11. God, he is so beautiful!

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Mi sveglio di soprassalto, il cuore che batte all'impazzata nel petto, mentre le immagini dell'incubo appena interrotto si ripetono nella mia mente. Si tratta di semplici ricordi: il viso di Mali Koa gonfio e pieno di lividi e la sua schiena arrossata, ricoperta di graffi, entrambi riflessi allo specchio in cui cercava di riconoscersi, mentre io la osservavo di nascosto attraverso lo spiraglio lasciato dalla porta socchiusa della sua stanza.

Sfrego le dita sugli occhi e cerco di scacciare quelle immagini, ma cercare di dimenticare la sua pelle livida mi risulta del tutto inutile, soprattutto perché ricordo perfettamente anche le emozioni provate e non posso fare a meno di sentirle ribollire ancora una volta nelle mie vene, esattamente come quando ero un sedicenne incapace di trattenersi dal fare idiozie. Perlomeno adesso riesco a ragionare e mi rendo conto degli errori fatti in passato e che non si devono assolutamente ripetere, proprio come testimonia l'agenda nera poggiata sul comodino accanto al mio letto.

Vorrei provare a richiudere gli occhi, ma so già cosa troverei ad aspettarmi, perciò mi alzo di scatto dal letto, sentendo subito dopo un tonfo inconfondibile. Mr Darby soffia furiosamente e, dopo avermi attaccato con tutta la sua forza e le unghie affilate le caviglie, scappa fuori dalla stanza con la coda ritta e gonfia, trasmettendomi un chiaro messaggio: posso anche scordarmi che in futuro mi conceda il grande onore di dormire sul letto con me, accoccolandosi sulle mie gambe. O, comunque, almeno per i prossimi giorni.

Mi concedo una piccola risata ed esco dalla mia camera da letto, dirigendomi in cucina e trovando già la luce accesa. Entro velocemente nella stanza, borbottando qualcosa riguardo a quanto Michael sia così sbadato da essersi dimenticato di spegnere la luce, quando mi accorgo che lui è seduto a tavola, lo sguardo rivolto verso una tazza di camomilla e i capelli arruffati.

«Mikey?»

Il ragazzo alza gli occhi verso di me e mi rivolge un piccolo sorriso, forse per tentare di nascondere la sua espressione quasi stravolta e le occhiaie violacee. «Come mai sei già sveglio?» chiede, indicando con un cenno del capo l'orologio appeso alla parete. Sono appena le cinque e mezza.

«Potrei farti la stessa domanda,» rispondo, sedendomi di fronte a lui. In realtà, sono molte le domande che vorrei porgergli, ma ho paura di risultare troppo invadente, pur essendo il suo migliore amico. E, sì, a questo punto non ho più alcun dubbio sulla nostra amicizia, dato che quella con Luke Hemmings era di ben altra natura, a quanto pare.

Michael sospira, per poi guardarmi dritto negli occhi. «Hai mai avuto dubbi sul tuo orientamento sessuale?»

Oh, caspita. Non pensavo che sarebbe arrivato direttamente al dunque.

Il ragazzo, non ricevendo subito una mia risposta, fraintende il mio silenzio. «Lascia perdere, era solo una domanda senza alcun senso,» balbetta, prima di alzarsi dalla sedia.

Tuttavia, riesco a fermarlo in tempo. «Ho visto il vostro bacio,» mi limito a dire e questo basta a farlo tornare al suo posto. «Pensavo ti piacesse sul serio Cassidy. Voglio dire, per stare con una ragazza priva di intelligenza come lei bisogna essere davvero presi. O scemi.»

Michael scoppia a ridere e io sorrido, per poi prendere la tazza di camomilla di fronte a lui e portarla alle labbra. Mi ci voleva proprio.

«Non lo so,» sussurra poi, lo sguardo perso nel vuoto. «Ero certo che mi piacessero le ragazze e tutt'ora sono attratto da un bel paio di tette, sia chiaro, ma Luke...» si interrompe, mentre un sorriso radioso si fa spazio sul suo viso, un sorriso che mette subito allegria persino a me. «Non ho mai provato nulla di simile e so che non è semplice amicizia. Luke mi fa sentire davvero bene e sembra conoscermi da una vita, sa sempre cosa dire per farmi sorridere e poi... Dio, è così bello!»

«Allora qual è il problema?» chiedo, indicando con un cenno lo stato a dir poco pietoso in cui si trova.

Michael mi guarda come se fossi pazzo. «Pronto? Io non sono gay, non lo sono mai stato e, se permetti, al momento mi sento piuttosto confuso, visto che non vorrei fare altro che prendere quel biondo e-»

«Okay, okay, ho capito,» lo interrompo, prima di scoppiare a ridere di fronte al rossore sulle sue guance.

Il mio migliore amico sospira di nuovo, prendendosi la testa fra le mani. «Cosa devo fare, Calum? Non so nemmeno se lui è gay o- perché diamine mi guardi così?!»

Questo ragazzo sa essere davvero idiota, non c'è dubbio.

«Ma per quale motivo pensi che ti abbia baciato, scusa?»

«Un'esperienza nuova? Troppa birra? Non lo so,» mormora, cercando di nascondere il dispiacere nella sua voce al pensiero che queste possano essere davvero le motivazioni che hanno spinto Luke Hemmings a infilargli la lingua in bocca.

Tuttavia, mi torna subito in mente la telefonata con Ryan e, anche se inizialmente non ne capisco il motivo, ben presto mi ricordo delle sue parole, quando mi ha assicurato che non avevo motivo di essere geloso del suo rapporto con Luke Hemmings, anche se non ha specificato il perché, probabilmente per rispetto nei suoi confronti. Be', adesso lo so.

«Luke Hemmings è gay, fidati di me.»

Michael mi guarda confuso per qualche istante, per poi annuire quasi impercettibilmente. «Anche se così fosse, le cose non cambiano molto.»

«Ascoltami bene, Michael,» dico semplicemente, preparandomi a fare uno dei discorsi più seri della mia intera esistenza. «Non hai mai provato cose simili per un ragazzo, d'accordo, ma perché mai il vostro sesso dovrebbe impedirvi di frequentarvi, di essere felici insieme? Non lasciare che la società e i pregiudizi della gente ti impediscano di amare liberamente una persona solo perché è del tuo stesso sesso, ti prego. Luke ti rende felice e questo è tutto ciò che conta, davvero,» persino se faccio ancora fatica a sopportarlo, ma questo evito di dirlo, ovviamente.

Il ragazzo rimane a fissarmi in silenzio, gli occhi arrossati e lucidi. «Hai ragione,» sussurra, prima che entrambi ci alziamo per abbracciarci. Dopo qualche secondo sento qualcosa di umido sulla mia maglietta e capisco subito che si tratta delle sue lacrime. Fingo di non essermene accorto e lascio che si sfoghi, liberando tutte le emozioni che ha tentano di trattenere in questi giorni, da quando ha conosciuto il ragazzo che gli ha sconvolto l'esistenza.

Passano minuti interminabili e, quando Michael riesce a rilassarsi, scioglie l'abbraccio e mi rivolge un piccolo sorriso, per poi puntarmi minacciosamente un dito contro.

«Oggi si va da Cameron e devi raccontarmi tutto, chiaro?»

My Victims || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora