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Nono giorno.

Il nono giorno mi portasti a casa tua, diluviava e c'era nebbia. Per la prima volta ti vidi arrabbiata anche con la pioggia.

Non ero mai entrato in casa tua, era la prima volta e mi sentivo emozionato.
Guardai il piccolo salone spoglio, i muri bianchi e niente a coprirli, spogli.

La cucina anch'essa piccola, sembrava che non fosse mai stata utilizzata per quanto fosse pulita ed in ordine.

"Non ti spaventare per la mia stanza." - dicesti, facendomi entrare nel tuo angolo, in quel piccolo pezzo di vita solo tua.

Le pareti erano azzurre, c'erano i poster dell'Inter, il piumone della squadra a coprire il letto e le lenzuola erano nere.

Eri una gran tifosa Neve

C'erano anche dei biglietti delle partite e dei concerti. "Ti porterò allo stadio Neve, te lo prometto" - dissi, quando mi girai a guardarti.

Eri stesa sul letto, guardando il soffitto, fumando una sigaretta.
Avevi poggiato il the caldo sul comodino e non ti eri tolta quei stivaletti neri che ti facevano sembrare più alta.

Portavi gli occhiali, anche dentro casa.

Perché nascondi gli occhi dai miei?
Perché non vuoi farmi guardare al loro interno?

Non ce la feci più e mi avvicinai a te, tu mi guardasti e ti mettersi seduta, tolsi lentamente gli occhiali e tu me lo lasciasti fare.

I tuoi occhi erano diversi da tutti gli altri.

"Ho un tumore begnigno all'occhio destro." - spiegasti.

Quella macchia grigia intorno all'iride quasi ti mascherava tutta la luce che avevi.

Ti accarezzai la guancia e sospirai. Stavo per parlare ma tu mi precedesti "Uso gli occhiali perché quando non c'è il sole, quella luce bianca o grigia mi da fastidio."

Ancora devo capire come facevi a leggermi nella mente, ancora devo capire come potessi farmi sentire tremila sensazioni diverse nel mio cuore.

Vorrei rivivere tutto ciò.
Torna da me, ti prego
Neve...

Neve || Mauro IcardiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora