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Undicesimo giorno.

"Sai Mauro, ognuno di noi ha un talento speciale. Tu: il calcio; altri: il canto, il disegno, la scrittura. Poi ci sono persone normali che appunto, sono normali. Non vengono considerate belle, ma neanche brutte, simpatiche, carine, e vivono in un loro mondo."

Quel giorno iniziasti tu a parlare, a primo impatto non capivo cosa volessi dire così feci finta di nulla e continuai ad ascoltare la tua voce che sapeva calmarmi i nervi.

"Io non sono speciale, o talentuosa. Nemmeno aspiro ad essere tutto ciò. Eppure non mi basta neanche essere normale." - mormorasti a disagio.

Le mani stringevano forte il contenitore del caffè, era davvero una droga per te, non capivo come facevi a berne così tanto.

"Tu sei speciale." - risposi dopo un po'. "Sei misteriosa e si deve scavare in profondità per conoscerti davvero." - spiegai guardandoti con la coda dell'occhio.

Ed io ancora devo conoscerti davvero.

Sospirasti e iniziasti a mangiucchiare le pellicine delle dita, lo facevi sempre quando eri nervosa.

Il sole ti rendeva strana.

Anche quella volta, come la prima volta che ti vidi e c'era il sole, non indossavi gli occhiali, ma le tue iridi le nascondevi al di sotto delle lunga ciglia o dall'ombra del cappellino che portavi.

"Sono una scatola nera, fatta di pelle e di ossa che non dorme più." - la tua voce era poco più di un sussurro spezzato.

La lontananza da casa ti aveva distrutto, non vedere più le tue radici ti stava facendo crescere da sola ma in un modo spaventoso.

Non sei tu quella ragazzina dagli occhi vivaci, con il viso costantemente imbronciato e le guance rosee che è ritratta in tutte le foto che circondano la tua stanza.

"Ti manca il sud?" - chiesi leccandomi le labbra, come ad aver paura di formulare quella domanda.

"Mi manca la mia terra, il calore che mi dava... Hai visto e lo sai, io prima non ero così."

Spostai la mano dal manubrio dell'auto alla tua mano, stringendola forte e sentì la tua pelle fredda in contrasto con la mia.

"Un giorno ti porterò a casa. Te lo prometto Neve."

Il tuo sorriso era il più bello che avessi mai visto.


Oemmegi un aggiornamento nel giro di nemmeno 24h. Ditemi che non vi penso.

Questo capitolo l'ho scritto esattamente un anno fa. Spero che vi piaccia, a me da ancora tutte le sensazioni di quando l'ho scritto. Un bacio

Neve || Mauro IcardiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora