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Foto media: Onai

Onai's P.O.V

Sgattaiolai via sperando che Alfy non mi vedesse e iniziai a correre in modo di allontanarmi di più ma non appena girai l'angolo mi scontrai con qualcuno e rotolammo entrambi indietro gemendo per il dolore. Quando riaprii gli occhi mi trovai davanti una lupa che si alzava barcollante.

"Oh santo cielo, hahaha! Questa sì che era una botta forte!" Esclamò la lupa, ridacchiando.

"Per Uma, scusami! Non ti avevo visto!" Esclamai, mortificato.

"Tranquillo! Malgrado qualche dolore alla schiena sto bene." Rispose lei, sorridendomi, "Come ti chiami?"

La lupa si avvicinò e mi annusò curiosamente; non era solito fra i lupi essere così gentili e socievoli come lo era lei. Mi trovai leggermente spiazzato dalla sua invasività, ma quando la guardai vidi due occhi di un ambrato scuro e un bellissimo pelo color caffè. 

"Onai. Tu?" Risposi leggermente sorpreso di trovarla attraente. 

"Yesyl." rispose lei senza mai smettere di sorridere amichevolmente, "È un piacere conoscerti."

La sua felicità era contagiosa, era come se la sprigionasse da tutti i pori e veniva voglia di sorridere quando la si guardava. Io ero rimasto lì a fissarla senza spiccare alcun'altra parola, sentivo una strana sensazione nel petto... una sensazione che non avevo mai provato per nessuno. 

"Beh, ti va di giocare?" Domandò lei, ma prima che potessi rispondere ella mi toccò con il muso facendomi arrossire di colpo ed esclamò, "Prendi tu!" per poi iniziare a correre via a tutta velocità. Non potei fare a meno di ridacchiare divertito ed iniziai a rincorrerla per il branco.


Lywa's P.O.V

Mi risvegliai dopo non seppi quanto tempo, notai che la ferita era praticamente guarita e mi ricordai di quello che aveva fatto quel lupo per me. Il mio istinto mi fece venire la voglia e la forza di alzarmi: avevo fame, non potevo rimanere sdraiata per il resto della mia vita.

Iniziai a camminare lentamente, anche se un po' scoordinata per via della mia coda rovinata, annusando l'aria in cerca di cibo facile da prendere, ma il problema sarebbe stato riuscire a cacciare da sola. Sarebbe stata la prima volta che avrei cacciato senza i miei genitori e avrei dovuto concentrarmi di più.

Per fortuna trovai subito due topi di campagna. Sarei riuscita ad acchiapparne solo uno e sarebbe stato sufficiente a darmi le energie sufficienti per camminare a lungo. 

Mi acquattai a terra e tenni lo sguardo fermo sulla preda ancora ignara della mia presenza. Mi avvicinai silenziosamente sentendo l'eccitazione della caccia pervadermi il corpo e quando fui abbastanza vicina ai topolini, sentii il cuore battere a mille e la voglia di scattare e afferrarne uno il prima possibile. 

Ora!, pensai.

Mi sollevai da terra senza fare alcun rumore; le mie zampe si staccarono da terra facendo un balzo di almeno un metro e come una civetta con le sue prede, atterrai addosso al topolino afferrandolo e uccidendolo sul colpo.
Tra lupi e volpi ci si distingue anche per strategia: il lupo rincorre per chilometri, la volpe balza fino a cinque metri d'altezza per atterrare sulla preda. La tecnica veniva utilizzata anche d'inverno quando la neve alta copriva le tane dei topi: a quel punto bisognava usare bene l'udito per captare la posizione precisa del topolino e al momento giusto saltare e fare un buco per afferrarlo. 

Impegnativo? Sì. I topi non erano stupidi, sapevano come scappare.

Dopo aver finito la mia piccola colazione sbadigliai e mi scrollai la terra via dal pelo, stiracchiandomi e controllando a che punto fossero le mie ferite. Sospirai rumorosamente notando che stavano guarendo lentamente e non appena alzai lo sguardo, mi ricordai l'immagine del lupo che mi aveva salvata. 

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