6. Viaggio

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Ho paura di salire in macchina con lui.
Quando l'ultima ora di lezione finisce vado verso l'uscita,ma lui non c'è.
Aspetto qualche minuto,ma niente,neanche l'auto. Evidentemente se ne è andato senza di me.
Elliot appare alle mie spalle e decido di chiedere a lui:"ehi,come torni a casa tu?" Chiedo e lui esce dal suo mondo notando la mia presenza. "Vado con il tram e tu?"
Oh. Il tram. Non ci sono mai salita e non ho neanche soldi con me. Cosa gli dico adesso.
"Non ho soldi per il biglietto."
Dico.Non so neanche dove abito e non ho un cellulare,ma lasciamo stare. "Tranquilla lo pago io. Andiamo." Dice e ci dirigiamo a piedi verso la metropolitana sotterranea che non è neanche molto distante. Per tutto il tragitto a piedi è silenzioso.
Mi sento fuori luogo e non so neanche dove stiamo andando.
Ci sediamo in uno di quei sedili grigi,l'ultimo posto libero.
È molto affollato e c'è della gente in piedi.
Elliot è vestito tutto di nero, e credo che questo rispecchi anche la sua personalità.
"Dove ti fermi?" Mi chiede.
Non è molto amichevole,non gli piace parlare con la gente e questo lo avevo notato.

Dove mi fermo? Non lo so neanche io.
"Uhm. Tu quando scendi?"Chiedo,lui non risponde,sembra immerso nei suoi pensieri.
"Io scendo adesso,vieni anche tu?" Chiede. Annuisco e scendiamo.
Saliamo le scale affollate e percorriamo un po' di strada insieme. Sta in un appartamento. Non gli chiederò dei suoi genitori, ne altro.
"Ciao Edith. Ci si vede."
Mi saluta e io ricambio camminando senza una meta ben precisa.
Mentre cammino un clacson mi fa sobbalzare, alzo gli occhi ed è Dylan.
Quando lo guardo negli occhi ho un nodo in gola.
Mi accenna di salire e io senza guardarlo faccio come dice.
C'è un silenzio incredibile e non riesco a guardarlo.
"Dove eri finita?! Ti ho cercata per tutto il tempo! " grida.
"Tu non c'eri..." mormoro senza alzare lo sguardo.
Sbuffa.
"Ti importa?" Chiedo facendomi coraggio e guardandolo negli occhi.

Con il sorriso più perfido che abbia mai visto risponde:"ma ti pare?! Solamente perché poi quelli se la prendono con me se ti perdi... orfanella!" E poi scoppia a ridere.
Tolgo subito gli occhi da lui non riuscendo a reggere il suo sguardo che mi ha appena trafitto il cuore.
Prima mi bacia,poi mi insulta.
Ma che gli passa per la testa?
Come osa? Tutto il viaggio stiamo senza fiatare. Ho gli occhi lucidi,lo sento.
"Ti odio." Gli urlo scendendo dalla macchina quando arriviamo nel giardino. Sbatto la portiera e entro subito dentro.
Salgo in camera mia gettandomi sul letto a pensare. Ma subito dopo entra Catherine dicendomi che il pranzo è pronto.
Quindi la mensa a scuola era solo lo spuntino? Mi dovrò abituare a tutto questo.
Annuisco e lei si avvicina a me guardandomi. "Che avete? È andato qualcosa storto?" Chiede. Non ho voglia di parlarne con lei adesso.
Voglio solo riposare la mente e pensare a qualcosa che mi rende felice.
"Niente.." dico alzandomi dal letto e uscendo dalla porta,lasciandola da sola.
Scendo le scale e vado nella sala da pranzo,dove ovviamente ci sono già tutti. Saluto John e Marie e poi mi siedo,sta volta non accanto a Dylan.
Io e Dylan Pranziamo in silenzio mentre i miei "genitori" conversano tra di loro.
Il cibo è nettamente migliore di quello della mensa, e questa è una delle poche cose positive della giornata.
A volte Dylan mi rivolge delle occhiate cercando di non farsi scoprire fallendo.
Che vuole? Non voglio vederlo più,non sopporto i suoi cambiamenti di umore. Peccato che stiamo nella stessa casa e sarò costretta a vederlo ogni giorno.
Purtroppo non posso fare a meno di pensare alle sue labbra morbide sulle mie. Ed è solo un giorno che sono qua e già mi sono messa nei casini.
Ci riesco bene.
Dylan quando finisce se ne va in camera sua, mentre io vado in camera mia.
Trascorro tutto il pomeriggio a studiare le nuove cose che hanno spiegato oggi.
Dovrò mettermi alla pari.

Mi sto annoiando terribilmente e non so cosa fare, così decido di andare nella stanza del pianoforte.
Vedo degli spartiti appoggiati su di esso e inizio a studiarli per vedere se posso riuscire a farli. Sono molto difficili e io non ho tutte quelle conoscenze in pianoforte. Lascio stare ed esco dalla camera andando in corridoio. Sono tremendamente ricchi,ma io non ho ancora capito perché non mi abbiano ancora dato un cellulare o qualcosa del genere.
Non pretendo niente, per carità, ma un telefono può sempre servire.
Trovo un pacchettino nella mia stanza e lo apro.
Ci sono dei soldi e un cellulare, finalmente.
È un iPhone, e dovrò imparare ad usarlo. Li ringrazierò a cena.
Lo accendo dopo vari tentativi e finalmente appare una schermata bianca.
Inizio a vedere un po' le cose che si possono fare, ma non so usarlo e ho paura di toccare qualcosa di sbagliato,quindi lo riposo e lo metto sul comodino. Domani sicuramente a scuola Jessica,Elliot o Evan, mi insegneranno ad usarlo.
Dylan non di sicuro,visto che non mi sopporta. Sono orfana,ma non stupida e capisco quando qualcuno non vuole essere tuo amico, ma solo che Dylan mi confonde le idee. Prima mi odia,poi mi bacia,poi mi odia di nuovo.
Non lo capirò mai.

-

Una settimana dopo:
In questa settimana non ho avuto nessuna occasione di chiedere a Dylan come mai quel giorno mi avesse baciata. Ho conosciuto dei nuovi compagni,e Richard mi ha insegnato ad usare il mio bellissimo telefono.
Finalmente posso dire di averne uno.
Ho i numeri di Jessica,Elliot,Richard,Evan, Marie, John, ma non quello di Dylan.
Ho un passatempo adesso:scatto in continuazione fotografie.
Sono ricordi per me.

Vorrei riuscire a farne una anche a Dylan, ma ogni volta che siamo insieme in auto o a cena e pranzo non posso.

Oggi andremo in gita e ci porteranno a vedere il set della famosa saga da cui sono stati tratti i film di Harry Potter. In questa settimana ho comprato tutti i libri e ne sono diventata un'appassionata. Mi sono persa tantissime, anzi troppe cose in quell'orfanotrofio.
Sono eccitata all'idea di andare a circa 300 km da qui, ma comunque triste per non aver ancora risolto con Dylan.
Andremo col treno, visto che non è neanche molto vicino alla parte dell'Inghilterra dove ci troviamo noi.
Staremo anche qualche giorno a Londra e sono molto contenta. Non so con chi starò in camera, ma spero con Jessica, che in questi giorni si è dimostrata molto gentile e disponibile.
Io e Dylan salutiamo i nostri genitori e mettiamo i bagagli in macchina senza rivolgerci la parola.
Ovviamente la gita costava molto e alcuni miei compagni come Elliot e Evan non sono venuti. Ma almeno ci saranno Richard e Jessica.
Arriviamo alla stazione e io vado subito incontro a Jessica con la mia valigia,mentre Dylan si allontana verso i suoi amici senza nemmeno salutarmi.
"Pronta per Hogwarts?" Chiede Jessica mentre Richard si avvicina.
"Pronta!" Dico dandole un abbraccio al quale subito dopo si aggiunge Richard dicendo: "Anche io!!"




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Innamorata del ragazzo che mi odia. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora