2. Non ho rimpianti

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E così me ne andai, era mattina presto e dopo averci pensato tutta la notte, presi le poche cose che avevo e uscii dalla finestra. Ero al primo piano, sul retro dell'edificio; da quella posizione non era stato difficile uscire.

Piansi quando mi allontanai da quella che bene o male consideravo la mia casa, la mia unica 'famiglia' se così si poteva chiamare. Non avevo sensi di colpa, a parte forse a pensare a Jess, forse lei avrebbe sentito la mia mancanza, ma se presto fosse arrivato un nuovo neonato con cui giocare, le sarebbe passato subito il dispiacere.

Ero stato poche volte all'esterno dell'orfanotrofio, purtroppo i fondi erano pochi e non potevano pagarmi delle gite in città. Oh... se solo avessi avuto una famiglia!

Quel giorno il sole doveva ancora sorgere, ma ero stato sveglio tutta la notte e sentivo ancora la stanchezza invadere i miei pensieri. Mi fermai in un parco per riprendermi, dopo aver percorso a piedi molti chilometri non sapevo più dove andare. Guardai intorno a me, gli alberi e il sole erano così belli, mi dispiaceva averli visti così poco, prima di quel momento.

Scesi dalla panchina sulla quale mi ero seduto per riposare un pochino e mi avvicinai a una quercia: era grande e maestosa

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Scesi dalla panchina sulla quale mi ero seduto per riposare un pochino e mi avvicinai a una quercia: era grande e maestosa. Con le dita percorsi i solchi della sua corteccia; al tatto dava una sensazione rassicurante. D'istinto allargai le braccia fino a circondarle il fusto.

Mi sentii un po' meglio e ripresi il mio cammino.


Un giorno a Neverland || Michael JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora