2. Sei una delle solite ragazzine

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Mi infilo nell'acqua tiepida.
I miei muscoli si rilassano e non posso fare a meno di pensare a quanto possa essere fortunata,ma allo stesso tempo sfortunata.
Fortunata per aver trovato finalmente una famiglia,ma sfortunata per il fatto di essere odiata dal mio presunto fratellastro.
Riuscirò a non farmi odiare?

Esco dalla vasca e mi guardo allo specchio. Sono nuda, ma non importa,tanto non c'è nessuno,e poi all'orfanotrofio tra noi ragazze eravamo abituate a vederci nude. Inutile dire che non ho mai avuto un ragazzo,sono sempre stata rinchiusa in quel posto e l'unico ragazzino della mi età che ho conosciuto è stato un certo Jimmy a tredici anni. Era venuto all'orfanotrofio con i suoi genitori,per guardare una ragazza da adottare. Venivano quasi ogni giorno,ma alla fine non hanno adottato me. Era simpatico e carino, ogni volta che veniva cercavamo di stare insieme,lui voleva che adottassero me,ma ero troppo ribelle e i suoi genitori finirono per scartarmi. 

I miei pensieri vagano mentre  esco dal bagno con un asciugamano e mi siedo sul mio letto.

Apro l'armadio e scelgo una gonna a quadretti e un maglioncino bordò. Semplice ma molto bello. Non ho mai avuto dei vestiti davvero miei,sono molto felice di questo cambiamento.

Mi osservo allo specchio e non posso fare a meno di sorridere.

Scendo le scale e vado in giro per la grande villa. Apro la porta ed esco nel giardino del retro. C'è un piccolo gazebo molto carino. Mi avvicino e mi siedo. Mi guardo intorno nella tranquillità di questo posto e ne ammiro la bellezza. Sento un miagolio provenire da qualche parte tra i cespugli, allora decido di andare a guardare. 
Metto una mano tra un cespuglio da cui proviene il miagolio e tocco una pelliccia liscia. "Oh AMORE cosa ti è successo" dico quando tirò fuori un gatto incastrato tra i cespugli. Lo accarezzo mentre fa le fusa. "Come hai fatto ad incastrarti? Eh?" Parlo da sola in pratica,ma con i gatti è come se avessi un rapporto speciale. All'orfanotrofio c'erano dei gatti randagi a cui davo del cibo che avanzava,ma la governante non voleva che gli sassi da mangiare,così anche quel sogno di avere un gattino da coccolare svanì.
"Vedo che hai trovato la nostra adorabile gattina." Sento la voce di Marie e mi volto lasciando la gatta sull'erba. "Oh si,è molto carina." Dico Guardandola. "Anche tu stai benissimo vestita come una ragazza della tua età." Sorride Marie. "Grazie mille. Come si chiama la gatta?" Chiedo. "Kitten." Dice lei. Le sorrido.
Passeggiamo per il grande giardino per un po'.
Poi lei parla: "Frequenterai l'ultimo anno di scuola,ma farai comunque un ripasso generale su tutto."
Dice. "Andrò in una scuola?" Chiedo entusiasmata. "Si ma anche  le lezioni private a Casa con Dylan e l'insegnate. Dopo tutto avete la stessa età." Dice sorridendo. "Ah capisco." La sola idea di dover stare con una persona che mi disprezza mi da i brividi. "Inizierete già domani." Spiega.

Dopo aver passeggiato e chiacchierato sui i miei gusti nel cibo e nel vestire,siamo rientrate in casa. È già ora di pranzo, la tavola è ancora vuota e solo io sono seduta ad aspettare gli altri.
Dopo un po' entra Dylan guardandomi male. "Quello è il mio posto." Mi alzo immediatamente senza proferire suono e mi sposto in un altra sedia accanto. Considerando che il tavolo è molto grande per quattro persone. Subito dopo entrano Marie e John,che mi saluta con affetto. " ti stai trovando bene?" Domanda lui sorridendo. "Si,grazie mille per tutto." Dico e in quel momento Catherine entra con delle portate.

Il cibo è il più buono che abbia mai mangiato, e mi complimento Catherine molte volte. Mentre Dylan non fa altro che ignorarmi per la maggior parte del tempo,mentre le uniche volte che mi guarda,lo fa per rivolgermi occhiatacce. Non smetto di dire che è bellissimo,nonostante il suo comportamento.  Mi ignora, ed ha ragione,non sono alla sua altezza. Non sono neanche bellissima,come le ragazze che lui sicuramente frequenta. Sono solo una stupida e ribelle orfana.


Il pomeriggio passa molto velocemente,mentre guardo ogni singola stanza della casa ( e sono moltissime) tranne quella di Dylan (ovviamente). 
Mi piace tantissimo questa villa e non avrei mai potuto desiderare di meglio.
Ho chiacchierato molto con Catherine mentre lei faceva il bucato ,mi ero offerta di aiutarla,ma lei ha rifiutato la mia proposta severamente. Mi sento così inutile a non far niente. Devo trovare un occupazione, qualcosa da fare.

Ho visto un pianoforte in una stanza della casa.

Salgo al piano di sopra e apro una camera molto bella con un pianoforte che sembra essere nuovo. Mi chiedo di chi sia.
Da bambina,prima della morte di mia madre, suonavo il piano insieme a lei.
Mi ha insegnato tutto quello che ancora ricordo sulla musica.
Non ho mai dimenticato nulla di quello che mi ha detto,poiché anche nell'orfanotrofio c'era un vecchio pianoforte con cui io mi esercitavo mentre la governante non c'era.
Mi siedo sullo sgabello in velluto e inizio a toccare i tasti,uno dopo l'altro. Le mie dita scorrono veloci, e il piano produce una delle melodie che mi insegnò mia madre. Ho sempre amato suonare,ma poche volte mi era permesso. La musica è l'unica via d'uscita da tutti i problemi.

Mi lascio trasportare così tanto dalla musica suonando ad occhi chiusi che non mi accorgo che qualcuno mi sta osservando silenziosamente.
Dylan è all'entrata della Camera che ascolta il suono del pianoforte. Sembra rapito da quella melodia. Smetto di suonare improvvisamente. Fa una smorfia di dispiacere. "Perché sei qui?" Chiedo. "Sai suonare il pianoforte marmocchia. Questo non basta?" Dice avvicinandosi. Mi irrigidisco. " Oh è un complimento quello che è appena uscito dalla tua bocca?" Chiedo con un ghigno sul volto. "Non sognare cose che non esistono e vai via dal mio pianoforte." Dice serio. Smetto di sorridere. Mi alzo e faccio per uscire dalla porta ma rimango sulla soglia,mentre lui suona una bellissima melodia ,ma triste e malinconica. Ascolto da dietro la porta,poi improvvisamente non sento più il pianoforte. La porta su cui ero appoggiata si apre di scatto e cado,ma vengo sorretta da Dylan che sembra molto arrabbiato. "Sapevo che eri qui. Potresti almeno evitare di cadermi addosso." Dice spostandomi e lasciandomi cadere. Lo guardo male. "Senti, vaffanculo!"
Grido rialzandomi e andandomene.
Me ne vado blaterando "e vai via di qua, e spostati e non cadermi addosso " imitando la sua voce. Lui mi rincorre e mi spinge in una stanza a caso sbattendomi contro il muro. "Non farai mica l'offesa adesso? Non pretenderai che ti tratti come una sorella,vero?" I miei occhi diventano lucidi al suono della sua voce severa, ma allo stesso tempo mi godo il suo respiro sulla mia pelle mentre sono intrappolata ai lati della testa. Guardo le sue labbra carnose e lui se ne accorge guardandomi severamente. "Sei una delle solite ragazzine." Toglie le braccia dai lati della mia testa ed esce dalla stanza senza dire niente.

Innamorata del ragazzo che mi odia. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora