capitolo 6 "la Daphne White".

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Stavolta la mia sveglia è alle 5:00 perché il viaggio sarà lungo, come al solito vado a fare una doccia. Dopo aver sistemato i capelli inizio a vestirmi, indosso una maglietta rossa, pantaloni neri, i miei amati anfibi rossi e ovviamente la collana  dei miei veri genitori. Scendo a fare colazione, mia madre ha preparato i cupcakes al cioccolato con un frappè che li accompagna, La amo tanto . Non smetterò mai di dire quanto li amo, nonostante non sia la loro vera figlia mi hanno sempre trattato come se lo fossi veramente. Nonostante tutti i guai che combino mi hanno sempre perdonata e trattato come una principessa. Ogni piccolezza, ogni piccolo gesto, ogni cosa che fanno per me gliene sono davvero grata e non smetterò mai di amarli. «Liz, vai a mettere il cappotto, sciarpa e cappello, c'è molto freddo».
Salgo in camera e indosso il cappotto, sciarpa e cappello, prendo la valigia e scendo al piano di sotto.
I miei genitori mi aspettano in salotto, mio padre inizia a parlare :«Liz, domani è il tuo 16° compleanno e io e tua madre abbiamo deciso di darti finalmente questo»
Mi porge una scatola nera con delle stelle bianche e sopra c'è un biglietto che recita "per il tuo sedicesimo compleanno stella mia
- I. B."
« è da parte dei tuoi genitori naturali. Anche noi ti abbiamo fatto un regalo.»
Mi porge una scatola rossa e un biglietto
" anche se non saremo lì con te sappi che  i nostri cuori saranno sempre vicini e ci terranno uniti.
- Arabella e Rodolphus "
«non aprirli prima di domani» dice scherzando mio padre, li abbraccio con tutte le mie forze e con tutto il calore che che voglio trasmettergli. Non posso dire altro che :« grazie mamma e papà, vi amo»
«ti amiamo anche noi bambolina mia ma adesso andiamo, c'è tanta strada da fare».
Esco fuori e prima di salire in macchina guardo la mia casa, Villa Greengrass. Mi mancherà da morire, la mia casa dove ne ho passate tante. Il giardino dove stavo fuori con mia madre a metterci lo smalto. Il prato dove passavo tutte le sere con mio padre stesi sull'erba ad ammirare il vasto cielo costellato da stelle. La terrazza dove prendiamo  il the tutti i giorni. La mia casa sull'albero dove giocavo con le bambole. Il salotto della mia casa dove passavamo i giorni liberi di mio padre a guardare film. La mia stanza dove ho passato tutte le mie brutte giornate , e infine lo specchio... quando piango lui non ride mai, è il mio migliore amico, l'unico amico che ho avuto fino ad ora, l'unico che non mi ha mai tradita, l'unico come me.
Saliti in macchina i miei mettono l'album della mia band preferita "Fallen" degli Evanescence. Dopo un ora e mezza ci fermiamo a fare rifornimento e a mangiare qualcosa. C'è un uomo che parla al telefono sembra preoccupato, all'improvviso appare una bambina che abbracciandolo si nasconde dietro di lui. L'uomo ormai spaventato chiude il telefono, la moglie gli chiede «cosa succede caro?»
L'uomo risponde «mi ha chiamato la domestica, Penny è morta».
I genitori in preda al panico vanno via.
Non posso riuscire a crederci, il dolore dei familiari sarà all'infinito...
Saliti in macchina, i miei angosciati per quello che hanno appena visto non dicono una parola. Il mio sguardo cade sulla scatola che ho in mano, "I.B." chi sarà mai? Le iniziali dei nomi dei miei genitori? L'ansia si fa sentire, voglio aprire quel pacco ma credo sia meglio aspettare domani per farlo.
Dopo altre due ore di strada ci fermiamo davanti un cancello di ferro grandissimo, entriamo e ammiriamo il vasto edificio. Un edificio davvero grande e di lusso  con un vasto prato verde dove al centro è situata una fontana con la statua di una sirena. L'interno è davvero molto bello, grandi corridoi, grandi scale a chiocciola che portano chissà dove e a quale piano di quello splendido maniero arredato divinamente.
« Liz, come hai già capito, qui risiedevano delle famiglie nobili, lì ci sono dei ritratti dei precedenti proprietari» dice mio padre. Ci sono degli splendidi ritratti di donne bellissime e di uomini Affascinanti. Resto incantata a guardare il ritratto di una certa Charlotte Delacour, una ragazza dai capelli biondissimi, occhi viola a mandorla e delle labbra a cuoricino. Mia madre mi richiama «tesoro, dobbiamo parlare con la preside, vieni».
La preside, Dapnhe White era una donna di mezza età, i capelli castani legati in un chignon, gli occhiali a mezzaluna e il vestito nero gli conferiscono un'aria severa, mette quasi paura...
« salve signori Greengrass, sono la preside White » dice la preside con aria aristocratica
«molto lieti di fare la sua conoscenza» dicono i miei stringendo la sua mano piena di anelli in oro e pietre preziose.
« tu devi essere la giovane Elizabeth, piacere di conoscerti cara»
« piacere mio» dico stringendo la sua mano fredda.
La preside inizia a parlare « la nostra scuola è molto severa riguardo a certi comportamenti, noi educhiamo gli allievi ad avere un comportamento dignitoso...»
Bla-bla-bla
«volete procedere con l'iscrizione?»
«certo»
Dopo l'iscrizione la preside mi porge la chiave della mia stanza
«la tua stanza è la numero 77 del settimo piano, la condividerai con Amanda Prince. Le tue lezioni iniziano domani, ora puoi fare il giro della scuola».
Salutiamo la preside e usciamo dal suo ufficio, i miei mi accompagnano in camera e scoppio in lacrime.
«tesoro andrà tutto bene, stai tranquilla. questa scuola ti piacerà, ti abbiamo iscritto hai tuoi corsi preferiti :psicologia, chimica, scienze, letteratura... Ti concedono anche di telefonare se tu ne hai bisogno... Dai, adesso dobbiamo andare» dice mia madre mentre mi abbraccia, mi stacco da lei e abbraccio mio padre «dai Liz, sarai la migliore!» mi incoraggia. « ciao, vi amo tanto» dico prima di entrare in camera.

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