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Passai la notte in bianco, infatti due profonde e scure occhiaie contornavano i miei occhi.

"Sei stato fuori tutta la notte a fare baldoria?" domandò Mara dopo essermi seduto al mio posto.

"Lasciamo stare..." risposi io, appoggiando la fronte sul banco.

"Nottataccia?" sentii dire, seguito da un risolino.

Alzai la testa e fulminai con lo sguardo Sofia, ma lei fece finta di niente e si sedette, guardando dritta davanti a sé.

"Eccolo, arriva il prof!" sussurrò Mara.

Mi agitai sulla sedia e tesi le orecchie: "Allora, sarete curiosi di sapere cosa ho in serbo per voi..." iniziò l'insegnante.

Ma perché non si muoveva?! Non mi interessa nulla della sua premessa!

"Ho deciso di farvi fare una ricerca sulla seconda guerra mondiale. Dovrete, alla fine dell'anno, portarmi tutto il materiale possibile su testimonianze dirette o indirette dei civili e dei combattenti. Non è meraviglioso?" si accese lui, battendo le mani.

"Ma sono tutti morti! E poi conosciamo a memoria la Seconda guerra mondiale..." disse Giacomo, il più stupido della classe.

Prima che il prof esplodesse per la rabbia, chiesi di poter andare in bagno, così mi andai a sciacquare la faccia, per schiarirmi le idee.

Mi guardai allo specchio e mi sedetti sul pavimento freddo e sporco.

Le bidelle erano mai entrate in questo bagno?!

Dopo una smorfia di disgusto, iniziai a pensare alla sera precedente: non era possibile che Sofia, la ragazza stupenda, che mi odiava senza motivo, volesse diventare la mia...

AMICA DI LETTO!?

Ma stiamo scherzando? Io che non ho mai baciato una ragazza, se non alle elementari, ricevendo, tra l'altro, uno schiaffo dalla mia compagnetta, avrei dovuto passare da un estremo all'altro?

In realtà avevo baciato la scorsa notte Sofia. Anzi, era stata lei a fare il primo passo. Io non avevo neanche ricambiato.

Idiota che sono stato. No! Ma che dico! Lei non era la ragazza giusta per me, io avevo certi valori,cosa che lei sicuramente non aveva...

Bene! Le stavo dando anche della ragazza di facili costumi! Ma che mi prendeva?! Io ero per la parità dei sessi! Ok, ero stanco e stressato. Dovevo andare a riposare il prima possibile.

Uscii dal bagno e girai l'angolo, e mi trovai Sofia appoggiata al muro che guardava il cellulare.

Mi fermai di colpo e cercai di indietreggiare, senza farmi vedere, ma era troppo tardi.

Il suo sguardo fatale si era posato su di me, mettendomi soggezione.

"Tutto bene, Stefano? Ti ho visto un po' sconvolto oggi" mi sorrise e avanzò verso di me, che ero pietrificato. 

Ma non sapevo fare altro che stare impalato?

Deglutii forte e lei mi sentì, facendo allargare le sue labbra.

"Tutto benissimo, perché dovrei essere sconvolto?" dissi tutto d'un fiato.

"Forse per questo" mi baciò piano e si allontanò, ritornando a guardarmi negli occhi.

"O questo" continuò, riposando le sue labbra morbide sulle mie, ovviamente secche.

Non so perché, o per quale miracolo oserei dire, mi nacque una strana forza dentro al petto, anzi, dal profondo, e la afferrai dalle braccia prima che potesse allontanarsi da me, e la feci aderire contro il mio petto.

Lei sbarrò gli occhi, ma non le diedi il tempo di dire niente.

Con un braccio le circondai il corpo, mentre con l'altra mano avvicinai la sua testa alla mia.

Le premetti la mia bocca sulla sua, che per lo stupore si aprì e ne approfittai, senza neanche rendermene conto, per approfondire il bacio.

Le nostre lingue danzarono all'unisono e il mio cuore iniziò a battere forte. Sofia, con le sue piccole mani, mi afferrò la maglietta sul petto, facendomi abbassare verso di lei.

La feci indietreggiare, fino a quando non sentii il muro sotto la mia mano, e le passai la lingua sulle sue labbra, per far prendere fiato ad entrambi.

Ma dove avevo imparato a baciare in questo modo?! Adesso credevo alla frase "tranquillo, sarà spontaneo, tutti sanno baciare".

Prima che potessi continuare, la campanella suonò acuta e ci staccammo subito.

Sofia si sistemò i capelli e la maglietta, che le si era un po' alzata, poi mi disse, con un sorriso sexy: "Lombardi, ci vediamo dopo".

Mi fece l'occhiolino e se ne andò, sparendo fra gli studenti.

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