Cap 10

13 6 9
                                    

Brian pov's

Le lezioni per oggi sono concluse ed ora mi trovo in auto in compagnia di Sorin mentre aspettiamo arrivi il nostro puscher per lo scambio.

《Brian, Sorin...ecco a voi.》
Lo scambio è talmente veloce che non te ne puoi accorgere, cinquanta dollari loro e dieci grammi noi, semplice come bere un bicchiere d'acqua.
《Questo mese si guadagna.》 Esulta Sorin.
《Quei poverini passano giornate a farsi e ti pagano bene per poco.》 Conclude.

Non amo vendere erba ma come lavoro è pratico, veloce e guadagni in poco tempo con ottimi risultati.

《Vuoi?》 Mi porge il pacchetto di Marlboro rosse e prendo una sentendone il bisogno.
《Come mai silenzioso?》 Chiede ancora.

Rimango in silenzio e dopo un po dico con lo sguardo rivolto nel vuoto.
《Non lo so a volte la soluzione a tutto è starsene zitti.》 Annuisce e il viaggio di ritorno a scuola lo passiamo in rigoroso silenzio, entrambi nei propri pensieri.

--------

《Io vado a farmi due soldi, vieni?》
《No Sorin ti raggiungo dopo.》
《Alle sei e mezza in sala comune, a dopo.》
Ci salutiamo con una pacca sulla spalla e prendiamo  strade diverse.

Svolto l'angolo trovo Jennifer seduta sulla scala antincendio  a fumare una sigaretta. Aumento il passo fino ad esserci difronte.

Alza lo sguardo su di me e fa un altro tiro di sigaretta.

《Getta quella sigaretta.》 Le dico cercando di rimanere calmo.
《Te.》 Punta l'indice sul mio petto alzandosi.
《Non puoi dirmi di gettarla, quando il primo che fuma e non solo questa roba sei te! La vita è mia, decido io per me!》
Fa un altro tiro e sospira lanciandomi il fumo addosso.
Mi spinge e se ne va.

La rincorro senza sapere il perché.

《Fermati!》 Le urlo contro.

Si ferma voltandosi e per poco non le piombo addosso.
《Che vuoi?》 Mi spintona ancora.
È rossa dalla rabbia.
《Vorrei parlarti, facciamo due passi?》 Le domando poggiandole le mani sulle spalle cercando di farla rilassare.
《Potrei rovinarti la  reputazione, io sono la sfigata ti ricordo.》 Risponde indicandosi e nel suo viso si forma un espressione di sdegno.
《Importa poco della reputazione e poi non sei così sfigata come dicono.》 Oh santo signore, se Sorin fosse qui mi avrebbe già riempito di schiaffi o pugni...anzi entrambi.
《Grazie...》 È  imbarazzata e parecchio, probabilmente è la prima volta che riceve un complimento.

Quanto è bella quando arrossisce...

《Andiamo.》 Ci avviamo verso il tetto della scuola e nessuno dei due ha intenzione di parlare è piacevole questo silenzio.

Saliamo le scale per poi aprire la porta antincendio ed essere in cima, dove si trova una piccola serra di fiori.

《Di cosa volevi parlare?》 Scosta i capelli da un lato e inizia ad osservare il panorama dandomi le spalle.

《Volevo chiederti una cosa riguardante l'altro giorno, ma se te non vuoi parlarne...》lascio la frase in sospeso sperando la inviti a parlare, voglio sapere.

《Cosa di preciso?》 Domanda.
Mi avvicino a lei tenendo comunque una certa distanza.
《Quei segni sulla tua pancia...》
Sì irrigidusce all'istante e porta i suoi occhi nocciola sui miei ghiaccio,  la paura  e la tristezza si percepisce ed è indecisa.
《I-io...》 Balbetta torturandosi il labbro inferiore e le mani.
《Stai calma. Se non te la senti per adesso ci passo sopra, ma poi voglio sapere un giorno.》

La rassicuro azzerando la distanza tra noi, le accarezzo la guancia destra e la sento rabbrividire.
《Voglio raccontartelo ma devi mantenere il segreto, sarà solo una cosa nostra un segreto che terremo solo noi due sulle spalle, neppure Sorin deve sapere.》 Adesso è sicura, è sorprendente quanto questa ragazza sia così forte, anche se non lo dimostra lo è.

《Te lo giuro sul mio cane.》 Le prendo il mignolo facendolo intrecciare con il mio è le scappa una risata melodiosa.
《Non ridere, ho giurata sul mio cane è molto importante per me, forse l'essere vivente più importante nella mia vita, per adesso.》 Scoppiami a ridere.

Lei si siede sul muretto ed io per evitare che cada, quindi un imminente morte,  mi metto fra le sue gambe tenendola dalle mani.
Il suo viso diventa un peperoncino e per evitare di metterla ancor più in imbarazzo rimango in silenzio.
《Tutto iniziò con la nascita della mia sorellina Vanessa, i primi due anni proseguirono in modo straordinario.》 I suoi occhi si illuminano per poi diventare neri come la pece.
《Poi...》

----------
Il segreto con me è al sicuro, a venir a conoscenza di tutto mi si è spezzato il cuore più di quanto non lo fosse già.
Sembrava di star rivivendo gli stessi problemi...Quello stronzo di mio padre, solo il pensiero mi manda in bestia.
È stata la prima volta che ho pianto assieme ad una persona che non fosse Sorin.

Sono chiuso nella mia stanza da due ore circa, non mi sono mosso dal letto con lo sguardo sul soffitto pensando ad una soluzione.

La cena l'ho saltata, era tipo un ora fa penso...Solo che la fame se ne è andata dal momento che nel mio stomaco si è formato un vuoto.
Vado da lei.
Di scatto mi alzo, indosso un jeans,  canottiera nera e vans, dando una sistemata veloce ai capelli prima di uscire.
Nello zaino che porto in spalla ho messo un cambio per sta notte, sempre se accetta.

Bussò sulla porta di camera sua e pochi secondi dopo questa si apre mostrando una Jennifer con gli occhioni rossi dal pianto e il pigiama azzurro di flanella.
《Brian...Come mai qui?》 Domanda stupida, con un sorriso in volto.
《Posso dormire con te sta notte?》 Le chiedo.
Sbarra gli occhi per poi annuire,  forse non trovando nemmeno la forza di controbattere.
Ritorna sul letto mettendosi sotto le coperte ed io entro chiudendo mi la porta alle spalle.
《Cosa guardavi? 》 domando, notando la televisione accesa che segnala lo stop di un film senza far vedere quale.
《Alvin superstar, sai per tirare su il morale.》 Risponde, prendendo il telecomando.
《Metti play, adesso!》
Mi metto al suo fianco nel letto per fortuna matrimoniale almeno dormire comodi.
《Ti piace?》 Chiede sbalordita indicando lo schermo con il telecomando.

《IO. ADORO. ALVIN.》 Scandiscono bene e lei oltre ad esserne impressionata da questa rivelazione pare pure divertita.
《Adesso aziona il film.》 Faccio gli occhioni da cucciolo e lei fa quello che le ho detto ancora sorridente.

Che bello vederla così.
Sei fortunato che ci vivo io nella tua mente e non Sorin.
Ti vuoi ammazzare una buona volta coscienza?
Peccato che io sono te idiota

Per fortuna  il film è poco dopo l'inizio.

Entrambi osserviamo le scene scorrere in silenzio, ridendo soltanto nei punti in cui i chipmans fanno i dispetti a Dave, anzi Alvin fa dispetti a Dave.
Appena arriva la parte della canzone natalizia io ritorno un bambino ed inizio a cantare. 《È Natale a casa mia, loulaop invece è mio, non possiamo più aspettare, Natale a non tarda! 》
Jenny ride di gusto e blocca il film.
《Adesso cantala con la loro voce.》 Dice ed io eseguo divertito.
《Non ci credo.》 Non smette di ridere da un quarto d'ora buono.

《Adesso canti te una canzone a me.》 Dico facendo la faccia più tenera che mi riesce, la sua risata cessa e diventa un peperone.
《Cosa canto?》 Chiede sostano una ciocca dei suoi capelli castani dietro 

Siamo RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora