Cap 2

41 9 4
                                    

Pov ella
Dopo sette lunghe ore di lezione e due intervalli, torno nella mia stanza gettando lo zaino chissà dove e lasciando che il mio corpo profondi sul materasso.
Per fortuna non mi è toccato stare in stanza con qualcuno, almeno posso avere i miei spazi.
Mi alzo, prendo la borsa per il cambio del lavoro ed esco.
Il bar non dista tanto dall'edificio quindi vado a piedi con tutta tranquillità.
Quando entro al "walter's bar" il solito profumo di caffè e Brioches mi accoglie.
《Ella》 saluta Eleonor, lei lavora con me da tre anni è stata sempre gentile e ha cercato di instaurare un'amicizia ma io non riesco.
《Ciao Eleonor, vado a cambiarmi e arrivo. 》 dico indicando ancora i miei vestiti scolastici.
Lei annuisce e continua a pulire il bancone mentre io vado dagli spogliatoi sul retro, mi spoglio e infilo la divisa semplice, camicia bianca con il mio nome, jeans chiaro e le scarpe da ginnastica, solo in alcuni periodi dobbiamo cambiare divisa.
Tipo a Natale mi tocca indossare un vestito da elfo.
Mentre torno in sala per prendere le ordinazioni, Candy la proprietaria del bar, nonché il mio capo, mi ferma.
《Ella volevo parlarti》 ha lo sguardo triste ma non sposta lo sguardo da me.
《 dimmi tutto》rispondo 《questo mese ritardo con la paga è un problema?》 Domanda.
Le sorrido e le rispondo 《certo che no, tranquilla.》
Mi ringrazia tornando nel suo studio ed io finalmente posso tornare da Eleonor.

《Alleluia Ella, pensavo ti avessero mangiato i vestiti.》 Sì mette a ridere e io a ruota.
《No, no sono ancora qua per tua sfortuna. Candy mi ha fatto perdere tempo per chiedermi se era un problema se pagherà in ritardo questo mese.》 Le spiego.
《Ah si, lo ha detto pure a me.
Per noi non è un problema, ma per lei, deve riuscire a gestire le spese.》 dice mentre prepara un caffè per noi due.
《Mh si hai ragione, diamole tempo d'altronde è da poco che suo padre si è ammalato e ha dovuto passare tutto a lei ed è alle prime armi.》

Detto ciò annuisce, ci beviamo il nostro caffè e ci diamo da fare, tra ordini e richieste del cliente ormai il mio cervello, come il mio corpo chiedono del beato riposo, ma non mi fermo.

Arrivate le nove di sera e quando il locale è completamente vuoto, pulito, tutto ormai sistemato, come ogni santo giorno,ci prepariamo per uscire.
Sobbalzo dalla paura a causa di Ele, ha alzato il volume al massimo dello stereo dove escono le note dei Green Day con " Buolevard of broker dreams" e la ragazza si sta divertendo a fare la finta Rock star da sopra il il tavolo, suonando una chitarra immaginaria.

Abbasso il volume sentendo di nuovo i miei poveri timpani e continuo a ridere per la scena, lei invece sbuffa scendendo dal tavolo offesa.
《Sempre la solita guastafeste Ella, io mi stavo divertendo, dovresti provare è una figata pazzesca!》 esulta.

《Dai non fare la permalosa, non eri un grande spattacolo pareva una che si fa di cocaina e no, non ci tengo per niente, in certi casi divento più pazza di te.》
Scoppio di nuovo a ridere e lei pure.
Prendiamo le nostre borse e usciamo da li chiudendo tutto.

《Ella hai una sigaretta?》 Chiede mentre ci incamminiamo verso casa propria, anche se la mia non si può chiamare casa ma per adesso lo è.
Le porgo la sigaretta e ne prendo una anche per me.

Tra di noi si sentono solo i sospiri e poi i rumori della sera causati dalle macchine e qualche barbone.
Eleonor abita qualche via prima della mia scuola e tutte le sere la accompagno e nessuno delle due fiata, fatta eccezione per questa.

《Sai Ella...》 inizia a dirmi 《In questi anni che ti conosco sei sempre stata...》 《fredda 》continuo io per lei.
《Si beh...Non ho capito se lo sei solo con me o proprio con tutti.》 La sento agitata nei movimenti che compie.
《 Eleonor, io sono così con tutti purtroppo.》 Le sorriso e svoltiamo a destra fino ad arrivare davanti al portone 《 buono a sapersi, allora ci si vede domani.》 Mi fa cenno con la mano e io ricambio.

Dieci minuti dopo sono già sotto il getto d'acqua calda della doccia, le lacrime scendono senza il mio consenso mischiandosi con l'acqua, chiudo gli occhi e i flashback si fanno vivi fra i pensieri come le immagini, le gambe tremano così come le labbra che emettono leggeri singhiozzi , intanto mi lascio scivolare contro la parete fredda della doccia fino a trovarmi covacciata con le ginocchia al petto, l'acqua sembri provare a spazzare via tutto con foga, ma questo non accadrà mai perché i ricordi sono spesso i nostri peggior nemici.

Siamo RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora