Capitolo 15. Stanze d'albergo

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Scusate per il ritardo! Spero nel vostro perdono. E nulla, enjoy.


Taylor' s POV

Quella mattina mi svegliai tranquilla. Mi sentivo libera, dire quello che pensavo a Carrie mi aveva fatta sentire bene. Dovevo godermi quelle 2 settimane a Londra e non perdere nemmeno un secondo a pensare a lei o a Laura.. Mi alzai del letto, mi feci una rapida doccia e indossai un vestito azzurro, presi la borsa, mi misi gli occhiali da sole e uscì dalla mia stanza. Chiamai l'ascensore, le porte si aprirono, entrai e schiacciai il pulsante per andare al piano terra. Mentre le porte si chiudevano, vidi una donna dai capelli corvini correre verso di me con l'intento di fermare l'ascensore per salirci. Tentativo sprecato. Le porte si erano chiuse troppo velocemente. Eppure quella donna aveva un aspetto familiare... Forse mi sbaglio, pensai frugando nella borsa per vedere se avevo il portafoglio.

"Cazzo!" esclamai realizzando che avevo dimenticato il portafoglio in camera.

L'ascensore si fermò al 3° piano. Entrò una bionda sulla quarantina.

"A che piano?" mi chiese la signora.

"Devo risalire al 5°!" le dissi.

"Io devo scendere ma non ho fretta." disse e premette il pulsante con su scritto il numero 5. Le sorrisi e tornammo su.

"Arrivederci!" dissi alla signora che successivamente mi fece un cenno con la mano. Tornai in camera, presi il portafoglio, uscii dalla camera, ripresi l'ascensore e finalmente uscii dall'albergo. Fermai un taxi.

"Dove la porto?" mi chiese il tassista.

"Belvedere Road." dissi. Avevo intenzione di fare un giro sulla ruota panoramica!

Laura' s POV

La sveglia disturbò puntualmente il mio sonno. Ore 9 del mattino. Mi alzai, feci una doccia e frugai nella valigia alla ricerca di qualcosa da indossare. Optai per una camicia bianca e un paio di jeans neri. Tornai in bagno per sistemarmi i capelli.

Biip.. biip

Guardai il cellulare. Alison.

"Pronto?" dissi.

"Laura dai muovitiiiii." disse per poi chiudermi la chiamata in faccia. Riposi il telefono nella borsa. Ero in ritardo di soli 5 minuti. Non era mica una tragedia, pensai chiudendo la porta della camera.

Mi voltai e vidi le porte dell' ascensore chiudersi impedendomi di decifrare l'identità della persona all'interno. Donna, bionda, magra erano le cose che ero riuscita ad apprendere. Tutto mi dava l'idea che fosse Taylor. Mi fiondai verso di lei, ma con scarsi risultati, le porte dell'ascensore si chiusero. Dovevo scoprire se era effettivamente lei oppure avevo le allucinazioni. Le scale, dovevo fare le scale e arrivare al piano terra prima di lei, così quando sarebbe uscita dall'ascensore l'avrei vista. Arrivai giù in tempo, con il fiatone, ma in tempo. L'ascensore era ancora al 2° piano e scendeva lentamente. Le porte si aprirono e uscì una donna. Era bionda, era magra, ma non era Taylor. "Ho dei seri problemi!" dissi a bassa voce avviandomi verso la macchina nera che mi aspettava fuori.

"Eccoti finalmente!" esclamò Alison mentre presi posto sul sedile dell'auto.

"A tua completa disposizione!" dissi.

L'autista ci scortò fino ad un bar. Io e mia cugina entrammo, ci sedemmo ad un tavolo, ordinammo due caffè e iniziammo a parlare. Le raccontai del primo bacio tra me e Tay, della nostra prima volta, della proposta di matrimonio di Ben e della scomparsa della donna che amo.

"Non ti preoccupare cuginetta mia! Vedrai che si risolverà!" mi consolò Alison.

"Si ma tu non capisci.. io sono innamorata di lei. Ho fatto una grandissima cazzata a lasciarla scappare via. Ti giuro che ho provato a cercarla, l'ho chiamata, ma nulla. Non vuole avere a che fare con me." mi fermai sentendo le lacrime agli occhi. Presi un fazzoletto e mi asciugai.

"Dai su!" disse Alison.

"Ci provo sai... provo a tirarmi su, ma con scarsi risultati. Non faccio altro che pensare a lei. Penso a come sarebbe andata se avessi saputo tenerla con me. Adesso saremmo insieme, felice e invece no. Le ho spezzato il cuore e mi sento una merda. E fa bene ad odiarmi, solo che sarebbe così bello se invece di odiarmi mi amasse." conclusi.

"Sai Laura, non ti ho mai vista così innamorata.. Hai trovato una persona che ti ha aperto il suo cuore e di conseguenza anche tu hai fatto lo stesso donandole la tua anima..." disse abbracciandomi.

"Già.." riuscii solo a dire.

"Ma.. scusa la domanda.. come farete sul set di OITNB? Dovrete baciarvi, simulare scene di sesso.. sarà strano.." disse Alison.

"Oh cristo, hai ragione. Non ci avevo nemmeno pensato.." esclamai preoccupata.

Dopo quel discorso spinoso, io ed Alison andammo in giro per la città, a visitare musei e cose così. Pranzammo in un locale vicino al Buckingham Palace e continuammo il nostro giro turistico. Le nostre conversazioni evitavano accuratamente l'argomento Taylor Schilling. All'ora di cena Alison mi riaccompagnò in Albergo. Ci salutammo e poi lei se ne andò. Io andai in camera mia e dopo una doccia rigenerante, mi diressi verso il ristorante del Hotel per cenare. Tornai in camera alle 20:30. Ero stanca ma non troppo da rinunciare alla lettura di un buon libro...

Taylor' s POV

Era bellissimo girovagare per Londra senza una meta precisa. Tornai in albergo per pranzare. E dopo aver mangiato piatti inglesi andai in camera a riposare. Mi svegliai alle 17:30 dopo un lungo pisolino. Avevo deciso che quella sera mi sarei divertita. Mi aspettava una serata di svago in un locale da urlo. Dopo un lungo bagno mi preparai con cura. Alle 22:00 ero pronta per uscire. Arrivai al Ministry of Sounds alle 22:20.

Andai al bancone ed ordinai un Margarita.

"Buonasera.." mi disse un tipo mentre prendeva posto accanto a me. Cercai di evitarlo.

"Comunque mi chiamo Max!" disse.

"Taylor, piacere!" mi presentai.

"Cosa ci fa qui tutta sola?" mi chiese lui.

"Nulla, sto solo cercando di divertirmi, ma con lei nei paraggi mi sembra difficile!" esclamai.

"Questo lo crede lei! Provi a lasciarsi andare e vedrà che sono molto bravo a fare compagnia alle belle donne come lei!" disse fiero di sé.

"Ahahah certo.." replicai ridendo.

"Su venga, balliamo!" mi invitò. Strinsi la sua mano e mi lasciai trasportare da lui. Passai tutta la serata in sua compagnia tra drink e balli. Eravamo un po' ubriachi, ma lui da gentiluomo mi riaccompagnò in albergo. Gli lasciai il mio numero e lui mi diede il suo. Aveva promesso che mi avrebbe chiamata.

Presi l'ascensore e mi diressi verso la mia camera barcollando. Inserii la chiave nella serratura ma la porta non si aprì. Continuai a provare ad aprire, ma la porta non voleva collaborare. Per un momento pensai di aver sbagliato camera e di conseguenza alzai lo sguardo per controllare il numero. Da ubriaca avevo scambiato il 2 con il 9. Stavo cercando di aprire in vano la porta della stanza numero 139. Mi misi a ridere.

D'un tratto la porta si aprì da dentro e le mie risate cessarono all'istante.

LAYLOR _ impossibleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora