Capitolo 13

523 47 4
                                    


Chiedere scusa del ritardo mi sembra quasi una barzelletta.

Son passati tre mesi, per tutta la stagione ho lavorato dalle 10 alle 15 ore al giorno e non ho avuto internet se non per massaggiare con amici e parenti quei pochi minuti in cui ero sveglia e libera.
Non ho mai dimenticato i libri, scrivere o voi. Mi dispiace non aver potuto avvisare prima... Comunque io ora continuo, perché a prescindere da chi rimarrà o no, queste storie sono parte di me, e anche se lentamente, con mille imprevisti e ostacoli, le porterò avanti fino alla fine. Eletta.

<<Sei sicura di quello che hai sentito?>> mi chiese Demon per l'ennesima volta, mentre cercava di trattenermi.

<<Ho detto sì, devo andare al lago. Beth e gli altri sono lì, lo sento>> risposi, il problema era che io stessa non ero sicura del da farsi. Non sapevo nemmeno come ritornare al lago!

<<Che succede qui? >> Etan guardò me e Demon confuso, dietro di lui vi erano Doyle e la sua sorellina
<<Sta già dando i numeri>> disse Demon, stringendo il mio polso così forte da farmi sussultare dal dolore.

Poco dopo il suono di una sirena riecheggiò nell'aria, Demon mi guardò minaccooso prima di lasciarmi con Etan e sparire nel nulla, così come il resto dei soldati.

Nalani e le altre infermiere ci esortarono a tornare ognuno nelle proprie stanze, c'era una gran confusione e non capivo bene cosa stava succedendo, volevo solo trovare Beth.

Etan e Doyle furono rispediti direttamente nella loro stanza, mentre io rimasi sola nella camera di Demon, dove era stato sistemato un secondo lettino per me. Se fino a qualche secondo prima la confusione regnava sovrana, chiusa lì dentro non potevo sentire piu alcun rumore.

Sospirando mi diressi verso il letto di Demon, tuffandomi sopra senza alcuna speranza. Le porte erano state tutte sigillate, così come le finestre. Che stava succedendo? Qualche attacco? Per Talia io dovevo salvare Beth.

Un leggero venticello mi sorprese, come poteva esserci vento se tutto era chiuso? Il vento fece volar via un foglietto da sopra l'armadio di Demon, lasciandomi perplessa per un po di secondi.

<<Che diamine..>> borbottai alzandomi dal letto, il vento era già sparito ed io non capivo più niente.

Raccolsi il foglio, schiudendolo facendo attenzione a non strapparlo. La scrittura era sicuramente quella di Demon, sembravano degli appunti, ma ciò che vi era scritto non aveva molto senso.

"Le quattro principesse - sbloccare - è possibile"

<<Ah quindi lo hai letto>> la voce di Demon mi sorprese, ma quando alzai lo sguardo riconobbi un Demon cresciuto.

La stanza era cambiata leggermente, vi era solo un letto di nuovo, l'armadio era in un altro angolo e al suo posto vi era una scrivania.

<<Cosa significa?>> chiesi, fissando i suoi occhi vuoti.

<<Significa che di questa storia, TU, non devi saperne un bel niente>> rispose con rabbia, strappando via il foglio dalle mie mani.

<<Per quale assurdo motivo? Poi non capisco nemmeno il significato!>> risposi nervosamente, tentando di riprendere il foglio.

<<Ti voglio solo aiutare, dimentica di questa storia e fidati di me>> disse lui arrabbiato a sua volta, guardandomi minacciosamente.

<<Insomma si può sapere che ti prende? Non sono un'indovina, dimmi perché devo starne fuori e io ne starò fuori!>> risposi incrociando le braccia attorno al mio petto e guardandolo con determinazione.

<<Mi stai facendo perdere la pazienza>> disse lui quasi ringhiando, il foglio fra le sue mani divenne cenere e i suoi occhi si rabbuiarono. In quel momento mi fece paura, non sembrava quasi se stesso, la rabbia lo aveva vinto e avanzava verso di me lentamente.

<<Demon, stai bene?>> chiesi con la voce leggermente tremolante, indietreggiando di pochi passi.

Non mi rispose, allungò una mano verso il mio collo che strinse forte, lasciandomi senza fiato.

<<Demon>> sussurrai, la mia voce era spezzata e i miei polmoni cercavano disperatamente aria, li sentivo bruciare mentre la vista si appannava leggermente.

<<Eloise, morirai>> disse tornando in sé, lasciò la presa e si allontano di scatto, stringendo la testa fra le sue mani.

Morirai? Io? Mi si formò un nodo alla gola, stavo recuperando aria ma sentivo i miei occhi inumidirsi da delle lacrime.

<<Stai scherzando?>> chiesi con un filo di voce, gattonando verso di lui, che era seduto sul pavimento stringendo ancora la testa fra le sue mani.

<<Non sto scherzando>> rispose, puntando i suoi occhi sui miei.

<<Come?>> chiesi, il mio corpo tremava e le lacrime non finivano di attraversare il mio viso.

<<Non posso dirlo, capisci che non avrei nemmeno dovuto dire il resto? Non andare>> disse lui, con uno sguardo disperato.

Mi avvicinai, sedendomi di fronte a lui e accarezzando il suo viso.

Le sue mani smisero di stringere la propria testa e iniziarono ad asciugare le mie lacrime, fin quando non strinsero il mio volto avvicinandolo al suo.

Ci baciammo, rispetto al primo bacio però questo era più dolce, sembrava quasi che stessimo esprimendo ogni singola emozione con esso, tristezza, amore, rabbia.

<<Non dovremmo>> disse lui staccando le sue labbra dalle mie e portando le sue mani sui miei fianchi.

<<Non sto tradendo te stesso se è quello che ti disturba>> dissi io, avvicinandomi di nuovo al suo viso, venendo però bloccata dalla sua mano sulle mie labbra.

<<Tu no>> rispose vago, io no?

Lo guardai confusa, delusa dalla sua reazione... cosa voleva dire? Ero stanca di enigmi.

Ci guardammo per un po' senza dire nulla, fin quando lui sospirò e sorrise.

<<Nonostante quello che ho detto, sono sicuro che non mi darai retta>> forse aveva ragione, forse no.

Il mio silenzio parlò per me, pensavo si sarebbe arrabbiato, invece tutto quello che fece fu darmi un bacio sulla fronte, poi sulle guancia, sul naso, e ogni altro punto del mio viso, fino a tornare sulle mie labbra.

<<Non hai detto che non dovremmo farlo?>> dissi io fra un bacio e l'altro, mentre il suo corpo mi spinse di schiena sul pavimento.

Proprio nel momento in cui stava per rispondermi, vidi tutto svanire, e la stanza ritornare al presente. Bene.

Mi tirai su dal pavimento, ancora sconvolta da quello che avevo sentito. Sarei morta.. e aveva a che fare con quattro principesse... Cosa avrei dovuto fare? Far finta di nulla?

Sospirai, di qualsiasi cosa si fosse trattato, doveva aspettare... Dovevo trovare Beth e gli altri.

Tentai invano di aprire la porta, cercai altre possobili vie di fuga ma non trovai nulla.

<<Non troverai mai la via d'uscita>> la voce di Nalani mi fece sussultare, la ragazza era alle mie spalle... ma da dove era entrata?!

<<Come?!>> chiesi osservando prima lei e poi la porta sigillata.

<<Non ha importanza adesso, ecco... beh sì forse lo ha, sai com'è... sono mitica e mi piacerebbe star qui a raccontarti come ho fatto ma ci sono affari più urgenti... no?>> disse quasi tutto d'un fiato, aveva cambiato espressione facciale così tante volte che per poco non mi girava la testa, ma incredibilmente mi aveva strappato un sorriso.

<<Almeno posso sapere come sai che mi serve aiuto?>> chiesi, ancora perplessa.

<<È stato brontolo a dirmi di aiutarti, su su dammi la mano ora, sarà un po' nauseante per te... Tieniti forte>> disse di nuovo la ragazza, prendendo la mia mano di prepotenza e sorridendo, stavo decisamente vivendo il giorno più strano di tutta la mia vita.

Behind The Water (HB College 2) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora