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Non voleva rispondergli male, anche se, a parer suo, era quello che si meritava.
Quando gli aveva posto quella domanda, per un nano secondo, aveva pensato che gli importasse veramente di lui.
Ma scacciò subito via quell'idea malsana.
Avrebbe voluto tantissimo tornare come un tempo, ma sapeva (o meglio credeva) che ciò non fosse possibile.

Tolse la mano che Jean gli aveva poggiato sulla spalla e riprese a camminare.
"Devo fare in fretta!" pensò il castano.
Stava per mettersi a piangere... E non voleva farlo con Jean che poteva vederlo.

Odiava quando si mostrava debole difronte ad altre persone.
Sono con Jean riusciva ad essere se stesso... Ma era tutto diverso ora.
Jean, per lui, non doveva essere piú niente. Ma aveva quella fastidiosa vocina nella testa che diceva: torna da lui e sistemate tutto, gli manchi tanto.

Si fermò di colpo di fronte a casa sua. Si voltò, vedendo che l'altro stava facendo la stessa cosa davanti alla sua casa.
I loro sguardi, anche se distanti, si incrociarono.
Non dissero o fecero niente, rimasero lí, a fissarsi.

-sei a casa da solo?- chiese ad un tratto Jean. Sapeva benissimo che farsi perdonare non sarebbe stato facile. Ma doveva comunque provarci.
Voleva tornare dal suo piccolo Eren.

-sí...- rispose il castano.
Forse Jean voleva chiarire. Ma non ne era del tutto sicuro. Era terrorizzato all'idea di essere preso in giro dalla persona piú importante della sua vita.

Sí.
La persona piú importante per lui era quel dannato Jean.

-vuoi un po' di compagnia?-
Chiese cauto Jean.
Non doveva sperare troppo. Se avesse dato per scontato, che il castano avesse accettato per poi fare il contrario, gli sarebbe caduto il mondo addosso un'altra volta.

La prima volta era stata qundo aveva capito di aver perso Eren.

-s-se per te non é un problema... Mi farebbe piacere un po' di compagnia...-

Aveva detto "un po' di compagnia" solo per non sembrare un disperato. La frase corretta sarebbe dovuta essere "mi farebbe piacere la TUA compagnia".

Jean non poteva chiedere cosa migliore. Certamente non poteva aspettarsi qualcosa del tipo "voglio stare a casa, solo con te" oppure "vorrei stare sempre in tua compagnia" o qualsiasi cosa dicesse che voleva lui.
Lui, lui e solo lui.

-ok... Mangio e ti raggiungo- disse in fine, tentando di nascondere la felicità che provava. Eren gli stava dando la possibilità di ricostruire la loro amicizia.
Sperava anche in qualcosa di pú di una semplice amicizia, ma credeva fosse alquanto impossibile.

Entrarono contemporaneamente in casa. Eren, come ad ogni pranzo, non mangiò niente. Mentre Jean mangiò tutto quello che la madre gli preparò, il piú velocemente possibile, ovviamente. Voleva passare piú tempo col castano. Ne aveva finalmente la possibilità e non se la sarebbe certamente fatta sfuggire.

Preparò uno zainetto con il libro di matematica (gli avevano dato i compiti già il primo giorno di scuola), quaderno della medesima materia, porta penne, chiavi di casa, portafoglio, cuffie e cellulare.
Avrebbe usato la scusa dei compiti per stare appiccicato al ragazzo. Cosa c'era di male nel fare i compiti sulla stessa scrivania, con una sola sedia a disposizione? (Apparte i compiti stessi)

-Mamma! Io vado da Eren!- urlò dall'ingresso per avvisare la madre della sua uscita.

-ok, divertiti!- rivette in risposta.

"Il mio concetto di divertimento con Eren é un altro, madre..." pensò Jean uscendo dalla porta di casa, con un sorriso malizioso stampato in volto.

Arrivò subito a casa del castano.
Bussò un paio di volte, che la porta si aprí, moztrando il castano con un piccolo sorriso sulle labbra.
Fece subito accomodare Jean in camera sua.

Era molto spaziosa, con due armadi e due letti singoli.
Davanti ai letti c'era un grande tappeto dove appoggiava un mobiletto con sopra una televisione e varie console. La camera si trovava in un angolo della casa, ciò dava la possibilità alla camera di avere due finestre su due muri differenti. Tra le due finestre c'era una scrivania con una montagna di libri sopra, e l'immancabile sedia sotterrata dai vestiti del castano.

-poggia pure la roba su un letto.-
Disse tranquillamente Eren, andando verso una finestra per poi aprirla.
Tirò fuori il suo immancabile paccetto di sigarette dalla tasca dei pantaloni. Ne estrasse una e la portò alla bocca. Afferrò il primo accendino che li capitò a tiro e l'accese aspirandone il fumo.

-non pensavo fumassi in casa.-
Osservò il biondo, afferando il porta cenere su un comodino e portandolo alla finesta dove c'era il castano.

-solo quando non c'é mia madre- rispose il castano, seguendo con una leggera risata.

Il biondo si incantò a sentirla. Adorava quando rideva, in verità, adorava tutto del castano. Dal piú bel pregio, al piú piccolo difetto; anche se non ne vedeva.

-io ho portato matematica- affermò Jean, guardando fuori dalla finestra. Da casa di Eren si poteva vedere il loro albero.
Desiderava, infinitamente, che il loro primo bacio fosse dato sotto quell'albelo.

-dobbiamo proprio farla?- chiese con un tono da bimbo Eren.
Jean sentendolo, arrossí leggermente. Era cosí Kawaiii.

-sí Eren. Dobbiamo proprio.- lo disse ed, invonsciamenbte, iniziò ad accarezzarli la zazzera castana. In fondo, Eren era piú piccolo, in senso di altezza, di Jean. E ciò dava l'impressione all'ultimo che, in realtà, si trattasse di un cucciolotto di cane.

Eren si godette quel dolce tocco che non aveva mai ricevuto da Jean, per poi tornare alla sua sigaretta.
Il suo cuore batteva forte e lui non sapeva spiegarsi il motivo.

Qualcosa stava nascendo in lui. Ma non si seppe dire cosa esattamente.

Ti odio per starti lontano || Jean x Eren ||  ||in Pausa||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora