19 ➳ Departed

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Michael's pov


Luke se n'era andato.

La notte dopo l'intervista Ashton mi aveva chiamato nel panico dicendomi che la stanza d'albergo di Luke era vuota, non rispondeva al telefono ed era praticamente introvabile. Dopo essersi accertato che non fosse con me, ci eravamo messi alla sua ricerca per scoprire, alla fine, che fosse tornato a New York senza avvisare, rendendo nota la sua posizione soltanto con un post su Instagram in cui addirittura annunciava di voler prendersi una pausa dai social media per un po'. Avevamo passato la notte a preoccuparci soltanto per scoprire che fosse da sua madre.

«Avrebbe potuto almeno avvertire!», mi lamentai con Calum, tenendo gli occhi puntati verso il soffitto mentre cercavo di prendere sonno. Ero esausto, avendo passato la notte a preoccuparmi per Luke inutilmente, ma stranamente non riuscivo ad addormentarmi. C'era qualcosa che mi teneva sveglio e con l'ansia a mille, ma non riuscivo a capire bene cosa fosse, esattamente.

«Pensa che tu lo odi, è normale che non ti abbia avvertito», replicò Calum, facendomi voltare verso di lui; il moro era seduto davanti alla finestra aperta e fumava tranquillamente una sigaretta, come se niente fosse successo. Ed in effetti, a dire la verità non era successo proprio un bel niente, Luke se n'era andato a New York ed era liberissimo di farlo, dato che era la sua città natale.

«Beh, avrebbe potuto dirlo almeno ad Ashton però, che andava via. Così non avrebbe fatto preoccupare nessuno», conclusi il mio pensiero ad alta voce, facendo accigliare Calum, «Perché mi guardi così?».

Il moro scosse la testa. «Lo sai che l'unico a preoccuparsi troppo sei stato tu?», borbottò in tono di sfida, facendomi sgranare gli occhi.

«Ma cos- no! Non è vero!», sbottai, sedendomi sul letto, «Non hai visto la faccia di Ashton quando è venuto qui? Era sconvolto!», aggiunsi, tremando da capo a piedi. In un certo senso Calum aveva ragione, ma io non gliel'avrei detto. Non potevo dargliela vinta.

Calum alzò gli occhi al cielo. «Certo che l'ho vista e sì, era preoccupato. Ma è stato preoccupato finché non ha capito che Luke è semplicemente andato a New York perché ha probabilmente bisogno dei suoi spazi, di staccare un po' la spina da tutta questa pressione mediatica a cui è sottoposto. Tu sei l'unico che ancora blatera su di lui e su quanto sia stato irresponsabile ad andarsene così senza di dire niente, quando poi aveva tutto il diritto di farlo considerata la situazione in cui si è cacciato», spiegò, mettendomi alle strette.

Decisi di ignorare il fatto che avesse ragione da vendere. Luke aveva venti anni suonati, poteva fare ciò che voleva e io non avevo nessuna voce in capitolo, visto che considerando la situazione corrente non eravamo neanche amici. Ma il fatto che se ne fosse andato senza neanche salutare, senza neanche dirmi perché, lasciandomi con il dubbio che se ne fosse andato a causa mia - cosa anche molto probabile - mi stava uccidendo lentamente. Perciò, affogavo le mie preoccupazioni nell'odio e nelle lamentele. Era più facile.

Sospirai. «Non posso più negarlo. Hai ragione, Cal. Ma... a me fa male tutto questo, capisci?», borbottai, distendendomi di nuovo. Ammettere il mio stato d'animo mi toglieva sempre un sacco di energie.

«Ti fa male?», mi chiese Calum, chiudendo la finestra ed alzandosi, sedendosi poi accanto a me sul letto, «Spiegati meglio, Clifford».

Sospirai, sentendo il cuore battere a mille mentre pensavo a cosa dire. Nessuna parola mi sembrava giusta per esprimere ciò che avevo cominciato a provare per Luke in quei giorni, quella sensazione opprimente di nodo allo stomaco, quel calore nel mio viso, quel cuore che balzava dalla gola al petto mozzandomi il respiro. E più ci pensavo, più il mio cervello si svuotava del tutto, lasciando il ragazzo biondo a vagare per esso, l'unico pensiero che affollava la mia mente. «Io... io pensavo di odiarlo, Cal. Ne ero convinto. Pensavo di odiarlo perché era giusto così, perché lui era il mio finto ragazzo, perché da quella situazione ne traeva beneficio soltanto lui. Ma poi... credo che qualcosa sia cambiato dopo quel primo bacio che ci siamo dati.

Do it for the record || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora