Iniziai a correre in mezzo alla folla senza curarmi del fatto che Roman mi stesse seguendo o meno. Arrivai davanti all'entrata dell'imbarco e un hostess mi disse di fermarmi ma io la ignorai e quando mi si parò davanti la scostai brutalmente con uno spintone e ripresi a correre
"ma che hai intenzione di fare?!"
sentii Roman urlarmi dietro con voce allarmata, lo ignorai. Quando finalmente fummo in mezzo alla pista adocchiai un aereo che faceva al caso nostro, non troppo grande, sembrava agile e veloce. Mi fiondai verso di esso e presi posto nella cabina di pilotaggio. Davanti la plancia di comando era enorme, mi concentrai e cercai di ricordare come facessero a guidare tutti quei piloti d'aereo che avevo osservato durante le notti d'estate. Quando riaprii gli occhi le mie mani si muovevano da sole premendo i pulsanti giusti, poco dopo iniziammo ad avanzare prendendo velocità per decollare
"sai pilotare questo affare?! Ti ricordo che io posso ancora morire tu sarai anche immortale ma io no!"
urlò con un tono rabbioso, lo ignorai e decollammo, la vista da li era bellissima.
Erano ore che viaggiavamo e io non mi ero deconcentrata nemmeno un secondo, non avevo staccato le mani dal pannello di controllo nemmeno un attimo, ora quasi non le sentivo più, non mi ricordavo nemmeno più della presenza di Roman di fianco a me fino a quando lui non parlò
"sarai stanca, insegnami come pilotare l'aereo e lasciami il posto"
scossi la testa, non ci doveva nemmeno pensare, saremmo precipitati se gli avessi lasciato pilotare l'aereo. Le mie mani iniziarono a tremare quando le serrai ancora di più. Lui appoggiò la sua mano sulla mia e ne accarezzò il dorso col pollice
"insegnami e riposati... per favore Luna"
sbuffai e mi scostai per fargli spazio e fargli prendere i comandi
"devi sempre mantenere in linea quello che hai in mano, capito? Niente di difficile, non toccare nient'altro, tanto io starò qui a guardarti"
mi sedetti sul posto di fianco al suo e iniziai a guardare fuori: il cielo era pieno di stelle, era bellissimo come sempre ma questa volta le stelle non si muovevano, erano immobili e mute. Guardai più attentamente e vidi che alcune di loro non c'erano, alcune erano già sparite. Poco dopo senza rendermene conto caddi in un sonno profondo, tormentato da sogni orribili.
Mi svegliai solo quando Roman mi picchiettò sul braccio chiamandomi; socchiusi gli occchi e lo guardai confusa, non capivo dove fossimo, poi mi ricordai e scattai in piedi
"sta calma, va tutto bene, volevo solo dirti che siamo quasi arrivati, dobbiamo atterrare ma non ho la più pallida idea di come fare"
presi il suo posto e iniziai a far planare l'aereoplano. Lo feci atterrare in una zona deserta fuori Dubai ci dovevano notare il meno possibile.
"scendiamo, e cerca di dare il meno possibile nell'occhio"
lo precedetti scendendo e indossai il mio mantello tirandomi su il cappuccio, mi incamminai sulla sabbia.
"per prima cosa dobbiamo confonderci con le persone del posto, quindi dobbiamo cambiarci d'abito"
gli dissi voltandomi verso di lui che stava scendendo con il mio arco in mano
"questo non lo prendi?"
mi chiese porgendomelo, io lo afferrai e lo misi sotto al mantello coprendomi il volto sotto al cappuccio, presi a camminare a fatica affondando i piedi nella sabbia
"hai qualche soldo vero?"
lo vidi scoppiare a ridere anche se non capivo cosa ci fosse di tanto divertente
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Quando il cielo diventa nero nascono le stelle.
AventuraUna ragazza condannata alla notte,una sognatrice ad occhi aperti, che guarda le stelle come se un giorno potesse andarci a vivere. Forse le sogna così tanto perché dentro brucia come loro.