The Neighbourhood - The Beach.
Capitolo 16 : Ora tocca a te piangere.
Il mio mondo sembra fermarsi, così, di colpo, alla sprovvista. Le mie dita afferrano quel singolo oggetto che proprio in questo momento sembra avere il potere di paralizzarmi e anche di provocare un groppo nella mia gola.
«Papà?»
«Papà? Cazzo ragazza, stai facendo uno scherzo telefonico o cosa? Se vuoi ordinare qualcosa dilla, altrimenti non farmi perdere tempo.»una voce burbera mi risponde di cattivo modo. Increspo le sopracciglia e il mio cuore riprende a battere nel suo ritmo regolare, eliminando quei battiti convulsivi del tutto.
«Io...»
«Okay, stai facendo un fottuto scherzo. Cresci ragazza, ormai questa roba da bambini è vecchia. Addio...Che cazzo vuoi, Doge?!»il ragazzo finalizza la chiamata di colpo, non lasciandomi nemmeno il tempo di spiegargli le cose come stanno.
«Ma cosa diavolo è successo?»sussurro con voce rauca stringendo quel foglio tra le mie mani.
Mi rendo conto che la mia fronte è madida di sudore e una forte vampata di calore mi ha totalmente avvolta.
Ma che diavolo significa?!
«Annalise, perché mi hai fatto chiamare quel numero?»rivolgo la vista in alto, come mio solito fare quando mi trovo davanti ad un grande conflitto tra me stessa.
Ci metto ben dieci minuti a vagliare con molta cura il foglio, cercando qualche messaggio in codice-credendomi chissà quale investigatore provetto-da decifrare, ma il risultato è sempre lo stesso.
Niente.
Poi, realizzando che non ho nessun indizio, riprovo a chiamare lo stesso numero, ma non mi risponde nessuno.
Il ragazzo di prima ha detto prima se volevo ordinare prima, ma il numero che c'è scritto non mi sembra di qualche negozio, no, piuttosto uno di telefono di una persona, perciò, un'interrogativa comincia a saltarmi all'occhio.
«Ragazza, cominci a stancarmi...»il tizio di prima mi accetta la chiamata, scaturendo un tripudio in me.
«Aspetta! Non attaccare per favore. Ti posso fare solo due domande e poi prometto che non ti romperò più?»deglutisco saliva in preda ai nervi quando acconsente.
«Fai in fretta però.»
«Conosci un certo Rickard Kate?»non tralascio il fatto che lo sento sussurrare un "merda" non appena faccio la mia domanda.
«Perché lo vuoi sapere? Chi sei?»la sua voce diventa ancora più dura, ma c'è di più sotto: timore.
«Sono sua figlia. Insomma, lo conosci o no? Sai dove si trova...? Ehi, ci sei?»
Ha attaccato.
Il ragazzo sà qualcosa, quello è sicuro. Devo sapere dove si trova papà.
[...]
23:48 PM.
Non sospiro più, non formo nessuna smorfia disprezzante né tento in qualche modo di parlarle. L'ho realizzato, l'ho capito, ma non l'ho accettato ancora. Ma la vera domanda da pormi è questa: posso fare qualcosa?
Esatto, non posso.
Non tutti sono destinati a stare insieme, né a invecchiare finché la morte non vi tolga l'ultimo respiro della vostra vita. E questo è il caso dei miei genitori, o meglio, di Mairan e Rickard.
Quando ho sentito la parola "divorzio" da mia madre il significato mi era ancora ignaro, anzi, direi pure arcano. Che sto dicendo? Ovvio che sapevo allora perfettamente il significato, ma la me di tre anni fa non accettava che i suoi genitori potessero separarsi.
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The Grey Eye
Fiksi RemajaSi presuppone che all'età dei diciassette anni la tua vita deve girare intorno agli studi, agli amici e alla famiglia, giusto? Si presuppone che a questa età tu sia in cerca del tuo posto nel mondo, sperimentando cose nuove che non sempre finiscono...