Tu non sai niente

253 20 1
                                    

La mattina dopo mi sveglio con ancora in mente la frase del biglietto lasciato sotto la porta:

Stagli lontana, tu non sai niente.

Sono finita in una squallida telenovela?
Ma a chi è riferito?
Non capisco. Io non conosco nessuno.
Sará uno stupido scherzo, come quello di ieri sera.

Mi alzo svogliatamente dal letto e prendo il necessario per fare la doccia.
Una volta entrata a contatto con il getto fresco dell'acqua mi rilasso. Me la prendo con calma, insaponandomi più volte.
Quando sento di essere completamente pulita e rinfrescata da una calda notte di giugno, esco dalla doccia.
Oggi non ho nulla da fare (visto che è sabato) perciò pensavo di fare un giro nei dintorni dell'istituto e di iniziare a sistemare le valige.
Indosso una semplice canotta nera, dei pantaloncini da uomo (sì, adoro indossarli) e delle scarpe da ginnastica di tela.
Decido di legarmi i capelli in una lunga treccia laterale, fermata da un semplice elastico per capelli.
Esco dalla stanza e mi incammino verso l'uscita.
Appena apro le porte, la calda aria di giugno mi avvolge, facendomi quasi già sudare.
Non mi è mai piaciuta la stagione estiva: ragazze mezze nude, sudore, caldo, sete...
Inizio a camminare.
La scuola è situata in mezzo ad una piccola valle tra le colline.
Oltre la pineta riesco a scorgere l'azzurro mare agitato dalle onde.
Cammino verso una piccola collina ed inizio a salire. Dopo poco tempo sento giá la stanchezza, non sono abituata a fare sport, non mi è mai piaciuto.
Arrivata in cima sento il bisogno di riposarmi, così mi siedo su un piccolo masso e...quasi non mi accorgevo.
Davanti a me scorre un piccolo fiumicello d'acqua dolce che proviene dalle lontane montagne. Poco più in lá, lungo il tragitto del ruscello, intravedo una rientranza nella roccia così decido di avvicinarmi ed entrarci.
Wow.
Quasi rimango a bocca aperta.
La rientranza è stata creata da una piccola cascata che precipita sotto i miei piedi, lungo la parete sottostante della roccia.
Quel poco di acqua trasportata dalla cascata si deposita qualche metro sotto di me, formando un piccolo bacinetto naturale, circondato da tantissimi tipi diversi di alberi e piante.
È uno spettacolo bellissimo.
Non ho mai visto nulla di simile nella mia cittá, piena zeppa di palazzi e cemento.
Mi siedo per terra facendo penzolare le gambe nel vuoto.

Resto in questa posizione per un tempo indefinito, fino a quando inizio a sentirmi scomoda.

***

Devo tornarci assolutamente, magari per leggere.

Entusiasta all'idea, esco dalla rientranza, ripercorrendo la stradina dell'andata, ora (per fortuna) tutta in discesa.
Decido di tornare all'istituto per farmi dare indicazioni sul paese più vicino. Ho intenzione di comprare qualche oggetto decorativo per la mia stanza.
Se devo passarci sei mesi della mia vita, tanto vale renderla piacevole.
Al bancone dell'ingresso vedo seduta una signora più anziana di Jeanine, ma decido di chiederle comunque le inidicazioni che mi servono.
"Il paese più vicino eh? È impossibile raggiungerlo a piedi. Hai bisogno di un taxi o di qualcuno che ti porti in auto..."- mi spiega la donna.
"Non ferma un pullman qui vicino?"
"Mmh, no. Sono spiacente."
"D'accordo, grazie lo stesso."
"Di nulla cara."
Sconsolata decido di tornare in camera.
Dopo qualche minuto mi reco nella sala mensa. Ho un po' fame, non ho fatto nemmeno colazione.
Appena entro nella sala mi rendo conto di quanto sia affollata. Nulla in confronto a ieri.
Prendo un vassoio e inizio a servirmi dal buffet.
Con mio grande dispiacere ricordo che non ho nessuno con cui sedermi, così trovo un tavolo in disparte e inizio a mangiare.
Il cibo è davvero ottimo, non come le solite mense.
Osservo la gente parlare e ridere, mentre una leggere fitta di nostalgia mi punzecchia la mente.
Nella mia vecchia scuola sedevo sempre con Ally, Luke, Maia e John. Quante risate che riuscivano a farmi fare quei quattro.
"Hey"
Una voce mi distrae dai miei pensieri.
"Chris, ci sei?"

Riconosco la voce come quella del ragazzo dell'incidente: Shawn.
Appena alzo lo sguardo sento un insensata gioia crescermi nel petto. Cerco di reprimerla.
Alla luce del sole è ancora più bello.

"Pianala" ordino a me stessa.

Indossa una polo nera e dei pantaloni della tuta del medesimo colore, con un laccetto bianco all'altezza del bacino. Mi costringo a distogliere lo sguardo dal suo fisico perfetto.

"Ciao Shawn"
Lui afferra una sedia al lato opposto del mio per sedersi. In questo modo ci ritroviamo uno di fronte all'altro.
"Allora...come va?"- chiede lui gentilmente.
"Bene..."- rispondo -"Shawn, ti posso fare una domanda?"
Non sò, ho la senzazione che il biglietto che ho trovato ieri sera non sia uno scherzo, nonostante continuo a convincermi che lo sia.
Se è uno scherzo, allora lui dovrebbe saperlo, considerando la scorsa sera.

"No."- risponde lui serio.
Io mi zittisco e abbasso la testa, mostrando un incredibile interesse per la mia lattina di Coca-Cola.
"Mio Dio Chris, stavo scherzando!"- dice lui ridendo.
Io faccio una smorfia, non è stato divertente.
"Cosa mi volevi chiedere?"
"No, niente"- rispondo io.
Lui mi osserva incuriosito e mi intima di parlare.
Decido di fargli un'altra domanda per spezzare l'imbarazzante silenzio che si è creato tra di noi.
"T-tu studi qui tutto l'anno?"
"Giá"
"Ah e...ti piace?"
"Che mi piaccia o no, non ho molta scelta."- risponde lui tristemente.
Vorrei tanto chiederli il motivo, ma credo di risultare troppo invadente.
"E tu Chris?"
"Io sono qui per un corso di sei mesi, ho ottenuto una borsa di studio"- rispondo titubante.
Colgo nel suo sguardo un piccolo bagliore, ma scompare subito. Me lo devo essere immaginato.
Perchè dovrebbe interessargli quanto tempo sto qui?
E perchè sta parlando con me? Non ci conosciamo neanche.

"Allora ti piace studiare."- constata lui.
"Credo di sì."
"Hai da fare oggi?"- mi domanda.
"Dovrei mettere a posto le valige, perchè?"- chiedo incuriosita.
"Magari ti porto a fare un giro dell'istituto, sempre se sei d'accordo."- mi spiega lui, grattandosi il sopracciglio destro.

Si sta offrendo come guida, che gesto...premuroso.
Alla fine acconsento, mi farebbe comodo conoscere un po' meglio la scuola.

"Per che ora?"- chiedo.
"15:00?"
Io annuisco leggermente.
Lui si alza e si incammina verso un tavolo dove si trovano Scott, Andrew e altri due ragazzi che non ho mai visto.
"Shawn, ma dove ci incontriamo?"
"In biblioteca, tanto sai giá dov'è."

Oh.
E lui come fa a saperlo?

Ci sono stata soltanto una volta e non mi pare di averlo incontrato.

Finisco di mangiare e torno nella mia stanza.

BETTER THAN HE CAN - Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora