Prologo

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Mi alzai di soprassalto. Il mio respiro era affannoso e il volto era imperlato di sudore. Sentivo caldo, come se delle fiamme stessero avvolgendo il mio corpo. Avevo avuto un incubo, un'altra volta. Guardai l'ora sull'orologio posto sul comodino accanto al letto, segnavano le stette e mezza. Mi alzai consapevole di aver fatto tardi e andai in bagno a lavarmi. Prima però accesi la radio e misi la musica a tutto volume. Tirai fuori dall'armadio di legno un Jeans e una canotta nera aderente, pettinai i lungi capelli castani con leggere sfumature ramate come le fiamme. Non tutti apprezzavano il colore dei miei capelli, io invece lo trovavo carino, un modo per distinguermi da tutte le ragazze del regno. La carnagione del mio volto era abbronzata, occhi verdi come quelli di un felino contornati da una sottile linea di eyeliner. Le guance erano rosse e le labbra carnose. per fortuna non necessitavo di truccarmi molto. Infilai in fretta le scarpe e mi apprestai ad uscire dalla stanza diretta alla sala reale.

Delle guardie reali erano appostate lungo i grandi corridoi. Indossavano delle divise nere con delle decorazioni color oro. Delle spade erano appese alla cintura pronte ad essere usate conto chi avesse avuto intenzione di attaccare il re. Ma dubitavo che il re avesse bisogno di tale protezione, poiché nessuno in questo regno avrebbe mai osato sfidarlo. Le loro espressioni erano dure, i loro occhi esprimevano freddezza, e quando mi videro passare mi accennarono un saluto con il capo.

Ero una demone, figlia del generale delle truppe dell'esercito. Mio padre era molto rispettato in tutto il regno, fedele consigliere del re e mia madre era una demone nobile. Non avevo più alcun rapporto con i miei genitori. Non da quando mi avevano abbandonata. Avevo solo pochi anni e dopo un attacco da parte di alcuni demoni mezzosangue, loro tentarono di proteggermi affidandomi alla custodia del re, dopo quel giorno scomparvero. Nessuno sapeva che fine avessero fatto.

Nonostante ciò, avevo buoni rapporti con gli altri demoni, non solo per il mio ceto sociale ma perché ero l'unica persona più vicina al re, il suo braccio destro e avere me come amica rappresentava per chiunque un ottimo vantaggio entrare nelle sue grazie.

Varcai l'angolo a destra attraversando un piccolo corridoio che conduceva alla sala reale. Era grande, illuminata da lampadari di cristallo, le mura erano di color grigio ghiaccio su cui correva una cornice nera. La sala era arredata con un piccolo mobile in cui erano conservate delle bevande, e di un lungo tavolo rettangolare posto al centro di essa, e seduto a capotavola vi era il re degl'inferi.

Due occhi color ghiaccio si puntarono fissi su di me, quasi da incutermi terrore. <<Immagino che tu non abbia chiuso occhio neanche questa notte Jane>> disse il re con tono gelido. <<Detesto i ritardatari e tu lo sai bene.>>

Mi sedetti alla sua destra lanciandogli un'occhiataccia. Era il re degl'inferi, poteva incutere terrore a qualsiasi demone, ma non a me. Sono cresciuta con lui, sono stata addestrata da lui, e mi sentivo libera di palargli come volevo. Tutti i demoni mi odiavano per questa libertà, per la mia impertinenza. Il re non mi aveva mai detto nulla riguardo, sembrava non interessargli molto il modo in cui lo trattavo a differenza degli altri demoni.

<<Ed io detesto la tua ossessione per i ritardatari>> dissi con voce roca servendomi la colazione nel piatto. Dei pancake alla nutella e un bicchiere di acqua fresca, non avevo molta fame ultimamente. Il suo sguardo indagatore mi scrutava notando i segni di stanchezza sul mio volto.

<<Non hai un bell'aspetto, immagino che tu abbia trascorso una notte molto movimentata.>> posò la forchetta sul piatto e nella sua voce percepivo un piccolo segno di rabbia. I suoi occhi erano azzurri come il ghiaccio, la pelle bianca come la neve nettamente in contrasto con i corti capelli neri. Trasudava fascino e bellezza da tutti i pori, una goduria per gli occhi.

Magari fosse stata una notte movimentata. Il suo volto era rilassato e affascinante, era lui ad aver passato una notte movimentata. <<Al contrario tuo mio caro Lucifero, sono stata in piedi tutta la notte ad occuparmi del tuo lavoro.>> Trascorsi la notte a risistemare alcuni documenti importanti e a perlustrare le vie della piccola cittadina di demoni. Quello che avrebbe dovuto fare lui.

La Demone Di Fiamme -  IN  REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora