5 capitolo

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-Allora....emh...tu esci dalla macchina ed entri e.. appena vedo che sei dentro...esco io- disse il biondino guardando davanti a se, con le mani ancora ben salde sul volante.

Era da venti minuti che erano fermi nel parcheggio della scuola. Da quando si erano alzati, fino a quel momento, non si erano scambiati nemmeno una parola. L'atmosfera della sera prima era completamente svanita, facendo spazio alla cosa peggiore che ci potesse essere: l'imbarazzo. Non avevano osato aprire bocca per paura di dire qualcosa di estremamente sbagliato. Ma adesso, dovevano dividersi ed entrare a scuola come se non fosse successo niente. Dovevano dimenticarsi del fatto che, la sera prima, si stavano quasi ber baciare, dimenticare che quella mattina, al risveglio, si erano ritrovati con le mani intrecciate come se avessero paura che qualcuno gli separasse. Lei si era ritratta subito ed era rimasta con gli occhi spalancati a guardarlo, mentre lui aveva sobbalzato a causa del movimento cosi brusco, ed erano rimasti a fissarsi increduli e con le facce rosse. Dopo di che si erano alzati e avevano cercato molto attentamente di evitarsi.

-O-okey...- rispose con voce flebile lei.

Aprì lo sportello della macchina. Esitò qualche secondo prima di scendere. Il biondino sentì lo sguardo della ragazza penetrarlo. Deglutì rumorosamente e strinse ancora di più il manubrio. Si rilassò soltanto quando sentì il rumore della porta chiudersi. Appoggiò la testa sullo schienale e respirò profondamente, cercando di calmare il battito cardiaco che non aveva fatto altro che correre da quando si era svegliato. Chiuse gli occhi e l'immagine di Isabelle apparve di nuovo, come faceva spesso da quando l'aveva conosciuta. Scosse la testa cercando di scacciarla via. È tutto sbagliato! Wiliam non puoi, non puoi! Continuava a ripetersi. Riaprì gli occhi, prese lo zaino, e scese dall'auto.

Quando varcò la porta, gli sguardi delle ragazze nel corridoio, puntarono tutti su di lui. Lo guardavano timidamente, adoranti, maliziosi, provocanti. Sapeva di avere un certo effetto sulle donne e Dio solo sa, quante volte ne aveva approfittato di quel dono. Ma per lui, quello non era altro che un gioco. Non aveva mai preso sul serio il concetto di avere una ragazza, e mai gli sarebbe passato per la mente, di dormireinsieme a una ragazza senza farci niente. Ma quella notte, l'aveva fatto, e l'aveva trovato anche meglio di fare sesso. Mai si sarebbe immaginato di provare sentimenti cosi, forti e travolgenti. E soprattutto, mai si sarebbe immaginato di innamorarsi della ragazza sbagliata.

-Che c'è tra te e Isabelle?- una voce interruppe i suoi pensieri.

Sbatté le palpebre più volte, riprendendosi. Si ritrovò davanti, una ragazza minuta, dai capelli neri e lunghi.

-Ruby?- chiese perplesso.

-Si sono io, rispondi alla domanda adesso.- le ordinò la ragazza, con le mani suoi fianchi e lo sguardo serio.

-Che domanda?-

-Ahh! Ho detto: che c'è tra te e Isabelle?- era esasperata

-Tra me e Isabelle?-

-Esatto.-

-Beh, niente. Che vuoi che ci sia?-

-Bugiardo!- esclamò la ragazza puntandogli il dito contro.

Wiliam alzò le mani, facendole segno di calmarsi.

-Hey hey! Io non ho fatto niente!-

-Menti! Vi ho visti sai? Siete usciti dalla stessa auto!-

Il ragazzo spalancò gli occhi e deglutì. Merda! Come ha fatto?

-Senti.. non è come sembra..-

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