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Fenris' P.O.V

Guardai Regon con attenzione, cercando di individuare un solo cambiamento fisico dall'ultima volta che l'avevo visto: cioè un anno fa, ma notai che non era invecchiato neanche un po'. Era davvero il figlio di una dea.

Conobbi Regon quando finalmente riuscii a passare la mia prova dove fui accecato e quando finii tutte le mie lezioni di apprendimento basilare del mestiere di un Assassino con la mia prima maestra, inviata da Assias stessa.

Inutile dire che all'inizio Regon ed io non andammo affatto d'accordo: aveva un carattere provocatorio, spesso crudele e freddo e mostrava raramente affetto. Se ben ricordavo, il primo gesto d'affetto che mi dimostrò fu quando rischiai la mia vita per salvarlo da un Delta anche se era tutto sotto controllo. Una volta finito lo scontro, Regon mi abbracciò così forte da lasciarmi senza parole.  Avevo pure scoperto che lui e mia madre avevano avuto una relazione finita male, il che non contribuì alla costruzione di un buon rapporto.

Quell'Assassino però mi insegnò molte cose, non solo per diventare un Assassino formidabile, ma anche cose profonde che mi avrebbero aiutato nella vita e in fin dei conti, Regon era un lupo totalmente diverso una volta che lo si conosceva per bene, ma non era un tipo da gesti affettuosi.

"Certo che sono migliorato!" Risposi, "Mi sono battuto per un mese intero con Farras senza vederti. Dove diamine sei sparito?"

"Non posso dirtelo... questioni professionali da Assassino, cosa che non sei ancora." Puntualizzò lui, ghignando.

"Sai com'è... sei sparito per un mese intero, sospendendo le nostre lezioni!" Risposi lasciandolo senza scuse.

Eh già, avevamo spesso questi battibecchi provocatori, ma non era nulla di che, ormai ci ero abituato e il rapporto era ormai quello di un padre per me.

"Per Assias, non ti vedo da un mese e l'unica cosa che sai fare è assillarmi?" Borbottò Regon, seccato.

Scoppiai a ridere e gli corsi in contro per abbracciarlo come si doveva. Se dovevo essere sincero, mi era mancato...ci stringemmo per un po' e poi ci lasciammo andare. Avevo scoperto da poco che aveva avuto un imprinting con me quando ero ancora un cucciolo e doveva uccidermi... sì, un bell'inizio al nostro rapporto. 

"Mi devi ancora insegnare tutta la magia che sai..." Dissi insistente, "Non potrò mai essere un vero Assassino se non so usarla almeno un po'."

"Ah, quella... Fenris, è ancora troppo presto, lascia che ti insegni prima a battermi in un corpo a corpo. La magia va presa seriamente... bisogna essere forti anche fisicamente." Rispose l'Assassino Alpha, guardandomi con serietà.

Ad un certo punto, notai una ferita sul collo di Regon che non avevo notato per via della distrazione. Sanguinava ancora un po', ma era evidentemente vecchia, se pur si notava che si era trattata di una ferita abbastanza profonda.

"Regon, dove sei stato..." chiesi, senza riuscire a ignorare il collo.

Calò il silenzio, lasciando il tempo a Regon di prendere un bel respiro profondo prima di rispondere. Si voltò verso di me nuovamente, guardandomi con occhi cupi e poco rassicuranti.

"Ho cercato i Delta." Ammise lui, "A Nord, verso le terre dei Elder Eyes."

"I Delta..." ripetei stupefatto, "Girano molto qua... sono una grande minaccia."

"Lo so... e sono forti se scatenati." Aggiunse Regon, abbassando la testa.

"Come si diventa Delta?" Chiesi, senza pensarci due volte. Non lo avevo mai capito e diverse ipotesi nascevano sulla questione, ma tutte sembravano dicerie.
I Delta erano una cosa nuova e c'era ancora molto da imparare nel loro comportamento e sulle origini di tale mutazione così aggravata della gerarchia ferale.

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