Quando mi ripresi dal filo dei miei pensieri mi voltai e mi trovai davanti Roman, i miei occhi si legarono ai suoi e li fissai a lungo. Vedevo tutte le sue emozioni, sapevo cosa fossero e cosa comportasse ognuna di esse, vedevo la preoccupazione, l'ansia e l'amore, ma anche la rabbia e la frustrazione nascoste a stento dai tratti tirati del suo volto. Sapevo che tutte quelle emozioni erano rivolte a me ma io non provavo nessuna di quelle sensazioni, ero completamente vuota, l'unica cosa che mi rimaneva era la mia mente, la mia ragione. E l'unica cosa che la mia ragione mi diceva in quel momento era di trovare qualcuno che mi aiutasse a riportare tutto com'era. Così decisi di spiegare a Roman ciò che avevo intenzione di fare. Stavo per aprire bocca ma lui precedette. Mi poggiò le mani intorno ai fianchi, abbassò la testa e avvicinò le sue labbra alle mie, io non sentii niente, vuoto, piatto, nulla. Quando si allontanò e mi parlò la sua voce aveva un tono ferito
"che hai Luna? Che ti succede? Perché sei... così?"
alzai le spalle e gli diedi la risposta alla sua domanda
"non provo più nulla, non sento più niente"
evidentemente le mie parole vennero interpretate male, lui si allontanò da me, raddrizzò le spalle e indurì l'espressione, evidentemente ferito, si voltò e si incamminò verso l'uscita della grotta
"addio"
disse solamente, io lo chiamai più volte, non perché provassi qualcosa ma solo perché senza nessuno il mio viaggio sarebbe stato molto più arduo. Lui non rispose e non tornò.
L'unica cosa che mi rimaneva da fare era partire da sola. Sarei dovuta tornare indietro poco dopo essere diventata immortale, nell'epoca in cui ancora Il Tempo si mostrava agli uomini in diverse forme perché era ancora dettato dalla natura, prima che gli uomini lo comandassero a piacere.
Radunai i miei pochi averi: una giacca, un paio di pantaloni, il vestito dell'epoca da cui provenivo, la maglietta di Roman ed infine il mio arco, chiusi tutto in una sacca e me la sistemai a tracolla insieme all'arco e la faretra. Chiusi gli occhi e mi concentrai. Per tornare indietro nella mia epoca avrei dovuto utilizzare quasi tutte le mie energie. Presi un respiro profondo e iniziai a formulare le parole dell'incantesimo, la mente si inondò subito dei sussurri delle stelle, per poco non persi totalmente la concentrazione, se questo fosse accaduto sarei rimasta per sempre bloccata nel limbo senza un tempo e tutto sarebbe finito. Le ignorai, ma sussurravano insistentemente qualcosa
"ferma, ferma..."
andai avanti con le ultime parole dell'incantesimo, stavo per pronunciarne l'ultima quando una nebulosa luminosa mi abbagliò e mi scaraventò indietro, ma quando atterrai e riaprii gli occhi mi resi conto di non essere più nella grotta, ciò nonostante non ero nemmeno nel posto dove sarei dovuta essere.
Era tutto avvolto da una fitta nebbia ed ero circondata dal più totale silenzio. Mossi qualche passo, nessun rumore, ma la nebbia si diradò, mi ritrovai in un giardino, rigoglioso ma immobile; gli uccellini erano fermi a mezz'aria con le ali spalancate fermi nell'atto di muoverle, una foglia a metà strada tra il ramo e la terra, tutto questo era inquietante.
Mi avvicinai all'uccellino immobile, lo sfiorai curiosa con un dito, si sentì uno schiocco che mi fece sobbalzare indietro e quest'ultimo svanì nel nulla, mi morsi un labbro sapendo di aver appena commesso un danno irreparabile. Mi voltai, non so nemmeno io bene il perché lo feci, ma fu un gesto istintivo. A pochi metri da me era apparso, senza aver provocato alcun rumore, un leggio in pietra al disopra del qual era poggiato un tomo enorme con una pagina a mezz'aria bloccata nell'atto di voltarsi, mi avvicinai e sfiorai prima il leggio, per paura che anche questo potesse scomparire. Non accadde. Nulla si mosse o cambiò. Mi avvicinai allora al libro e lo osservai: le pagine erano fitte di scritte nere in una scrittura fine e ordinata, non riuscivo a distinguere cosa ci fosse scritto, senza pensarci però afferrai l'angolo della pagina per girarla, un'onda di voci, grida, rumori irruppe nella mia testa, barcollai all'indietro coprendomi le orecchie con le mani e cadendo infine in ginocchio serrando gli occhi, tentai di gridare, ma dalla mia gola non uscì alcun suono. Poi tutto cessò, tutto tornò silenzio. Riaprì gli occhi. Ero di nuovo avvolta da quella nebbia fitta. Sollevai lo sguardo e davanti a me c'era un uomo, il suo sguardo era di fuoco, i suoi occhi accessi di fiamme rosse. Parlò. La sua voce mi gelò le membra, arrivava da tutte le direzione e allo stesso tempo era solo nella mia testa
"ti rendi conto di cosa hai fatto piccola, stupida ragazzina!? Lo sai cos'è il tempo!? Senza questo tutto finisce!"
ad ogni affermazione si avvicinò di più fino ad inginocchiarsi davanti a me a pochi centimetri dal mio viso. Indurii lo sguardo ma parlai con calma
"chi sei tu? Perché sono qui? Non era qui che volevo arrivare."
i suo occhi si infiammarono ancora di più e urlò
"chi sono io stupida ragazzina?! IO SONO IL TEMPO! Quello che tu hai fermato! Ucciso! Ora per colpa tua il mondo che hai conosciuto fino ad ora sparirà se tu non farai qualcosa! Ma non puoi, sei inutile! Sei senza un cuore! E così non puoi fare nulla!"
continuò ad urlare e quando capii che aveva ragione scossi la testa e gli risposi
"e allora come posso fare per salvare il mondo?"
rise. Una risata amara, cattiva
"cosa puoi fare tu? Tu nulla ragazzina. Tu non puoi fare nulla, per questo rimarrai con me e io cercherò di fare qualcosa per salvare questo posto, altrimenti mi siederò e guarderò sparire tutto ciò che tu hai sempre conosciuto, poi mi volterò e guarderò te morire insieme al tuo mondo. Non era quello che volevi bambina? Poter morire come tutti gli altri?"
schioccò le dita e attorno ai miei polsi apparvero delle catene che affondavano il loro blocco nella terra più profonda e dura. Mossi le braccia e lo guardai gridando, non potevo rimanere bloccata li, lui non avrebbe fatto nulla per il nostro mondo.
"no! Liberami! Slegami subito! Lascia che io faccia qualc-"
mi colpì con uno schiaffo in pieno volto, la vista si oscurò del tutto ed io non sentii più nulla.
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*ANGOLO AUTRICE*
Buon giorno ragazzi! Qualcuno ha molto più tempo di noi... Forse perché il tempo non esiste! Ricordatelo tutti! Alla prossima!
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Quando il cielo diventa nero nascono le stelle.
Phiêu lưuUna ragazza condannata alla notte,una sognatrice ad occhi aperti, che guarda le stelle come se un giorno potesse andarci a vivere. Forse le sogna così tanto perché dentro brucia come loro.