LA MORTE E' UNA SCELTA

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Quando mi svegliai Roman dormiva ancora, assopito su un fianco. Mi avvicinai per vedere se stava bene e quando fui abbastanza vicina mi accorsi che aveva pianto, strinsi i pugni e mi morsi un labbro. La morte dei suoi amici era stata tutta colpa mia, non potevo fargli questo. Presi una decisione.

Lo svegliai scuotendolo piano. Quando aprì gli occhi gli sorrisi e senza lasciargli il tempo di dire nulla parlai

"vai, sei libero di andare, ti ho già fatto abbastanza male, se starai con me morirai e non posso farti questo, vattene dai"

accennai l'ingresso della grotta con lo sguardo e feci un passo indietro accorgendomi solo in quel momento delle ferite aperte, non potevo morire ma non era immune al dolore, barcollai per le fitte ma appena ripresi l'equilibrio gli sorrisi

"vattene dai"

lui si alzò scuotendo la testa e fece qualche passo verso di me passandosi le mani sul corpo intorpidito

"non ho intenzione di andarmene, tu non puoi cavartela da sola e anche se me ne andassi mi ucciderebbero,abbiamo bisogno l'una dell'altro, non vado da nessuna parte"

sorrisi e scossi la testa

"me la cavo da sola da secoli non ho bisogno di te, e tu non ti meriti di soffrire in questo modo, quindi ti ordino di andartene da qui"

lui rise, cosa che non mi aspettavo, si avvicinò, mi prese per le spalle e mi sospinse con delicatezza ma decisione fino al muro. Quando la superficie fredda della parete mi toccò la schiena nuda rabbrividii e le fitte di dolore tornarono a farsi sentire, le ginocchia mi cedettero e se non fosse stato per lui mi sarei ritrovata a terra scossa dal dolore

"lo vedi? Sei ferita e anche se non puoi morire puoi soffrire e lo vedo dalla tua faccia che non ti è mai successo una cosa del genere prima d'ora. Io al contrario tuo è tutta la vita che passo giornate come quella di ieri, quindi lascia che ti medichi e resti con te per aiutarti a trovare ciò che è tuo. Ricordati che mi avevi promesso che avresti lasciato che ti proteggessi"

cercai di ribattere alla sua insinuazione che la mia vita fosse tutta senza pericoli, ma non trovai le parole, aveva ragione era la prima volta che mi imbattevo in una battaglia del genere. Chiusi gli occhi sempre più stupita da questo ragazzo che avevo compreso solo in parte; dentro di lui c'era molto più di quello che avevo visto attraverso i suoi occhi. 

Lo lasciai fare. Mi medicò le ferite un po' con i poteri che gli avevo donato e po' alla maniera dei mortali, ma non ci furono molti risultati, quelle ferite erano maledette. Me ne accorsi quando anche con l'incantesimo più potente che conoscevo non cambiarono, ma anzi quasi peggiorarono. Lui non mollò nemmeno per un secondo, io cercai di fermarlo, di spiegargli la situazione ma lui non desistette, mi convinse anche ad utilizzare uno dei suoi metodi mortali, i punti. Creai l'occorrente e lo lasciai fare, ma quasi svenni per il dolore e si dovette fermare più volte, quando alla fine ebbe finito le ferite sembravano migliorate almeno in parte. Ce l'aveva fatta, almeno per ora. Gli sorrisi, ma non riuscivo a sollevarmi.

"grazie, ora devi imparare alcune cose... è ora del tuo allenamento"

parlai con voce flebile ma continuavo a sorridere con gratitudine, lui mi guardò più che stupito e iniziò a protestare ma non lo lasciai finire la prima frase che con mano esperta gli lanciai lo stiletto, sfiorandolo, il quale si andò a conficcare nella parete opposta.

"ma sei fuori di testa?! Potevi uccidermi! Avvisa almeno!"

urlò con furore e io scoppiai a ridere ma mi fermai subito quando sentii i punti tirare

"non fare il bambino devi imparare a difenderti e a prevedere i miei attacchi, quello è solo un pugnale,non sarà così semplice con gli incantesimi degli spiriti"

Quando il cielo diventa nero nascono le stelle.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora