Non Ci Saremmo Mai Più Rivisti

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Esmeralda si sentì come venire meno a causa della forte gioia che in quel momento la investì; utilizzò tutte le forze del suo cuoricino per rimanere cosciente e non delirare.
Durante la sua lunga preghiera a Nostra Signora ella era rimasta stesa prona sulle pietre del balcone. Si mise in piedi poggiando le mani sul freddo parapetto. Dopodiché si sporse lievemente per vedere cosa avesse causato quel rumore di cui parlava.
Era un suono singolare quello che la zingara avvertì. Non riuscì a trattenere la curiosità nonostante sembrasse un rumore proveniente da una fonte tutt'altro che calma e tranquilla.
Non era il farneticare di Esmeralda: era Claude Frollo. Claude Frollo non era morto. L'unico vero amore di Esmeralda era vivo!
Egli si stava arrampicando per tornare dalla sua innamorata con palese angoscia e timore di precipitare nuovamente.
Appena si trovò abbastanza vicino al parapetto del balcone Claude fece come un piccolo balzo ed ebbe la possibilità di aggrapparsi con le mani a quelle gelide pietre. Esmeralda, in preda alla gioia, allungò le braccia e con una forza che non sapeva di possedere tirò Frollo all'interno del balcone.
Lui si lasciò cadere esausto. Lei gli mise le braccia attorno al collo con le lacrime che scorrevano dai suoi grandi occhi castani copiose come non mai fino a raggiungere le sue labbra e il suo collo e riempì il volto del suo innamorato di tanti piccoli baci ravvicinati. Sembrava quasi che la zingara volesse ristabilire il suo possesso nei confronti dell'uomo che la morte aveva appena tentato di prendersi. Ad ogni piccolo bacio che Esmeralda posava sul volto di Claude pensava: "Grazie, Maria. Quest'uomo è ancora mio e non permetterò mai più a nessuno di portarmelo via!>>
Claude era ancora preso dall'angoscia del pericolo appena scampato e respirava faticosamente. Riuscì a tranquillizzarlo solo il lungo e caldo bacio che Esmeralda gli diede sulle labbra.
<<Amore mio, ho temuto così tanto di perderti!>> gridò la gitana stringendo forte Claude.
<<...Non potevo lasciarti... Non proprio adesso... che siamo liberi...>> sussurrò Frollo tra un profondo respiro e l'altro.
Al pronunciare dell'ultima parola la zingara smise improvvisamente di piangere, sgranò gli occhi e fece un balzo all'indietro girandosi in modo tale da dare le spalle a Claude.
<<Il voto! Il voto!>> esclamò lei mettendosi le mani sugli occhi.
"Ma che cosa sarà mai questo voto di cui parla tanto?" pensò Frollo.
Esmeralda capì perfettamente che Claude voleva delle spiegazioni.
<<Amore mio,>> iniziò a spiegare lei <<dopo che ti feci visita in prigione Phoebus mi rinchiuse nella cattedrale. Per salvarti feci un voto a Nostra Signora: se ti avesse salvato, come è successo, non ci saremmo mai più rivisti>> concluse lei sconfortata.
A Claude inizialmente si gelò il sangue nelle vene, ma poi si concentrò più che poté sulle parole di Esmeralda.
"Non ci saremmo mai più rivisti".

Un Prete E Una ZingaraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora