Capitolo 10

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Due grandi occhi castani si aprirono lentamente, annaspando da un viso all'altro dei dottori, intenti a medicarle la ferita.
"-Abbiamo finito..." disse uno dei dottori togliendosi la mascherina e allontanandosi.
Lucy sentiva solo voci sconosciute mormorare, finchè non sentì una porta aprirsi e una voce a lei familiare.
"-Lucy, come stai?" disse Levy prendendole le mani.
"-Si allontani signora, abbiamo appena finito di operare".
La ragazza dopo qualche minuto riprese coscienza.
"-Levy, cosa ci faccio qui?" chiese confusa guardandosi intorno.
"-È stato Natsu... ti ha ferita".
"-Aspetta... no, ora ricordo... è stato un incidente, adesso lui dov'è?" domandò preoccupata.
"-La polizia l'ha preso, credo lo stiano interrogando" rispose Levy, poi aggiunse "Non preoccuparti di quell'assassino Lucy! Ti ha fatto del male... presto lo arresteranno e...".
"-Lo arresteranno? Oh mio Dio non posso permettere una cosa del genere! Non è stata assolutamente colpa sua, devo raggiungerlo" disse alzandosi.
Un medicò intervenì "-Signora, non può alzarsi! Ha bisogno di riposo!".
Lucy fece fece per sedersi di nuovo sul letto, ma stava bramando qualcosa nella sua mente.
"-Levy... Levy... avvicinati" disse a bassa voce, controllando che i medici fossero distratti.
"-Che c'è? Perchè parli così?" chiese l'amica avvicinando l'orecchio.
"-Stanotte, alle 11 qui, sotto l'ospedale, okay?".
"-Ma che diamine dici?! Non mettermi in queste situazioni! Devi stare a riposo, l'hanno detto i dottori...".
"-Al diavolo i dottori!" protestò Lucy gettando un'altra occhiata sui medici.
"-Promettimelo" aggiunse dopo aver sospirato.
"-Eh vabene... vabene... tanto poi nei guai ci finirò pure io... lo so va sempre a finire così" e uscì dalla stanza continuando a blaterare qualcosa contro Lucy.
La bionda accennò un sorriso, e sospirando si gettò a peso morto sul letto lasciando penzolare braccia e gambe.

★★★

"-Allora! Lo dica! Qual è il movente del suo rude gesto contro quella povera ragazza!" disse un poliziotto sbattendo la mano sul tavolo cui era seduto Natsu.
"-Io non volevo... io stavo andando verso Grey... lei si è messa davanti" disse Natsu, con lo sguardo vuoto che fissava il pavimento.

Dopo più di un'ora di interrogatorio, fu annunciato che non si sarebbe tenuto il processo. Grey non aveva le prove per dimostrare l'aggressione di Natsu, solo Lucy era la "prova" evidente di un tentato omicidio, anche se non sarebbe dovuta essere lei la vittima...
I poliziotti decisero di continuare a investigare e di far passare un pò di tempo, anche perchè da parte di Lucy non ci fu nessuna denuncia o segnalazione.
Natsu avrebbe solo voluto rivedere Lucy e abbracciarla.
Gli sarebbe bastato solo questo, ma non se la sentiva, forse sarebbe dovuta rimanere in ospedale.

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Lucy scalpitava in quel letto, ogni volta che un medico si affacciava a guardarla dalla finestrella della sua stanza lei faceva finta di dormire e poi ricominciava a guardare continuamente fuori per vedere dove fosse Levy.
"-Le 11 meno 5... Levy, quand'è che ti muovi?" si chiedeva inseguendo con gli occhi le lancette.
Poi le arrivò un messaggio sul cellulare.
"Levy":
Hey sono sotto l'ospedale, ma non puoi vedermi, sono parcheggiata davanti la seconda uscita... fai presto! O ci scopriranno!".
Dopo averl letto il messaggio, rispose solo con un semplice "sì".
"-Ora come diamine faccio?" pensò tra sé e sé camminando per tutta la stanza.
Si affacciò dalla porta, ma c'erano ancora medici in circolazione.
Poi ne vide uno fermarsi appena vicino alla sua porta. Aveva un carrello con sopra il mangiare della mensa.
Il dottore si allontanò per controllare molto probabilmente un paziente nella stanza accanto.
"-Devo farlo!" si incitò la ragazza, col cuore che le batteva a mille.
Corse verso il carrello, scostò la tovaglia e si sedette di sotto.
Dopo un pò Lucy sentì dei passi avvicinarsi. Era il medico di prima che cominciò a spingere il carrello, questa volta con fatica.
"-Perchè diamine pesa di più il carrello?" si disse tra sé e sé l'uomo.
Lucy scostò leggermente la tovaglia per vedere dove stessero andando.
Avevano passato molte camere, e a non molto c'era l'ascensore.
"-Devo scendere adesso... ma come faccio?" pensò tenendosi le tempie per cercare di farsi venire qualche idea.
"-Ci sono! Okay... che idea stupida... ma ci devo provare..." pensò decisa.
Allungò la mano da fuori il carrello, afferrò in fretta qualcosa, molto probabilmente era carne surrogata, e la lanciò lontano dal carrello.
Il medico sbuffò e si avviò verso ciò che era caduto a terra.
La ragazza non perse un momento e si catapultò verso l'ascensore.
Cominciò a premere ripetutamente il tasto per chiamare l'ascensore.
"-Diamine... quanto ci mette ad arrivare quest'ascensore?!" pensò agitata, tenendo i denti stretti.
Il medico stava ancora chinato verso il cibo a terra, a quanto pare aveva unto tutto il pavimento.
Dopo qualche secondo l'ascensore si aprì e finalmente entrò. Premette il tasto del primo piano e fece un sospiro di sollievo.
"-Manca poco... molto poco" pensò angosciata.
L'ascensore dopo un pò si aprì e Lucy ricominciò a correre.
Improvvisamente però, si fermò di colpo, tenendosi la mano sulla ferita appena curata.
Faceva male, molto male, e bruciava. Sentiva ancora quel taglierino nello stomaco.
"-Devo andare! Devo trovarlo... perchè lo amo" si incoraggiò.
Uscì dal retro dell'ospedale e trovò Levy nella macchina, più ansiosa che mai.
Appena la vide le fece cenno con la mano di sbrigarsi e Lucy allungò il passo. Entrò in macchina.
"-Lucy... cos'hai? Stai male?" chiese preoccupata Levy.
"-No, nulla non preoccuparti" rispose lei a denti stretti, cercando di non far trasparire il dolore.
"-Ora accendi questa macchina e andiamo!" tagliò corto lei.
"-V-vabene..." rispose Levy in pena per l'amica.
Insieme partirono verso casa di Natsu.
"-Sicura che sia a casa sua?" chiese Lucy dubbiosa.
"-Sì, adesso è a casa sua, ho chiesto informazioni alla polizia perciò..." rispose Levy.
Arrivarono sotto casa del ragazzo, Lucy scese velocemente e sfrecciò verso il campanello suonandolo per tre volte di fila.
Nessuno rispose.
"-Natsu! Natsu! Ci sei? Sono Lucy!" urlò a squarciagola Lucy.
Neanche questa volta rispose.
Dopo qualche secondo che la ragazza aveva perso le speranze, le trillò il cellulare.
"Natsu":
"-Lucy... mi dispiace per ciò che è successo, anche tu sai che non avrei dovuto colpire te, ma grazie al tuo gesto adesso non sarei qui a scriverti, ma chiuso in prigione con l'ergastolo. Ora non sono in casa, non posso spiegarti il perchè, ma sarai felice, te lo assicuro.
Io ti amo.
Ti amo più di quanto amavo Lisana.
Ti amo e basta.
Hai avuto la maturità di farti da parte per la vita di un bambino.
Ti sei messa di mezzo per la vita di un uomo.
Tu sei una vera donna.
Domani se vorrai potremo vederci, passerò io a prenderti.
Spero con tutta l'anima ed il cuore che accetterai, mi sento vuoto senza te.
Rispondimi presto."

A Lucy vennero le lacrime agli occhi, era emozionata, poi con le dita tremanti rispose al messaggio:
"Certo che voglio vederti! Ti aspetto domani, a qualunque ora tu voglia io sarò pronta!".

Levy rimase con le braccia conserte in macchina senza capire perchè Lucy continuava a rimanere immobile e con il volto chinato verso il cellulare.
Poi la bionda si avviò verso la macchina sorridendo.
"-Cos'è successo?" chiese Levy mentre l'amica entrava in macchina.

Lucy le raccontò tutto, facendole leggere i messaggi come prova, dopodiché tornarono a casa.

Lucy mentre era nel suo letto, si addormentò sorridendo...

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