슬픔

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|Tristezza       

《Yoongi? Sono venuta a trovarti.》

Non riuscii a non entrare nuovamente in quella camera, prima dell'orario di chiusura.
Lui rimase sul suo letto, girato dalla parte opposta, senza muovere un muscolo. Non mi prestó la minima attenzione.
Mi avvicinai con cautela, cercando di fare meno rumore possibile: se mi avessero trovato lì, avrei perso il lavoro.
Lo guardai dormire, in un silenzio colmo di adorazione. Il suo volto era quello di un angelo, non avevo dubbi.
Non mi accorsi, però, che la mia mano andò a sfiorare la sua guancia, fin quando non sentii una forte presa nel polso. Ecco, a distanza ravvicinata, lo sguardo che poco tempo prima mi aveva fatto raggelare il sangue.

Perché sei nella mia stanza?

《Yoongi, io...》

Suga. Chiamami Suga.

《Allora, Suga... mi dispiace. Non volevo disturbare, ora me ne vado.》

Rimani qui con me. Sono solo.

《Io non...》

Ti prego, so che lo vuoi anche tu.

Lottando contro tutto il mio buonsenso, rimasi lì con lui. Che strano, pensai, le guardie non mi avevano vista.

Come un bambino con il suo orsacchiotto, Suga mi strinse a sé, e io non potei fare altro che assecondarlo. Quel ragazzo aveva uno strano potere su di me, come un magnete dal quale non si può sfuggire, che ti attira e ti impedisce di scappare.
Una volta addormentato nuovamente, lo lasciai solo e uscii da quel posto maledetto.
Dopo neanche venti passi, sentii già la sua mancanza.

Una tristezza improvvisa mi colse subito dopo, come se la mia felicità dipendesse dalla sua vicinanza.
Anche lui, però, mi sembrò particolarmente triste. Era forse colpa mia? Avrei voluto tanto capirlo, così da poterlo proteggere e rendere felice. Così da potergli essere più vicino.

Perché non riuscivo a stare senza di lui? Perché mi attirava così tanto? Stavo forse impazzendo anch'io?

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