Io e Shawn abbiamo passato tutto il resto del pomeriggio insieme, parlando di tutto, tranne di quello di cui avremmo dovuto davvero parlare.
E non intendo soltanto della situazione accaduta qualche ora prima, ma anche della sua inspiegabile "sparizione" durata per ben due giorni.
Avrei voluto domandarglielo, per saperne qualcosa di più, ma sapevo che avrei rovinato quell'aria di spensieratezza e serenitá creatasi sul suo viso, così diversa dalla tristezza che soltanto poche ore prima, lo aveva quasi ridotto il lacrime."Andiamo a cena?"- domanda, osservando il piccolo orologio da parete. Le 19:45.
"Sì, ma prima vorrei farmi una doccia. Ci vediamo in mensa?"
Lui annuisce: "D'accordo."Lentamente si avvia verso la porta, salutandomi con dolce sorriso.
Una volta chiusa a chiave, mi precipito in bagno, con in mano soltanto un accappatoio e il cambio dei vestiti: un semplice jeans grigio-blu, abbinato ad una maglietta a maniche corte nera.
Lascio scorrere l'acqua bollente, nonostante il caldo afoso caratteristico di fine giugno, evitando di bagnare anche i capelli.
Mi insapono velocemente, per poi risciacquarmi e uscire dalla doccia, avvolta nell'accapatoio.Dopo essermi asciugata mi infilo i vestiti pulti e lascio ricadere i capelli castani ondulati sulle spalle, indosso le mie amate (e altrettanto rovinate) vans e sono pronta per uscire.
Decido di non truccarmi, evitando così il fastidio di non poter sfregare gli occhi, come è mia abitudine fare.Mi incammino frettolosamente verso la mensa, non tanto per la fame, ma spinta dall'idea di rivedere Shawn.
Prima di andarsene mi aveva fatto intendere che avremmo cenato insieme e non volevo farlo aspettare molto. A giudicare dai brontolii provenienti dal suo stomaco, sembrava essere molto affamato.D'altronde a pranzo non lo avevo nemmeno visto, come del resto, tutti i pranzi e le cene risalenti a due giorni prima.
Giunta a destinazione, scorgo con lo sguardo tutti i tavoli presenti nella stanza, in questo momento molto affollata.
Con fatica riesco a scorgere la famigliare chioma castana di Shawn, in fondo alla mensa.
Evitando numerosi studenti intenti a trasportare vassoi stracolmi di cibo, mi avvicino al ragazzo, notandolo seduto allo stesso tavolo di Joye. Proprio in quel momento, la ragazza scoppia a ridere per chissá quale frase divertente pronunciata da Shawn."Hey!"- esclamo, cercando di farmi sentire al di sopra del fracasso creato dalle numerose voci e rumore di stoviglie.
Joye mi sorride: "Ciao Chris, come è andata scienze? La tua prima interrogazione..."
"Bene, non mi ha nemmeno interrogato."- rispondo, ridacchiando per la maniera teatrale con cui aveva parlato.In quel momento Shawn si gira di scatto sulla sedia, alzando il viso verso la mia figura, in piedi dietro di lui.
Sentendomi improvvisamente a disagio, afferro la sedia libera al suo fianco.
Lo vedo rivolgermi un tenero sorriso."Chris, da quanto tempo!"- esclama divertito.
"Giá...hai mangiato?"
"Sì, ho visto Joye e abbiamo cenato insieme."- mi spiega.
Io annuisco, comprendendo la situazione, sopprimendo quella insensata fitta di delusione che mi stava attraversando la mente.
"D'accordo, allora io vado a prendere qualcosa..."- lo avviso, indicando il buffet.
Faccio per alzarmi, quando Shawn esclama:
"Ah Chris, comunque l'insalata di pollo era fantastica!"Ridacchio, vedendo l'espressione sognante dipinta sul suo volto.
"Lo terrò a mente."Mi allontano per prendere qualcosa da mangiare, nonostante non abbia molta fame.
In fila davanti a me, una ragazza dai corti capelli ricci, chiacchera allegramente con una sua amica, fermandosi ogni tanto a ridere di gusto per qualche aneddoto divertente raccontatogli dall'altra, bloccando così lo scorrere della fila.
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BETTER THAN HE CAN - Shawn Mendes
FanfictionChris è una semplice diciottenne. È fidanzata, ha molti amici e il bene incondizionato dei suoi genitori. Ottenuta una borsa di studio del valore di sei mesi, la ragazza è costretta a trasferirsi in un rinomato istituto. Shawn è un ragazzo costretto...