4 ➳ The AMA's

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Luke's pov


Sistemai la mia camicia nervosamente per l'ennesima volta, scatenando le risatine di Michael. Non sopportavo di essere in auto con lui, mi faceva sentire troppo inferiore. Non che fosse questa grande celebrità, certo, però aveva comunque più esperienza di me - anche se non è difficile superarmi, sono in giro da poco e non ho avuto tempo per frequentare award show e simili, ragion per cui fossi così nervoso. In quel momento invidiavo Michael più che mai, era così calmo e tranquillo che sembrava dovesse andare al supermercato che ad un award show.

«Smettila di ridere di me», borbottai, volgendo lo sguardo al finestrino. Sentii l'ansia montare nel mio stomaco mentre osservavo l'autostrada scorrere veloce. Saremmo arrivati tra poco.

Michael si morse il labbro come a trattenere le risate. «Scusa. Sei nervoso?».

Calum, accanto a Michael, alzò gli occhi al cielo. Stavo ancora cercando di capire perché l'avesse portato con lui, forse gli serviva una spalla amica su cui piangere? Magari stasera ci sarebbe stato anche il suo ex, quindi voleva supporto morale?

Ad ogni modo non mi importava più di tanto. Meno l'avrei avuto fra i piedi, meglio sarebbe stato. Michael poteva seriamente rovinare il mio primo award show per sempre, già l'aveva fatto involontariamente... Certo, era stata un'idea di Ashton inserire Michael nella mia esibizione, ma comunque lui non aveva fatto niente per impedirlo.

«Amico, è normale che sia nervoso. È il suo primo award show», borbottò Calum prima di rivolgersi a me, sorridendomi rassicurante, «Andrà tutto bene Luke, vedrai».

Deglutii. «Lo spero. Voglio che sia tutto perfetto, se qualcosa andasse storto ci resterei malissimo».

Michael mi rivolse un piccolo ed inaspettato sorriso. «Mi ricordi tanto me al mio primo award show. Certo, io ero molto più umile di te-».

Sbuffai. «Santo Dio, smettila», lo interruppi, poggiando la schiena sul sedile, cercando di rilassarmi quanto più potevo prima di arrivare al teatro, cosa che accadde più presto di quanto avessi pensato.

Dopo che l'autista ebbe parcheggiato scendemmo tutti e tre dall'auto, diretti al red carpet attorniati dai bodyguard. Salutai qualche mia fan con fare timido, sentendo lo stomaco contorcersi mentre ci avvicinavamo ai flash dei fotografi e alle telecamere - era tutto così surreale che pensavo di star sognando.

«Sta calmo, Luke. Si vede lontano un miglio che sei agitato», borbottò Ashton al mio orecchio dopo avermi affiancato. Lui e il manager di Michael erano arrivati in un'altra auto per non so quale motivo.

Sospirai, cercando di darmi un contegno. «Non risolverai la cosa ricordandomi quanto sembro agitato. So di esserlo», sbottai nervoso prima di sorridere ad un fotografo. Avevo perso di vista Michael, forse era meglio così.

«Michael dove l'hai lasciato?», mi chiese Ashton tra i denti, mentre sorrideva falsamente ai fotografi.

Decisi di ignorare la recita per voltarmi verso di lui e sussurrare, freddo, «Non lo so. E sinceramente non mi interessa».

Ashton alzò gli occhi al cielo. «Ti interessa, invece, se non vuoi che la tua carriera vada a scatafascio», sbottò, guardandosi attorno, «Michael sta parlando con una giornalista. Va da lui, metti un po' di carne sulla brace», mi suggerì poi, spingendomi in avanti.

Inizialmente non volevo andare, ma poi, rendendomi conto che avrei potuto rovinare un po' i cinque minuti di fama di Michael (come lui li avrebbe rovinati a me poi, con l'esibizione che avremmo dovuto condividere), mi convinsi ad andare da lui, sorprendendolo con un bacio sulla guancia e avvolgendo le mie braccia attorno alla sua vita. Michael sobbalzò; poi, scoprendo che ero io, si limitò a fare una risatina nervosa piena d'odio.

Do it for the record || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora