Capitolo 10

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Rossa come un peperone, mi dirigo verso i ragazzi. Mi nascosi dietro Raito per non farmi vedere dagli altri. Fortuna che Raito è più alto di me o non me la sarei cavata.

Yui: come mai tutta rossa? Che succede, Karin?
Karin: kyyaaa. Yuiii, la prossima volta avvisa.
Yui: non mi hai ancora risposto. Che succede, Karin?
Karin: nulla. Proprio nulla.

Mannaggia a Yui, mannaggia. E mannaggia anche a quella stupida campanella, volevo restare abbracciata a lui ancora un pò. Uffa.

Raito: da come mi stringi la maglia, non sembra un nulla.
Karin: ho detto nulla? E nulla è.
Ayato: centra qualcuno vero? Un ragazzo, d'esempio?
Karin: cosa dici? A me non piace nessuno.
Raito: tranne.....
Karin: dici solo una parola e giuro che ti riduco in cenere.

Raito alza le mani in segno di arressa e sorride furbo. Quanto lo odio. Lascio la sua maglia e incrocio le braccia. Facendo la finta offesa.

Kanato: la bambolina è stata offesa. Hihihi.
Karin: zitto, ragazzo peluche.
Kanato: come mi hai chiamato?
Karin: ti ho chiamato ragazzo peluche, problemi?
Kanato: si, che mi dà fastidio che mi chiami così.
Karin: allora abbituati. Perché ti chiamerò sempre così.
Kanato: ti stai prendendo troppa confidenza per i miei gusti.
Karin: cambiateli, allora.
Kanato: bene.
Karin: bene.
Yui: ma perché dicono sempre 'bene' quando la vogliono finire?
Ayato: BAH, chi li capisce è bravo.
Reiji: andiamo.

Mi siedo vicino a Raito e Shu. Raito mi faceva sempre arrabbiare con le sue 'battutine'. Era meglio tenerlo con la testa sotto all'acqua.

Arrivati andiamo tutti nelle proprie stanze. Mi stendo sul letto pensierosa che non sò nemmeno a cosa sto pensando o a chi.

Sento il letto scendere, mi siedo e guardo chi è. K-kanato? Ma..... What?

Karin: kanato.

Mi fa stendere affianco a lui. Ha gli occhi chiusi, ma riesco a vedere quei occhi viola come i miei.

Kanato: zitta e dormi.
Karin: OK.

Ci addormentiamo abbracciati, in mezzo a noi ci sono Teddy e Uliè anche loro sembrano che si abbracciano.

Mi sveglio con i raggi del sole. Sento un pò freddo, ma è da sopportare. Apro gli occhi lentamente, mi ritrovo abbracciata a qualcuno, alzo la testa e mi ritrovo il volto di Kanato a pochi centimetri dal mio. Ha una mia gamba fra le sue, le braccia che mi stringono e il volto da angelo mentre dorme.

Karin: che bipolare che sei.

Inizio ad accarezzargli i capelli, mugugna un pò, ma poi ritorno a dormire. Lì ha morbidi come la seta, sembra il pelo di un cucciolo.

Il sonno si fà sentire di nuovo. Chiudo gli occhi, tenendo sempre la mano nei suoi capelli e metto la fronte sul suo petto. Lasciando la bocca semi-aperta.

Pov Raito. (Ditelo. Non ve lo aspettavate.)

Reiji mi ha detto di andare a svegliare Kanato e Karin. Che noia. Il primo non è nella sua stanza, dove sarà ora?

Vado in camera di Karin, li vedo abbracciati. I loro pupazzi sono affianco a loro, sembrano che si stanno abbracciando anche loro.

Sorrido un pò, vederli così mi mette un pochino di felicità nel cuore. Ma li devo svegliare.

Raito: piccioncini, sveglia.
Kanato: sta zitto.
Karin: mhh.
Raito: oh, ma dai. Non volete che dica tutto a Reiji.

Kanato apre di colpo gli occhi e mi guarda minaccioso, mentre io ridacchio.

Karin: ho sonno.
Raito: OK. Dirò tutto a Misa e Hellen.

Anche Karin apre di colpo gli occhi. Kanato gli dice qualcosa nell'orecchio.

Si lasciano e Karin mi guarda male. Mi sento andare in fiamme. Oh, cazzo.

Raito: OK OK. Non dico nulla.
Karin: ti preferivo all'arrosto. Mah.
Kanato: OK. Io vado. A dopo.

E scompare. Karin sbadiglia e si stiracchia. Si alza dal letto e viene verso di me, mi prende il cappello e mi sorride, lo faccio pure io.

Karin: OK. Mr.Svegliotutti. puoi andare, mi devo vestire.
Raito: guardo che posso rimanere pure qui.
Karin: no. Mi dispiace. Ora esci e te ne vai per la tua strada. Grazie.

Sorrido e mi riprendo il cappello. Le dò un bacio sulla guancia e me ne vado.

Pov Karin.

Che giornataccia. Prendo i vestiti e entro nel bagno, mi lavo e mi vesto.

Quando stavo per uscire, vengo sbattuta al muro. Chiudo di colpo gli occhi, li riapro piano.

Vedo Kanato, con il torso nudo con solo i Jeans e ha un asciugamano altorno al collo, i suoi capelli sono bagnati.

Karin: che fai?
Kanato: vengo da te.
Karin: l'ho notato sai? Ma mi dovevi per forza sbattere al muro?
Kanato: mi piace fare così. E poi non c'è l'effetto speciale.
Karin: sei strano.

Mette una mano sul muro dietro di me. Si avvicina al mio viso, mannaggia al muro.

Kanato: io strano? Se sei tu, che prima mi baci, poi litighi con me e poi mi accarezzi i capelli la mattina.

Divento rossa. Giro la testa di lato. Sento che ha il fiatone, cazzo il collo. Sento il suo respiro vicino al mio orecchio.

Kanato: non mi tentare, Karin.
Karin: non lo sto facendo.
Kanato: non è vero. Lo stai facendo e alla perfezione.

I nostri bacino sono attaccati. Sento il suo respiro sul mio collo, mi morde, ma piano. Dopo qualche sorso si stacca. Lecca quel poco di sangue che usciva dai fori.

Giro la testa e lo guardo. Gli lecco quel poco di sangue che gli esce dalla sua bocca.

Mi prende il braccio e mi bacia. Io prima ero presa alla sprovvista, ma poi ricambiai il bacio.

Picchiettò con la lingua sul labbro inferiore, io gli concessi di entrare.

Faceva come sempre, prima esplora la mia bocca e dopo danzava con la mia lingua.

Ci stachiamo per prendere aria. Lo guardo nei occhi suoi viola. Gli sorrido come sempre. Lo abbraccio e lui ricambia.

È freddo come sempre, ma amo questo suo freddo corporeo.

Gli accarezzo i capelli ancora un pò bagnati, ma fa nulla.

Karin: ti dico, ti ridico e ti ripeto, io non ti stavo tentando.
Kanato: no, certo che no.
Karin: hey.

Lo sento ridere per la prima volta. Che dolce risata. Inizio a ridere pure io. Ci stacchiamo, metto un mano dietro la sua testa e gli bacio la fronte, mi devo mettere in punte.

Dopo il bacio in fronte scompare. Esco dal bagno e mi stendo sul letto con un sorriso ebete in faccia.

Bevo un pò di sangue dalla mia bottiglina e poi scendo giù a fare colazione.

Gemelli per Scelta (Kanato Sakamaki)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora