6. La previsione

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È incredibile come poche parole possano cambiarti la vita da un momento all'altro. Come se tutto quello che conoscevi lo davi per sicuro e un attimo dopo tutte le tue sicurezze spariscano nel nulla, accompagnate da un vuoto totale.

Quando i miei genitori se ne sono andati ho sempre portato con me l'immagine di due persone sagge, grandi viaggiatori, ma soprattutto due genitori amorevoli e capaci di avermi sempre insegnato tutto. Ora quest'immagine è volata via con quattro semplici parole.
Dei cacciatori di licantropi...

Da quando Jason e il suo gruppo hanno rivelato la vera identità dei miei genitori continuo a guardarli e a respirare pesantemente.

"Non dici niente?" Sussurra Jason come se avesse paura che potessi esplodere da un momento all'altro.

Sento le loro voci... Sento che mi chiamano, ma è come se fossero distanti da me migliaia di chilometri.

"Come... Come lo sapete?" Mi alzo lentamente. "Li conoscevate?"

"Erano abbastanza conosciuti, ma non li abbiamo mai visti come dei terribili nemici." Davis sospira.

"Che vuol dire?"

"Anche loro avevano un codice da rispettare, così come noi. Nessuno doveva oltrepassare i limiti dell'altro senza un valido motivo." Piper approfitta della mia debolezza per poggiarmi una benda sulla fronte.

"N-Non capisco... Perché non me l'hanno mai detto?" Li guardo ancora cercando una risposta.

"Forse è meglio così. Sai, venire a conoscenza del soprannaturale vuol dire affrontare molti rischi." Uno dei gemelli fa una pausa. "Forse non eri ancora pronta per affrontare tutto questo." Sta cercando di usare le parole giuste per non ferirmi... Troppo tardi.

"Voi... Voi mi state prendendo in giro. I miei genitori non mi avrebbero mai fatto questo! Cacciatori di licantropi? Sul serio? Potevate inventarvi qualcosa di migliore..." Punto il dito contro tutti loro. Non hanno diritto a prendersi gioco di me. I miei genitori me l'avrebbero detto, ne sono sicura. E ancora non riesco a capire il motivo per cui stiano continuando con questa sceneggiata.

"Dimmi una cosa, perché mai dovremmo prenderti in giro? Fidati, in questo momento avrei cose migliori da fare invece che stare qui e farmi insultare da te." Jason sbotta all'improvviso.

"Io non vi conosco, non so nemmeno perché dovrei fidarmi di voi... Siete degli estranei per me."

Li guardo uno per uno ma mi blocco su Camille. Ha lo sguardo perso e sta respirando lievemente.

Tutti spostano lo sguardo su di lei incluso Jason che si avvicina cautamente.

"Camille..." Tutto succede in un attimo.

Camille alza di scatto la testa, ha gli occhi sbarrati e, all'improvviso, emette un urlo agghiacciante. Non uno di quello che si sentono nei film, questo è moltiplicato per dieci volte.

D'istinto, tutti si poggiano le mani sulle orecchie per attutire il suono. Jason si catapulta su di me tappando le mie orecchie e le sue, stringendomi in una specie di abbraccio cercando di proteggermi.

Digrigno i denti per resistere e dopo qualche secondo Camille si appoggia al tavolo cercando di respirare normalmente. Tutti ora sono concentrati su di lei.

"Cosa hai visto?" Mary chiede.

Si gira verso Jason espirando. "Avevi ragione." Si ferma. "Stanno arrivando." Appena queste parole lasciano la sua bocca sulla faccia di tutti si dipinge paura e preoccupazione misti a rabbia.

"Ragazzi, dobbiamo andare."

"Cosa è successo?" Chiedo cautamente senza scatenare l'ira di nessuno.

"Ti riaccompagno a casa, andiamo." Jason si avvia verso la porta e io, senza fare altre domande, lancio un ultimo sguardo a tutti vedendo Mary che cerca di tranquillizzare Camille. Quest'ultima mi guarda come per dirmi di stare attenta.

Senza fare aspettare il mio accompagnatore, mi giro cominciando a camminare e stando attenta a dove mettere i piedi.

"Devo trovare Shepley..."

Una volta fuori Jason chiude gli occhi girandosi verso destra. "Vieni, Shepley è da questa parte."

"Jason... Cosa è successo? Perché Camille ha urlato in quel modo?" Un urlo del genere non è umanamente possibile, e anche essendo una specie di sensitiva sembrava essere terribile.

"Alex, non posso raccontarti tutto... Non capiresti quello che ti direi. Ti chiedo solo di trovare Shepley e andare a casa. Non possiamo portarti con noi."

Mi ammutolisco e mi lascio guidare verso la direzione in cui dovremmo trovare Shep.

Dopo qualche minuto vedo Shepley lontano qualche metro da noi.

"Glielo dirai?" Jason alza un sopracciglio.

"Cosa?"

"Gli dirai quello che siamo o cosa facciamo?" Posso dire che per la prima volta nella mia vita un lupo mannaro è spaventato dalla risposta di una comune mortale.

"Non sono quel tipo di persona, non lo dirò a nessuno. Il vostro piccolo segreto è al sicuro." Rispondo marcando l'aggettivo "piccolo."

"Ma fatemi un favore d'ora in poi..." Mi avvicino a lui. "Non rivolgetemi più la parola."

"Alex!" Shepley corre nella mia direzione.

Gli vado incontro abbracciandolo. Pensavo se ne fosse andato.

Si stacca guardando dietro me. "Cosa le hai fatto?" Guarda male Jason dopo aver notato la benda sulla mia fronte.

"Non le ho fatto proprio niente, vi consiglio di andare. Si sta facendo buio."

So che in questo momento Shepley è molto confuso ma non fa domande e, prendendomi per mano, mi trascina fuori dal bosco.

******

"Sei sicura di stare bene?"

È la millesima volta che Shep mi fa questa domanda.

Per tutta la camminata fino a casa non ha fatto altro che chiedermi cosa fosse successo. Ovviamente non ho raccontato quello che è davvero accaduto. Ho detto che sono svenuta, ed è la verità, e che Jason mi ha aiutato a riprendere i sensi. Era confuso sul perché Jason fosse lì e gli ho detto che era lì perché viveva vicino al bosco. Tutte bugie, lo so ma per una buona causa.

"Sì, Shep, sto benissimo." Non sono una grande bugiarda, ma in questo momento deve sembrare proprio vero quello che sto dicendo.

Oltrepassiamo la soglia della porta del ristorante di mia nonna e la vedo al bancone a servire alcuni clienti.

"Ehi, tesoro, come è andata la giornata?"

"Ciao, nonna. Tutto okay. Mi sento poco bene. Se non ti dispiace vado in camera a riposarmi."

Lei guarda Shep come per chiedere spiegazioni e lui, in risposta, fa spallucce.

Arriviamo in camera mia e mi butto subito sul letto.

"Hai bisogno di qualcosa?" Shep si siede accanto a me.

"No, non credo..." Lo guardo. "Solo... Mi dai un abbraccio?"

Lui sorride lievemente e mi abbraccia. Mente stringe le braccia intorno a me continuo a pensare che gli sto mentendo ma so anche che non posso raccontargli tutto, almeno non adesso.

Ci stacchiamo dall'abbraccio. "Vuoi che rimanga qui con te?"

Annuisco leggermente. Un po' di compagnia non mi farà male.

Comincia a rovistare nella mia libreria. "Ti va di vedere un film?"

"Va bene."

"Harry Potter o Shadowhunters?"

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