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Sofia mi guardò negli occhi terrorizzata, cercando una risposta.

Il mio cervello iniziò ad andare in sciopero ed io iniziai ad agitarmi.

Ma come facevano ad essere già qua? Al telefono mi avevano detto che sarebbero arrivati dopo tre giorni.

"Ciao mamma! Sì, sono in camera a studiare!" urlai come risposta, la mia voce incerta.

Sofia scoppiò a ridere e si mise una mano sulla bocca per attutire il suono: "Che materia? Anatomia?"

Io la guardai in cagnesco, anche perchè non era il momento di scherzare.

Sentii dei passi sulle scale e, come se fossi stato punto da un'ape, scattai giù dal letto e inizia a rivestirmi velocemente.

Sofia cercò di raccogliere i suoi vestiti ed io le feci segno di andare sotto al letto.

Anzi, la dovetti spingere giù, perchè mi sembrava molto contrariata.

Dopo neanche un secondo, mia madre entrò con un sorriso smagliante e si avvicinò a braccia aperte.

"Ciao tesoro, quanto mi sei mancato! Come è andata? A cena mi devi raccontare tutta la tua settimana, senza tralasciare i dettagli!"

Mia madre. Donna solare e affettuosa, non solo con suo figlio, ma anche con i suoi pazienti.

L'adoravo per questo, per la passione che metteva nel suo lavoro, anche se i turni e le conferenze me la portavano via troppo spesso.

Dopo l'abbraccio, si girò a guardare la cameretta e si fermò sul letto sfatto.

"Stefano"

Oh-oh...quando mi chiamava con l'intero nome capivo che avevo combinato qualche cosa.

"Non hai rifatto il letto stamattina? O stavi dormendo, come sempre?"

Uno sguardo truce si posò su di me.

"Hai anche qualche cosa di strano...ah sì! Hai anche la maglietta al contrario! Ma che ti succede?" domandò preoccupata, facendomi una carezza sulla guancia un po' arrossata.

Abbassai lo sguardo, sperando se ne andasse il prima possibile da quella camera, e vidi il preservativo appena usato sul pavimento, vicino al suo piede.

I capelli mi si rizzarono sulla testa e con velocità mi tuffai, letteralmente, sul parquet e, afferrato il mio obiettivo, lo lanciai sotto il letto, andando a colpire il braccio di Sofia.

La ragazza mi guardò con tanto odio che mi alzai subito e mi scusai per la mia pazzia.

"Vieni a salutare tuo padre? É giù che sta portando dentro casa le valigie." concluse mia madre, dirigendosi verso la porta.

Poi si rigirò di scatto e chiese:"Ho visto un moto sotto casa nostra. Sai per caso di chi sia?"

"No, assolutamente" dissi tutto d'un fiato.

Mi guardò con sospetto, poi se ne andò via dicendo fra sè che suo figlio era strano.

Chiusi la porta e mi distesi sul letto sospirando e cercando di alleviare la tensione.

Sofia uscì da sotto il letto con indosso mutande e reggiseno, il volto rosso, sia per il riso che per la rabbia.

Teneva in mano il preservativo e me lo lanciò addosso: "La prossima volta te lo lancio in faccia! Con tutto lo spazio che c'era, proprio su di me?"

"M-ma io non l'ho fatto apposta!" balbettai delle scuse.

"Avvisato." disse seriamente, per poi lanciarsi sul letto a peso morto, con un sorriso sul volto.

"WOW! Mi sono divertita un mondo. Non mi era mai capitata una cosa del genere!" scoppiò a ridere.

"E...è stato bello" si girò a guardarmi, con il braccio che reggeva la sua testa ed i capelli che mi solleticavano la spalla.

"Sei sicuro di non averlo mai fatto prima?"

"Certo, sicurissimo. Non mi sarei mai dimenticato una cosa del genere" mi passai le dita fra i capelli scompigliati.

"Ora devo andare, sono anche arrivati i tuoi e non mi sembra il caso di rimanere a giocare alla fidanzatina."

Si alzò e si rivestì velocemente.

Poi si bloccò paralizzata e diventò pallida: "Ho lo zaino e il casco giù in sala!"

Neanche il tempo di finire la frase, che sentì la voce di mia madre: "Stefano! Di chi sono queste cose!?"

Andaì giù di corsa e mi portai Sofia dietro, che non stava capendo cosa volessi fare.

"Mamma, sono della mia amica Sofia. Dovevamo fare un ricerca per storia ed è venuta a casa mia."

Optai per una mezza verità, perchè si sa: la mamma scopre sempre tutto.

"Piacere, Sofia" porse la mano con un sorriso affabile.

La bocca di mia madre si aprì in un sorriso: "Piacere, Anna. Se vuoi puoi restare da noi per cena."

"Grazie mille per l'invito, ma adesso devo proprio scappare. Devo andare a prendere la mia sorellina a scuola."

Prese le sue cose e si avvicinò alla porta dopo aver salutato anche mio padre. Ecco, aveva conosciuto tutta la famiglia ora...

Mi chiusi la porta dietro e mi rivolsi a lei: "Scusa, sarebbero dovuti ritornare fra due giorni..."

Lei mi diede un piccolo bacio sulla bocca: "Nessun problema, mi sono divertita."

Senza dire niente se ne andò sulla sua moto e mi lasciò con i miei pensieri.

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