Your last first ....

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Sharon lesse lentamente quello sfogo disperato.
In ogni singola parola scritta da Salvatore si percepiva il dolore, la sofferenza che provava ogni giorno.
Rilesse varie parti, non sapeva come comportarsi.

Perché aveva voluto farglielo leggere?
Probabilmente si aspettava qualcosa da lei, la sua era una richiesta d'aiuto, non poteva più farcela da solo.

Voleva essere aiutato, ma non da una persona qualunque.
Voleva che fosse Sharon a farlo e lei l'aveva capito.

Sarebbe stato difficile, certo, nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile, eppure era intenzionata a prendere la mano di Salvatore e tirarlo fuori da tutto ciò che stava passando.
Voleva salvarlo.

Ripiegò con cura il foglietto, esattamente come aveva fatto lui e glielo diede.
Lui la guardò con un'espressione confusa in volto.
Si aspettava una parola, un gesto di conforto e invece non aveva ottenuto niente, come al solito.

Lei gli sorrise rassicurante.

"Va tutto bene" disse, gli prese la mano e la strinse, indietreggiò appoggiando la schiena all'albero dietro di loro e mise la testa nella spalla del ragazzo, poi intrecciò le dita delle loro mani.

Sharon non aveva parlato, non aveva fatto chissà che cosa.
Aveva fatto un semplice gesto che, però, significava davvero tanto: era rimasta.

Era rimasta davanti al vero Salvatore, quello che la gente non voleva conoscere.
Era rimasta adesso che sapeva tutto.

Era rimasta nonostante tutto, niente avrebbe potuto allontanarla adesso.

"Io l'ho sempre saputo, sai?" iniziò a pare con un tono di voce quasi rilassante.

"Cosa?" domandò lui che, però, aveva un leggero tremolio nella voce.

Sharon iniziò ad accarezzargli la mano con il pollice, come per dirgli di stare tranquillo.

"Ho sempre saputo che non stavi bene, l'avevo visto nei tuoi occhi"

"Cos'hanno i miei occhi?” girò leggermente la testa per poterla vedere, almeno un minimo.

"I tuoi occhi sono vuoti, ci si potrebbe annegare dentro e sono trasparenti.
Guardandoti negli occhi si riescono a capire molte cose di te, ma tu non lo permetti, o meglio non lo permetti agli altri.
In realtà non sono sempre così i tuoi occhi, a volte quando eravamo insieme avevano una specie di luccichio, come una piccola scintilla di speranza"

Rimase in silenzio limitandosi a guardarla, come aveva sempre fatto.

"Ho sempre cercato di capire cosa ci fosse di sbagliato in te, e sono finalmente giunta ad una conclusione" ammise soddisfatta con quel suo fare da eterna bambina.

"Non c'è assolutamente nulla che non vada in te"

Alzò il viso dalla sua spalla e, gattonando, si sedette davanti a lui sorridente.

"Tu vai bene, solo che ti manca qualcosa, ci ho messo davvero tanto a capire cosa ti mancasse, ma ce l'ho fatta"

Continuava a sorridere mentre lui seguiva ogni suo minimo movimento.

"Ma non ti dirò cos'è quella cosa, voglio metterti ansia" concluse infine.

"Sharon, tu mi hai fatto tutto questo discorso per mettermi ansia?
Davvero?" chiese incredulo, lei annuì felice.

"Non ci credo" lui si alzò allontanandosi, cosa che fece anche lei.

"Hey hey hey" gli prese la mano per fermarlo.

Salvatore si fermò permettendo a lei di abbracciarlo.

"Non andare via, ti prego" lo pregò nascondendo la testa nel suo petto.

"Non me ne vado, sapevo che mi avresti seguito" ricambiò l'abbraccio stringendola.

"Sei un po' stronzo però" si lamentò.

"Tu non sei da meno, dai dimmi cos'hai scoperto"

"Io te lo dico, tu però mi abbracci forte"

Salvatore iniziò a stringerla di più fra le sue braccia accarezzandole la schiena di tanto in tanto.
Lei si dondolava in quell'abbraccio sentendosi protetta, protetta da tutto.

Non perché fosse davvero protetta, ma perché qualsiasi cosa fosse successa non le sarebbe importato.
Non finché c'era lui con lei.

Non appena sciolsero, controvoglia, l'abbraccio lei prese un grande respiro.

"Allora, dopo le mie profonde riflessioni sono giunta alla conclusione che ti manchi qualcosa, qualcosa di fondamentale quasi.
Forse non sono la persona più adatta per poterlo fare, ma tu ti sei fidato di me, per qualche strana ragione, ed io voglio aiutarti più di qualsiasi altra cosa al mondo"

Iniziò a camminare avanti e indietro, era nervosa e non poco e l'attesa faceva innervosire Salvatore che aveva iniziato a torturarsi le mani.

"Non voglio che tu pensi che lo faccia solo per aiutarti, lo faccio principalmente perché voglio.
Mi sono finalmente convinta che sia la cosa giusta da fare, o almeno spero"

Si fermò a guardalo, il suo volto pieno d'ansia era dolcissimo.
Lui era dolcissimo.

Sharon tornò vicina a lui con un lieve sorriso imbarazzato in volto.
Si mise in punta di piedi appoggiando una mano sulla sua spalla per reggersi meglio e un'altra nel suo viso.

Piegò leggermente la testa e, ad occhi chiusi, si avvicinò lentamente al suo viso schiudendo di poco le labbra.

Salvatore, iniziò leggermente a tremare, non sapeva come comportarsi e nel momento più acuto del suo terrore il calore delle labbra di Sharon sulle sue fece svanire tutto.

Automaticamente chiuse gli occhi, gli appoggiò una mano sul fianco e schiuse le labbra.

Appena la ragazza capí che era pronto, che non era più pervaso dalla paura iniziò a muovere dolcemente le labbra, a baciarlo, seguita da lui che ricambiava, forse un po' goffamente, ma non importava.

Non era importante com'era quel bacio, era importante cosa stava trasmettendo.

Amore, quel bacio trasmetteva amore.

Le loro labbra si allontanarono lentamente mentre i loro cuori rimasero vicini.

Lei lo guardò e sorrise, lui aspettava una spiegazione da parte di lei.

"Tu, Salvatore, hai un tremendo bisogno di essere amato" confessò infine, poi mise le braccia attorno al suo collo.

"Ed io ho intenzione di darti tutto l'amore di cui hai bisogno"

Lo baciò di nuovo, questa volta lui ricambiò subito, più sicuro e deciso.

In quel momento tutto il mondo attorno a loro era scomparso.

Non c'era più suo padre a casa che aspettava di picchiarlo, sua madre che stava male, lo psicologo che cercava di aiutarlo, i compagni di classe ad insultarlo.

C'erano solo lui e Sharon, e nulla più importante di loro due in quel momento.

Loro che stavano lentamente imparando ad amarsi e a bastarsi.

Non avevano bisogno d'altro se non dell'amore che potevano darsi soltanto loro due insieme.

SIETE FELICI?
SI SONO BACIATI
YE
Non ho nulla da dire se non che questo capitolo, stranamente, mi piace e vbb

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