10. Prima o poi i sogni finiscono

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Sapevo che prima o poi quella giornata doveva finire, ma continuavo a fare finta di niente, a pretendere che potesse durare all'infinito. Non passò molto tempo e Michael mi diede la notizia che non volevo sentire: «So che non vuoi tornare da dove sei venuto...» Aveva un po' di tristezza nel tono della voce, forse anche lui si stava affezionando a me.

«Sì, Michael io non ci voglio tornare là. Ti prego, non mi ci riportare.»

Lui mi fece un sorriso rassicurante «Stai tranquillo, non ritornerai là.»

«Veramente?» Domandai io incredulo.

«Ma certo, non voglio più che tu ti senta triste, nessun bambino, nessun umano deve esserlo!»

«Va bene, va bene, questo vuol dire che tu... diventerai il mio papà?» La sua espressione cambiò e diventò tesa, ma lui riuscì subito a mascherarla «No, piccolo, mi dispiace, però mentre tu dormivi ho cercato una soluzione a questo problema e ho telefonato a dei miei cari amici che tanto desideravano avere bambino.»

«E quindi?» Domandai io confuso.

«Gli ho detto di te e, a quanto pare, non vedono l'ora di vederti. Saranno qui a momenti, ti accoglieranno e ti ameranno come se fossero i tuoi veri genitori.»

«E non dovrò più tornare in quel posto? Mai più?»

«No Phil, mai più. Le carte per il tuo affidamento sono già state firmate, ora portai conoscere la tua nuova mamma e il tuo nuovo papà.»

Non fui subito riconoscente con lui, perché avrei preferito rimanere in quel luogo magico, con Michael, a Neverland, per sempre.

Ma si sa, prima i poi i sogni finiscono.

Un giorno a Neverland || Michael JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora