Save her?

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La paura più grande di Salvatore si era avverata: suo padre era li, con quel suo solito ghigno malizioso in viso e Sharon era ancora fra le sue braccia e non accennava a volerla lasciare.

La ragazza, nel momento in cui aveva capito di chi si trattava, aveva iniziato a stringere la mano e il corpo del suo ragazzo, come se questo semplice gesto la facesse sentire più al sicuro.

"Quindi questa è la famosa Sharon" camminava attorno ai due squadrandoli da capo a piede, Salvatore lo seguiva con lo sguardo.
"Coraggio cara, non nasconderti su questo sfigato, fammi vedere il tuo bel visino" prese fra le dita il mento della ragazza per farla voltare, lei si oppose tenendo il volto nella felpa del ragazzo.
Questo, però, lo fece arrabbiare.

Sulla sua fronte comparvero alcune rughe dovute alla rabbia che lo stava divorando, suo figlio se ne accorse.

Spostò velocemente Sharon dalle sue braccia mettendola dietro d lui.

"Non toccarla" sibilò a denti stretti con tutto il coraggio che aveva in corpo.
"E chi me lo impedirà? Tu?" gli chiese retoricamente.
"Dov'è la mamma?" cercò di sviare il discorso, di ridurre la sua rabbia.
"Oh, non preoccuparti di le- provò ad avvicinarsi a Sharon, ma lui glielo impedì parandosi davanti a lei- uhm, allora adesso parli eh? Ti preferivo quando stavi zitto"

La sua risposta, al contrario di ciò che avrebbe dovuto fare, non lo tranquillizzò, anzi, la preoccupazione che aveva per sua madre era altissima, ma in quel momento doveva pensare a Sharon, doveva trovare una soluzione, un modo per proteggerla.
La guardò con la coda dell'occhio, era in un angolo della stanza, impaurita, tremava e teneva lo sguardo basso, come se in quel modo lui non potesse farle del male.

"Io ti preferirei morto invece" ribatté coraggiosamente Salvatore che dopo poco sentì la sua guancia bruciare, gli aveva appena dato uno schiaffo.
"Tu non ti devi permettere di parlarmi in questo modo!" gridò, ma lui rimase impassibile: lo aveva fatto apposta.
Farlo arrabbiare, farsi picchiare, era proprio quello che voleva.
Stava cercando di creare un diversivo, una distrazione per permettere alla ragazza di scappare.

Salvatore si avvicinò a suo padre.
"Salvatore no--" Sharon cercò di fermarlo, ma lui la bloccò

"Stai zitta Sharon" si voltò verso di lei e, senza farsi vedere, mimò
 "Scappa dalla finestra" e lei scosse la testa cercando di avvicinarsi a lui, lo stava guardando con gli occhi colmi di lacrime e questa scena gli stava spezzando il cuore, quasi.

"Papà, lei non ha fatto nulla, è colpa mia se è qui, è sempre colpa mia- si girò nuovamente verso di lui- vedi? Riesco solo a fare danni, hai ragione, picchiami, sfogati su di me, uccidimi.
So che vuoi farlo" 

Voleva dare la possibilità a Sharon di andarsene.

Avrebbe dato la sua vita per salvare lei.

"Dario...- era il nome dell'uomo- lasciali stare..." questa volta a parlare fu Lucia.
Salvatore appena la vide sgranò gli occhi incredulo.

Aveva un livido scurissimo attorno all'occhio, gonfio, il labbro spaccato e il naso che sanguinava.

"Che cazzo le hai fatto?!" gridò contro a suo padre, lui in risposta lo prese per la felpa e lo lanciò violentemente a terra, ma nel farlo sbatté la testa contro lo spigolo della scrivania.

Si toccò la parte colpita e quando guardò la mano vide che era sporca di sangue.


Lucia e Sharon si avvicinarono preoccupate, ma quest'ultima venne presa da Dario impedendole di avvicinarsi.

"No, lasciami! Sei un mostro, mollami!" si dimenava cercando di liberarsi dalla sua presa.

"Salvatore, stai bene?" la madre gli sollevò il capo controllando la ferita, lui non le rispose.
Aveva le labbra schiuse e lo sguardo perso nel vuoto.

"Sal?" Sharon smise di dimenarsi rivolgendo la sua attenzione al ragazzo che sembrava quasi incosciente.

Calò un velo di silenzio nella stanza, persino Dario non parlava, anzi, dopo poco lasciò libera la ragazza allontanandosi lentamente, sembrava quasi spaventato, spaventato da ciò che era stato capace di fare.

La bionda andò vicino al ragazzo, gli prese la mano sperando di sentirsi ricambiare la stretta.

"Amore ti prego, fai qualcosa, parla, muovi qualcosa, anche solo lo sguardo, ti prego" 

le lacrime scendevano ininterrottamente dai suoi occhi bagnando anche il corpo di Salvatore.

Dario, cercando di non far ricadere l'attenzione su di lui, uscì dalla camera e successivamente dalla casa, non voleva che ricadessero responsabilità su di lui.

"Sharon, dobbiamo fare qualcosa"
Salvatore iniziò pian piano a chiudere gli occhi.
"Chiama un'ambulanza!" rispose con fare ovvio.
"No, no, capiranno tutto, prendi uno straccio, qualcosa, bloccagli il sangue" Sharon la guardò sconvolta.
"Non me ne frega un cazzo se scopriranno tutto!  Anzi meglio!

Io non lo lascio morire, chiama quella cazzo di ambulanza altrimenti lo farò io"

La donna rivolse un ultimo sguardo rassegnato al figlio, si alzò da terra e compose il numero sul cellulare.

"Tranquillo amore, andrà tutto bene, non devi preoccuparti okay?" gli accarezzava i capelli cercando di non toccare la ferita, lui le strinse la mano facendola sorridere leggermente e facendole capire che era ancora cosciente.

"Ho chiamato l'ambulanza, tra poco saranno qui" la informò e la ragazza annuì.
"Secondo te sta bene? Perché non parla? Perché non fa nulla?" chiese preoccupata.
"Non lo so Sharon, magari è solo molto debole..."

Lucia prese una vecchia maglia, la mise sulla ferita per cercare di rallentare la fuoriuscita di sangue.

"Ti rendi conto che avrebbe potuto ucciderlo?" esordì la ragazza.
"Sharon, non p ancora fuori pericolo- abbassò lo sguardo sospirando e continuando a tamponare la ferita- guarda quanto sangue sta perdendo, se non si sbrigano lui...potrebbe..." non continuò il discorso, si fermò li.

La ragazza la fulminò con lo sguardo.
"Smettila, non è svenuto, ti sente" entrambe lo guardarono.
"A me sembra di sì invece..." speravano che i soccorsi arrivassero il prima possibile.
"Non mi sta più stringendo la mano..." affermò la più giovane.

Si guardarono negli occhi, non potevano fare nulla se non aspettare.

Passarono quasi venti minuti quando finalmente arrivarono.

Lo caricarono sull'ambulanza, fecero salire la madre, ma quando Sharon cercò di salire la bloccarono.

"Lei non può salire signorina"
"Ma-" cercò di ribattere e la liquidarono con un "Mi dispiace" e chiusero le porte.

"Fanculo!" gridò contro al veicolo che si stava allontanando.

Iniziò a camminare avanti e indietro in preda all'ansia, voleva essere con lui, ma l'ospedale era lontano e non sapeva come raggiungerlo se non facendosi portare. 
Per questo chiamo sua madre.

"Mamma, ti prego, portami all'ospedale" la pregò.
"Sharon che succede? Stai male?" le chiese preoccupata.
"Sisi io sto bene, cioè più o meno, ti prego mamma è per Salvatore, fai presto..."

La sentì sbuffare un "Okay" e rimase ad aspettarla.

Fortunatamente non abitavano molto lontani perciò arrivò dopo poco.

"Cos'è successo?" chiese appena salì in auto.
"Suo padre, è stato lui" rispose velocemente, non voleva perdere tempo.

"Suo padre?! Mentre tu eri li?!" si girò con fare arrabbiato verso di lei che incurvando leggermente le labbra disse "Si?"

"O mio dio Sharon! Avrebbe potuto farti del male, ma ti rendi conto in cosa ti sei cacciata?! Io non ti porto la, scordatelo"
"No no no, mamma ti prego, lui ne ha bisogno!" la supplicò, non rispose iniziando a guidare verso casa.

"Non voglio più vederti con lui, sono stata chiara?"
Sharon non rispose, aveva lo sguardo perso nei paesaggi fuori dal finestrino e la mente da Salvatore.
"Gradirei una risposta" alzò la voce per attirare la sua attenzione.

"Fottiti, mamma" fu quella l'unica risposta che ricevette.

Aveva già deciso che, in un modo o nell'altro, ci sarebbe andata, a qualsiasi costo.

Aveva bisogno di lui e lui aveva bisogno di lei.

Hey
Siamo sempre più vicini al finale. 
Mi
Piange

Il
Cuore
non voglio che Reject finisca.
Voi come pensate che finisca? :)
Fatemi sapere che ne pensate

Inoltre volevo dirvi che venerdì uscirà il numero del Webstar Magazine dove sarà presente la mia intervista, se vi va di leggerla acquistatelo :D 

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