La folla venne investita da un nuovo scandalo. Alcuni mormoravano tra loro altri gridavano insulti contro Claude Frollo. La figura nera, ancora nascosta nello stesso angolo della sala, si contorceva sempre di più dalla rabbia.
<<L'arcidiacono è un peccatore!>> urlò un uomo
<<E' come tutti gli altri!>> gridò una vecchia.
Jacques Charmolue appoggiò i gomiti al suo tavolo e nascose il volto tra le mani.
<<La nostra relazione andò avanti per mesi>> continuò Claude <<Esmeralda visse con me nella mia cella del chiostro. Giuro che non le avrei mai fatto del male. Non ero a Parigi quando è stata uccisa e quando ho saputo della sua morte è stato come ricevere una pugnalata al cuore!>>
<<Avete detto tutta la verità, monsignor arcidiacono?>> chiese Charmolue scoprendosi il volto.
Claude fece "sì" con la testa.
Dopo una breve pausa il procuratore richiamò la folla al silenzio e pronunciò la sentenza <<Monsignore, non sarete incriminato per la morte della zingara Esmeralda, bensì per aver violato i vostri voti e un comandamento desiderando la donna di un altro uomo!>>
La figura nera uscì dal suo nascondiglio mostrando un ragazzo di ventidue anni alto, snello, muscoloso, biondo e con gli occhi azzurri che indossava l'armatura da ufficiale. Quel ragazzo era il capitano degli arcieri del re, Phoebus de Châteaupers.
Si avvicinò all'arcidiacono quanto poteva e guardandolo negli occhi con sguardo pieno di odio gridò <<Lei era la mia promessa sposa!>>
Claude rimase immobile e il sangue gelò nelle sue vene. La folla ricominciò a mormorare.
<<Non me l'aveva mai detto!>> disse con un filo di voce Frollo.
<<Portatelo via. Gli tolgo la carica di arcidiacono, lo condanno ad un mese di prigione e dopodiché a morte!>> concluse Charmolue senza nascondere che quelle parole ferivano persino lui.
Delle guardie misero una corda intorno ai polsi di Claude e lo portarono in una cella delle segrete del palazzo per poi lasciarlo da solo con la lieve luce delle lanterne.
<<Se solo me l'avesse detto>> disse tra sè Frollo <<sarebbe andato tutto diversamente. Come ho potuto io, un prete temuto e rispettato, amare una zingara?! Solo perché ho amato merito una punizione simile? Non avrei mai dovuto guardarla ballare!>>
Intanto una piccola figura completamente coperta da un mantello nero si aggirava sola nel buio della notte per poi entrare nel palazzo.
Claude era in preda al delirio e continuava a girare per la sua cella.
Quest'altra figura nera entrò nelle prigioni del palazzo e senza farsi sentire si diresse verso la cella di Frollo.
<<Oh mia Esmeralda,>> disse infine dando le spalle alle sbarre della porta della cella e alzando la testa <<perché sei andata via da me?>>
<<Ma io sono qui, Claude>> disse la figura nera togliendosi il mantello.
Frollo si girò verso la porta e vide effettivamente Esmeralda con un vestito lungo e bianco pieno di strappi e macchie rosse.
<<Devo essere impazzito>> disse Claude fissando la ragazza.
<<Non sei pazzo, amore mio>> ribatté lei sorridendo <<Non sono morta!>>
Sul volto di Claude si dipinse un'espressione di somma felicità e una lacrima gli solcò una guancia.
Esmeralda tirò fuori da una tasca la chiave della porta della cella, la aprì e corse tra le braccia di Claude.
I due, felici come non erano mai stati, si guardarono prima negli occhi e poi si scambiarono un caldo bacio.
STAI LEGGENDO
Un Prete E Una Zingara
RomanceParigi 1482. Storia di un amore impossibile e a cui nessuno crede. Un amore, che per ottenerlo i due innamorati farebbero di tutto... anche rischiare la vita.