incubo

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durante l'uscita con funko andammo per tutta la città a fotografare qualsiasi cosa ci ispirasse, ma dopo una giornata a fare foto ci fermammo in un bar per uno spuntino, ma mentre stavo mangiando un tramezzino mi bloccai perchè i miei occhi avevano appena visto un demone che ancora mi perseguitava.

si trattava del mio Ex superiore che fù buttato fuori dal corpo dei marines per aver commesso crimini contro l'umanità, bhe ormai arrivati fin qui chiunque leggerà questo rapporto deve sapere cosa successe quella notte. 

io avevo un capitano che si chiamava Joe Sink, un bastardo di prima categoria comunque una notte mentre ero di ronda come polizia militare a Okinawa fui incuriosito da una casa, anzi una villa che aveva il cancello e la porta aperta quindi io e altri 4 uomini decidemmo di entrare col AMHVEE dentro la struttura, scendemmo e ci avvicinammo alla porta eravamo in colonna tattica, bussai ma non mi rispose nessuno, ovviamente chiamai il QG per chiedere conferma e di poter entrare, ma per qualche strano motivo le radio in quel posto non funzionavano, soltanto dopo scoprimmo che se ci saremmo allontanati dalla villa di soli 50 MT la radio avrebbe ripreso a trasmettere, comunque il tenente Wright che all'epoca era ancora Sergente decise di entrare.

entrammo e controllammo tutta la casa ma non c'era segno di anima viva allora prendemmo insieme di scendere in cantina, l'adrenalina nel mio corpo andava sempre più salendo, comunque prendemmo la decisione di controllare la cantina, ma invece di scale ci ritrovammo un'ascensore, allora ci appoggiammo alle pareti dell'ascensore col dito sul grilletto e questo gesto vuol dire solamente che sei pronto a uccidere. le porte si aprirono e quello che vidimo era un lungo corridoio con sei stanze, tre a sinistra e viceversa, decidemmo di controllare tutte le stanze ma appena entrammo nelle prime due io rimasi schioccato e incredulo, catene, croci per attaccare persone e altre cose che non voglio descrivere, ogni stanza era piena di questi "oggetti", dopo che controllammo tutte le stanze decidemmo di entrare nell'ultima porta, ci guardammo negli occhi e facendo un cenno con la testa entrammo ad'armi spianate la scan che si presentò hai nostri occhi era la cosa più odiosa che un soldato possa vedere.

in quella stanza erano presenti 21 uomini e una donna nudi dalla vita in giù e che stavano stuprando due giovani ragazze ma c'era anche un ragazzo che era legato costretto a vedere la scena, circa dopo quattro secondi che i nostri sguardi si incrociarono io mi misi a gridare come un pazzo puntando il fucile come un demone venuto apposta dall'inferno per ucciderli, ormai tutti noi avevamo perso i nostri freni inibitori vedendo quella scena, immediatamente allontanammo le ragazze da quelle bestie e questo fù mio compito, mentre i Marines mettevano quegli animali al muro io mi occupavo della salute delle ragazze, feci quello che avevo imparato al corso di pronto soccorso, ma quelle lezioni erano in caso di colpi di armi da fuoco, comunque misi subito la flebo e con l'ausilio di un Marine che risalì sopra fino al mezzo per prendere il Kit di pronto soccorso cercammo di salvare il salvabile. una delle ragazze la più grande ci chiese di sua sorella e fu così che scoprimmo che l'altra ragazza era la sorella più piccola e che il ragazza legato era il fidanzato di lei, giuro su dio mi misi a piangere mentre gli stringevo il laccio emostatico al suo braccio, le stabilizzai e gli misi delle coperte di sopra per coprirle e poi con occhi bianchi come il velo della madonna mi alzai e vidi in mezzo a quei mostri quel pezzo di merda Joe che si nascondeva dietro a qualche bastardo, mi avvicinai con passo deciso lo presi e con la forza di un demone lo alzai da terra e lo scaraventai a terra

io: tu lurido figlio di puttana infanghi il nome dei marines, bastardo sarà un piacere portarti alla corte marziale 

Joe: non sarà tanto facile Miller

io: non chiamarmi neanche per cognome BASTARDO!!!!

e lo picchiai col calcio del fucile fino a rompergli il setto nasale, fù un marine che mi fermo perchè onestamente lo volevo uccidere ma non ne valeva la pena così ritornai calmo e con calma chiesi a un marine di salire e chiedere aiuto, quindi il marine corse verso l'ascensore e si diresse alla prima casa che trovo, entro ancora con le scarpe messe e prese il telefono e chiamo la base di Okinawa mentre arrivava la cavalleria rimanemmo in quattro a guardare circa ventidue persone, mentre cercavo di far tranquillizzare le ragazze notai che la donna l'unica donna che c'era si spostava sempre di più verso il tavolo ma mentre stavo andando a indagare fui chiamato da una delle ragazze che mi chiedeva un pò d'acqua allora andai da Wright e presi la sua borraccia ma mentre mi avvicinavo a wright la donna prese una pistola calibro 38. .

da Okinawa con furoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora