Prologo

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Broods-Mother&Father.

Quei giorni senza fretta...

Il colore dei suoi capelli,

il suo sorriso, i suoi occhi verdi.

È possibile che nessuno li ricordi più. Stavi sempre solo.

Non sapevo niente di te...

Guardavo davanti alla finestra e c'era sempre il tuo sorriso da ricordare.

Notte, mattino, notte, mattino.

C'eri sempre tu nella mia mente.

Giorni senza di te, senza il tuo sorriso malinconico.

Questo desiderio che cresce. Cadrò insieme a te, cederò per te.

Accompagnami in questo viaggio, lasciati andare per una notte di adrenalina e passione... con me.

Baciami...

Le cuffiette accarezzano le mie orecchie con la sua melodia, trasmettendomi la sensazione di pace e tranquillità. " Ti amo" o "Vuoi essere la mia ragazza?" , quante volte ho sentito queste frasi; nei film, nelle serie e infine: nella vita reale. La possibilità che con quelle parole il tuo cuore soffra un collasso e si rompa in frantumi, è alta, no, mi correggo, è altissima.

Innamorata? No, non lo sono mai stata nella mia corta e bellissima vita, forse l'aggettivo usato all'ultimo è sarcasmo, sí, lo è sicuramente. La classica e anche famosa"Ho sentito le farfalle nello stomaco" è ignara a me, completamente. Ma ti dico una cosa: l'ho letta un milione di volte nei libri; lì dove credi che forse ci sia la "Speranza" della verità di quella frase. Non dico che non credo nell'amore, oppure che lo odio perchè mi hanno spezzato il cuore o il ragazzo che mi piaceva non mi ha corrisposto, no, quello non lo sentirai mai dire dalla mia bocca. Cosa importante: prima o poi qualcuno soffrirà tra i due. Perciò, meglio starne lontana.

Questa è la mia storia, no? Non sono una ragazza di fiori, non sono sensibile, non ho abiti firmati, non ho un padre miliardario e non ho una piscina enorme e, tanto meno, sono la più popolare di tutta la scuola, no. La mia vita è un'altra.

È un venerdì, di pomeriggio. Come sempre un grosso strato di nuvole copre il cielo, lasciando solo alcuni piccoli spazi della sua tonalità già comune in questi giorni: nero e grigio. Gli uccelli cercano il rifugio della pioggia che avrà inizio da un momento all'altro. Il vento abbatte tutte le sedie dei locali presenti, le donne coi cappelli cercano di tenerli attaccati alla loro chioma mentre cani abbaiano e trascinano i loro padroni, causando alcune imprecazioni da parte loro. Chiudo gli occhi e la mia mente memorizza questa immagine.

«Ehi! Ti sto parlando...»mi richiama Claudia, guardandomi male.

«Scusa, ero distratta.»mi toglie le cuffie con delicatezza e dopo un paio di secondi mi racconta che, di recente, ha conosciuto un ragazzo della nostra età.

«...aveva delle labbra molto morbide. Fidati, il ragazzo sa muovere la lingua.»conclude la frase con quell'espressione molto rara in lei: in processo di innamoramento. D'accordo, forse sto esagerando, ma sente qualcosa per il ragazzo, chiamato da lei Brad. Si tocca le labbra e sorride, sicuramente ricordando il loro bacio. Mi guarda.«E tu...?»

Sospiro in modo drammatico. Mi aspettavo questa domanda da lei.

Claudia Cortés Mason, una ragazza dai lunghi e perfetti capelli castani, con due occhi grandi e impressionanti per la loro tonalità verde chiara; tendenti allo smeraldo il più delle volte. Dal naso piccolo ma giusto nel suo viso leggiadro, labbra sottili e molto rosacee. Le sue fattezze sono molto delicate, simile ad una bambola di porcellana e di certo è attraente per il sesso opposto, e direi che anche un po' civetta.

Probabilmente l'inizio della nostra amicizia non sarà stato uno dei migliori, ma certamente lei la trova una buona storia da raccontare agli altri. È la mia migliore amica in assoluto; siamo molto diverse in alcuni aspetti, ma ci completiamo con le nostre personalità.

Lascio i miei pensieri e formulo una risposta da usare.

«Beh, niente di che. Ho fatto un' orgia di due giorni con quattro ragazzi biondi e muscolosi.»informo con disinteresse. Alza la faccia dal cellulare con una velocità esagerata.

«Davvero?»dice scuotendomi dalle spalle. Non riesco a trattenere la risata vedendo la sua espressione buffa. Scoppio a ridere e lei mi segue.«Ah, ecco. Mi sembrava troppo bello per essere vero.»

Mi lascia le spalle e guarda il suo orologio al polso. Impallidisce.

«Devo andare a casa. Parliamo domani, ciaino da pesciolina sexy.»la sua bocca sbozza un sorriso divertito mentre si chiude la giacca nera.

La vedo allontanarsi. Mette le mani sopra la testa, coprendo i capelli dalla pioggia iniziata pochi minuti fa. Le gocce mi cadono sopra i vestiti e per un momento sospiro; sono tranquilla. Mi accomodo il cappuccio della felpa sulla nuca e infilo gli auricolari nelle orecchie.

[...]

«Hai dimenticato la...»lascia la frase a mezz'aria. Chiudo la porta con l'intento di non farlo con bruschezza, ma il suono dello sbattimento della porta rimbomba nella stanza. Guarda dall'alto in basso come sto e, per un momento, per un solo secondo, vedo preoccupazione nei suoi occhi, ma, così come ho detto, è solo un millesimo di secondo.«La cena è nel forno, riscaldala e vai a dormire.»

Faccio un accenno ad annuire, ma ne esce solo un movimento strano nella testa. Ci guardiamo per quello che mi sembra un minuto prima che superi il mio lato per andare in salotto. Dai capelli disordinati, il vestito sopra le cosce e la bottiglia di champagne mezza vuota, deduco solo una cosa: era in compagnia.

Nego con la testa, afflitta. Lei ormai è abbastanza grande da prendere le sue decisioni, decisioni che fanno soffrire la sua unica figlia, io.

Salgo le scale al contempo che mi tolgo la felpa sopra la testa; sento la sua voce parlare al telefono. È un altro giorno che sta giungendo al termine, un altro giorno che a malapena mi dedica una frase. Sospiro con pesantezza e quel comune sapore amaro si fa presente nella mia bocca.

La mia mandibola si stringe e chiudo gli occhi, placando quella inservibile necessità di dar libero sfogo alle lacrime trattenute. Non mi vergogno di piangere, solo detesto che l'essere umano deve esprimere la sua tristezza in quella forma.

Giro la maniglia ed entro nella mia camera. Un'altra giornata conclusa.

[...]

«Affetto intenso, sentimento di profonda tenerezza. Inclinazione forte ed esclusiva per una persona...»smetto di leggere appena sento un peso nel mio letto. Aspetto che si accomodi accanto a me; la sua testolina pelosa emana un calore gradevole nelle mie gambe.

Decido che è ora di dormire. Chiudo il portatile in mezzo ad uno sbadiglio, lo poso sul tavolino da notte e finalmente la mia testa fa contatto con il mio cuscino. Il vetro della finestra accanto al letto, insieme al lieve vento che irrompe nella stanza, sono le uniche cose che sento e vedo prima di andare a dormire.

Vorrei avere la famiglia di Claudia, e ancora una volta penso che non sia buono desiderare qualcosa che non potró avere. La sensazione di solitudine e malinconia è più presente ora. Il mio petto si fa pesante e le palpebre si chiudono, consapevole che se dormo non lasceró cadere le maledette lacrime.

Ti puoi distruggere se dai amore, ti puoi far male se dai affetto, ti puoi condannare se apri il tuo cuore a qualcuno. Non fa per me quello. Voglio evitare tutto ció.














AVVERTENZA

Contiene linguaggio forte e alcune scene esplicite.

• Acetto critiche costruttive, non ditruttive.

•Non sono una professionista, scrivo perché mi piace e non per obbligo.

Detto questo, se non ti piace, bene, se ti piace sei il benvenuto/a in questa storia.









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