Capitolo 4: La tana.

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È finita la lezione. Sono letteralmente cosparsa di fumo, bianco e appiccicaticcio. Sono un completo disastro, i miei capelli sono diventati una chioma. Appena esco dalla sala, mi strofino gli occhi con il manico della toga, ma faccio per levarmela di dosso, accorgendosi che è più appiccicaticcia delle altre parti. Accelero il passo, per andare a cambiarmi il più velocemente possibile.
-Hermione.! Strano, sai, io profumo
di menta...-
Ok.
Aspetta.
Cosa.????
Ora se ne accorge.
Ora se ne accorge.!
Ho rovinato tutto.
CI RENDIAMO CONTO GENTE.?!
Ho rovinato questa quasi-nuova-amicizia.
Ma mi faccio coraggio.
Bhe in fondo,
Sono o non sono Grifondoro.?
Mi volto.
È Ron.
È Ron.?
È Ron.!
GRAZIE MERLINO.!!
HERMIONE GRANGER NON HA FATTO L'ENNESIMO CASINO.!
-Ron.?- dico con la più totale insicurezza.
Perché dimostrò insicurezza mentre sto scoppiando dalla gioia.?
-H-Hermione..mi riconosci.? Ahahahaha- scoppia e si mette a ridere.
-Sai non lo sapevo.- rispondo e corro nella sala grande dei Gridondoro, scoppiettante

•••

BUM.!
Ecco sono caduta di nuovo dal letto.
E con mio grande piacere vedo che è pomeriggio e posso ronfare ancora.
Ma mi accorgo che non ho sognato allora mi chiedo perché mi sono svegliata.
Poi sobbalzo vedendo un gufo spennacchiato tenere una lettera in mano sulla mia scrivania.
Mi guarda, lascia la lettera e se ne va.
La prendo con un movimento brusco e leggo.

Ci vediamo alle 18.30 alla camera delle necessità.
M.d.M.

M.d.M. penso sia proprio lui.
Draco.
Il mio stomaco non esita a fare salti di gioia, il mio volto non esita a sorridere. Non i soliti sorrisi accettati, un sorriso pieno di gioia. Speranza.
M.d.M, gliel'ho visto al vestito al ballo, sulla giacca. Non può essere nessun altro. Oltre lui. Spalanco la porta, e mi sento più le gambe. È come se stessi volando. Il mio, ora, è un sorriso a trentasei denti. Incrocio Ron, Harry e Ginny nella sala comune. Il primo è accasciato sul logoro divano posizionato di fronte al camino, cercando di attirare l'attenzione di Harry, che malamente lo ascolta, poiché immerso nella lettura del libro di pozioni, la terza è intenta a comprendere come mai Harry stia dando tanta importanza ad un libretto così. La mia espressione addolcita non viene notata dai tre, così mi avvio quasi salterellando alla stanza delle necessità.

Sono le 18.30 e sono quasi arrivata. Non proprio arrivata. Non so dove si debba trovare la stanza delle necessità. Cerco di trovare un luogo adatto, ove nessuno potrebbe vederlo, quando sento la mia spalla colpita da qualcosa.
Mi giro di scatto e mi trovo vicinissima a Draco. Posso sentire il suo respiro. La distanza tra noi è di pochi millimetri. Lui mi guarda con quei suoi occhioni. Rimango incantata, giuro che potrei rimanere tutto il tempo che mi rimane in quei pochi millimetri di distanza, che separano me e Draco. Poi credo che sia meglio darci alla faccenda per cui siamo qui.
-Bene signor M.d.M- accenniamo una risatina mentre i nostri occhi sono entrambi concertati a contemplare le nostre facce.
-Qui va bene.?- mi risponde accompagnato da un espressione dolce e sorridente.

-Quindi mi stai dicendo che a Natale hai ricevuto un ombrello, rosa, a fiori.?!?- scoppiamo in una fragorosa risata. Giuro è il momento più bello della mia vita.
-si.! E anche due bacchette nuove.-
-Oh certo al signor Malfoy, non potevano mancare altre due bacchette bell'e buone.- ride. Poi diventa serio. Mi prende la mano. La sua è diventata un espressione dolce. Sembra come se mi ami. Poi se la porta all'estremità delle sue chiare labbra. E la bacia. Intravedo un movimento delicato in profondità, muoversi e poi fermarsi. Realizzo solo al notare la piccola luce che girando emana il disco, che quello è effettivamente un giradischi. Lo guardo con espressione sorpresa.
-Mi concede questo ballo, amica mia.?-
-certo, amico mio.- ricambio con l'alzarmi delicatamente e girare, in tal modo che la tunica possa gonfiarsi. ridiamo poco come scemi. Ho un espressione addolcita, le mani tremanti, il cuore che batte all'impazzita. Lui si alza, si inchina, e mi incanta come al solito. La musica è partita ma non mi sono accorta di niente. Strano, pero. È un brano suonato al pianoforte, lento, come fosse una ninna nanna. La melodia mi piace. Poi vedo la sua mano tremolante, alzarsi e porgersi dritta davanti a me. Io non esito a posizionarne la mia davanti. Ci intrecciamo le dita, lui mi afferra per il bacino, e balliamo su quelle note sdolcinate, ognuno col suo sorriso. Lui non fa altro che guardarmi. -Hermione- mi chiama con un tono di voce abbastanza basso.
-questo sarà il nostro piccolo posto. La nostra tana.- annuisco, accennando un sorriso. Poi poggio la mia testa sulla sua spalla mentre la musica alimenta questo momento speciale della mia vita. Giriamo, in cerca di non so cosa, sbattendo contro diverse cianfrusaglie, e ridendo.
Ma lui si fa rigido.
Si blocca e blocca anche la musica. Lo guardo con aria perplessa. Perché ha fatto questo, era tutto così perfetto. Mi guarda con uno sguardo agghiacciante. Dopo due minuti di silenzio parla.
-Io non posso.- e scappa, corre via da me. Io allungo le mie dita, sperando che con questo gesto possa avvicinarsi a me. Inutilmente. Poi mi accascio a terra. Fissando il vuoto.

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