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"Ma che bella ragazza! Non mi avevi detto che avessi una nuova amichetta" sorrise mia madre accarezzandomi i capelli.

"Finalmente ne porti una a casa..." mi diede una gomitata mio padre,
"...pensavamo fossi gay!"

Mi girai rosso in volto e lo vidi alzare ed abbassare le sopracciglia, mentre mia madre urlò:"Caro! Cosa dici!?"

Mi appoggiai alla porta della cucina, ormai senza speranza.

"Ecco perchè eri così misterioso quando sono salita in camera tua. Ma dov'era in quel momento?" domandò mia madre guardandomi di sbieco.

Oh. Mio. Dio.

"In bagno!" risposi, forse con troppa foga.

"Qualche volta può rimanere a casa nostra per cena. Mi sembra una brava ragazzina."

Pensai che fosse pazza.

Non aveva idea di cosa fosse capace.

Non a letto, ma anche quello, s'intende...

A questo punto me ne andai in camera a studiare, poiché ero rimasto indietro con le lezioni e non volevo essere impreparato alle domande che, casualmente, i professori ponevano.

Dopo cena decisi di leggere qualche cosa, per rilassarmi un po' e per cercare di non pensare a lei.

Arrivai davanti alla libreria e feci passare il mio sguardo fra tutti i bei romanzi.

Mi colpì il colore forte di una copertina e decisi che avrei iniziato quello.

Nei tuoi occhi, di Nicholas Sparks.

Mi distesi sul letto ancora sfatto e, nel buttarmi a peso morto, il suo profumo si alzò e mi colpì in faccia, come uno schiaffo.

Girai piano la testa sulla federa e le mie narici furono riempite di lei.

Quella notte dormii con un sorriso da babbeo e stretto a quella piccola parte di Sofia che era rimasta con me.

SOFIA'S POV

Sfrecciai per le via della città, libera e stranamente felice, dopo aver passato quel poco tempo con Stefano.

Andai a casa e posai la moto in garage. Mia madre era contraria al fatto che io andassi a prendere Clara con quella.

Iniziai a camminare senza far più caso alla strada: la conoscevo a memoria per tutte le volte che l'avevo percorsa.

Appena mi fermai al cancello della scuola vidi una bambina corrermi incontro e urlando:"Sofi, Sofi!"

Mi abbassai e fui investita dal suo abbraccio.

Le accarezzai la testa e le sorrisi:"Allora sorellina! Come è andata oggi?"

Lei si staccò da me e iniziò a raccontarmi di aver preso ottimo in matematica e un ottimo più in disegno.

Già da piccola era proprio una secchiona...

Mi sa che tutta l'intelligenza era stata donata a lei.

Mi prese per mano e ci dirigemmo a casa, mentre Clara continuò i suoi discorsi sui compagnetti e sui dispetti che si facevano a vicenda.

Anche a casa continuò, senza lasciarmi un attimo per respirare, fino a quando non arrivò nostra madre, giusto per cena.

Era una donna magnifica: faceva due lavori per mantenerci, ma ciò non le pesava, perchè diceva che le bastava guardarci quando ritornava a casa e ritrovava il suo scopo nella vita.

A cena fui fra le nuvole e non parlai molto, cosa che venne notata dalle altre due donne di casa.

Ma la piccola aveva così tante cose da raccontare che non diede il tempo a mia madre di farmi domande.

Meno male...

Dopo cena mi sistemai e andai sotto le coperte, che tirai fino agli occhi.

Provai a dormire, ma continuavo a rimanere con lo sguardo puntato sul soffitto.

Pensavo a Stefano.

Era stato straordinario pur essendo la sua prima volta.

Potente, ma delicato.
Deciso, ma insicuro.
Silenzioso, ma con occhi che volevano urlare di tutto.

Al pensiero abbassai la mano verso il centro del mio piacere, che stava iniziando a pulsare, ma la tirai subito via, perché non volevo macchiare i suoi ricordi.

Così mi addormentai serena, sperando di sognare il ragazzo dei romanzi rosa.

  

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