimo aggiornamento.

Quando il cielo diventa nero nascono le stelle.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora